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Perché senza una produzione di massa di vaccini rischiamo di perdere oltre 9.200 miliardi di dollari

La pandemia di coronavirus non solo ha messo a repentaglio la salute dei cittadini, specialmente tra coloro che non hanno accesso alle cure necessarie, ma sta provocando shock finanziari ad ogni latitudine e difendendo gli interessi del settore farmaceutico, i Paesi ricchi di fatto stanno danneggiando anche le proprie economie nazionali. È l’allarme lanciato da Oxfam Italia, secondo cui se non si colmerà a breve il divario di accesso ai vaccini tra Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo la perdita per l’economia globale sarà di oltre 9.200 miliardi di dollari.
A cura di Annalisa Girardi
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Una produzione di massa dei vaccini, necessaria per proteggere ogni persona (indipendentemente dal Paese in cui vive) dal coronavirus, è l'unico modo che abbiamo per evitare una catastrofe economica globale. Questo l'avvertimento lanciato da Oxfam Italia in occasione degli Spring Meetings del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Se non si mettono a disposizione vaccini per tutti, a basso costo, il prezzo da pagare potrebbe essere una perdita stimata oltre i 9 mila miliardi di dollari nel 2021.

Il messaggio della Ong al vertice del Fmi e della Bce è chiaro: le nazioni più ricche devono immediatamente affrontare il problema della scarsità dei vaccini, alla radice di molte delle attuali tensioni tra i Paesi, garantendo liquidità a quelli a basso e medio reddito in modo da assicurare l'accesso generalizzato ai farmaci anti-Covid in modo da garantire protezione sanitaria e sostegno economico ai Paesi più in difficoltà a causa dell'emergenza coronavirus. La pandemia, infatti, non solo ha messo a repentaglio la salute specialmente tra coloro che non hanno accesso alle cure necessarie, ma sta provocando shock finanziari ad ogni latitudine: "Difendendo gli interessi del settore farmaceutico, i Paesi ricchi di fatto stanno danneggiando anche le proprie economie nazionali. È un bizzarro atto di autolesionismo finanziario ed economico, di cui pagheremo tutti il prezzo, anche i cittadini dei Paesi che come il nostro hanno avviato la campagna vaccinale e vivono le conseguenze della grave insufficienza di dosi disponibili", ha commentato Sara Albiani, responsabile Salute Globale dell'organizzazione.

Le conseguenze economiche del divario nell'accesso ai vaccini

In sostanza, l'unica soluzione per tutelare la salute e l'economia mondiale è quella di colmare il divario nell'accesso ai vaccini tra i Paesi più ricchi, che stanno vaccinando circa una persona al secondo, e quelli più poveri, tra cui ce ne sono anche alcuni dove si deve ancora somministrare una singola dose. E tale disparità può essere cancellata solo se i leader delle nazioni più ricche, come gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Unione europea, si metteranno subito in moto per sospendere i monopoli detenuti dalle case farmaceutiche dando così il via a una campagna di vaccinazione di massa.

Anche perché da queste diseguaglianze, sottolinea Oxfam Italia, non trarrà vantaggio nessuno: secondo le stime più pessimistiche dell'International Chamber of Commerce queste sarebbero la causa di perdite economiche per oltre 9.200 miliardi di dollari nell'anno corrente. Di cui la metà finirebbe per ricadere proprio sui Paesi più ricchi. Gli Usa potrebbero arrivare a perdere fino a 2.700 dollari di capacità di spesa pro-capite nel 2021. In Italia questa si contrarrebbe di 1.495 dollari. Ovviamente però, ad essere colpiti più duramente, sarebbero i Paesi a basso e medio reddito. L'India potrebbe subire una contrazione pari a circa il 27% dell'intero Pil nazionale, mentre nel Sudafrica questa sarebbe del 24%.

Bisogna sostenere i Paesi più poveri senza aumentarne il debito

Negli incontri in seno al Fmi e alla Bce si dovrà anche discutere della possibilità di stanziare 12 miliardi di dollari per consentire l'acquisto e la distribuzione dei vaccini anti-Covid ai Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, avverte Oxfam Italia, se da un lato questa misura aiuta sicuramente i governi di queste nazioni nella lotta all'infezione, dall'altro non si fa che aumentare il debito di questi Paesi, che però non possono permetterselo. Questi 12 miliardi, allora, appaiono gravemente insufficienti.

L'organizzazione suggerisce di considerare una nuova emissione di nuovi diritti speciali di prelievo (Dsp, un particolare tipo di valuta) per rafforzare i sistemi sanitari e la lotta al virus senza costringere i Paesi più poveri ad emettere ulteriore debito, rilanciando così le economie più fragili. "Una misura che potrebbe evitare il rischio di ulteriore indebitamento a paesi che non hanno la forza di mettere in campo Recovery Plan da migliaia di miliardi e che può essere assunta rapidamente", aggiunge ancora Oxfam Italia.

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