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Covid 19

Perché non faremo i richiami dei vaccini in vacanza

Tra problemi organizzativi e difficoltà nel redistribuire le dosi, l’ipotesi di effettuare i richiami dei vaccini anti-Covid nei luoghi di vacanza sembra da accantonare, nonostante la volontà di molte Regioni. Fabio Ciciliano, membro del Cts, ammette che il sentiero da percorrere è davvero stretto: “Temo che sia veramente complesso”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La strada per il vaccino in vacanza è tutt’altro che in discesa. L’ipotesi di ricevere la seconda dose durante le ferie, in una Regione diversa dalla propria, sembra molto difficile da percorrere. A dimostrarlo anche le parole di Fabio Ciciliano, membro del Comitato tecnico-scientifico. Ospite di Buongiorno, su Sky Tg24, Ciciliano non nega il suo scetticismo sul tema: “Mi auguro di sì – dice sul tema dei vaccini in vacanza – ma temo sia veramente troppo complesso”. Una complessità derivante sia da una questione logistica che da una riguardante gli strumenti a disposizione: ciò che manca, al momento, è una vera piattaforma vaccinale unica nazionale che consenta di scegliere dove fare la seconda dose, magari anche al di fuori della propria Regione.

Regioni chiedono vaccinazioni in luogo di vacanza

Le Regioni insistono sul tema, pur riconoscendo quanto sia difficile portare a casa la partita. Nel Lazio l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, dice con certezza: “Noi siamo pronti”. Nel Veneto il presidente Luca Zaia sostiene di poter organizzare le somministrazioni anche per i turisti. Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità in Puglia, si dice favorevole ma ammette che i problemi logistici esistono e sono concreti. Da qui arriva anche la chiusura del presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, secondo cui l’ipotesi è percorribile solamente per chi torna in estate nella propria città di origine, ma non per i vacanzieri, soprattutto quelli che si fermano per periodi brevi nelle località turistiche.

Perché è difficile effettuare seconda dose in vacanza

Il primo problema è quello della piattaforma nazionale, che al momento non esiste e che dovrebbe trasmettere tutti i dati a tutte le Regioni, dialogando con le diverse piattaforme territoriali. Il secondo problema riguarda le dosi ricevute: nel caso in cui si decidesse di procedere con la seconda dose in vacanza sarebbe necessario riequilibrare le consegne, fornendo più dosi alle località più frequentate dai vacanzieri. Di conseguenza, bisognerebbe rivedere tutto il meccanismo considerando che, per esempio, le dosi da fare nelle grandi città potrebbero diminuire nelle settimane centrali di agosto, con tanti cittadini che si spostano verso altre mete per sfuggire dal caldo. E, d'altronde, proprio nelle grandi città si trovano gli hub più grandi, che permettono di somministrare più dosi giornaliere. Come ricorda anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, serve un accordo tra le Regioni sulla compensazione delle dosi, per poi trovare un modo per fare dialogare le piattaforme, ma “non è semplice”. Non nasconde i suoi dubbi anche il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia: “Ci sarà qualche difficoltà nel fare le vaccinazioni fuori dalla Regione di residenza”. Però confida di trovare le giuste “modalità per risolvere anche questo problema”.

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