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Perché l’Italia ha deciso di non inviare 250 mila dosi di vaccino AstraZeneca all’Australia

L’Australia non è un Paese vulnerabile e sono ancora troppi i ritardi che stanno lasciano i Paesi Ue senza le dosi di vaccini concordate. Questi i motivi, spiega il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per cui l’Italia ha deciso di bloccare l’export di 250 mila dosi di vaccino AstraZeneca, prodotto all’interno dell’Ue, destinate all’Australia.
A cura di Annalisa Girardi
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Stop all'export delle dosi di vaccino AstraZeneca ai Paesi extra-Ue: è l'Italia il primo Stato membro che, con il via libera di Bruxelles, ha deciso di bloccare l'invio del farmaco anti-Covid a Paesi al di fuori dell'Unione europea. Nello specifico, la delibera riguarderebbe 250 mila dosi di AstraZeneca che si trovano nello stabilimento di Anagni e che sarebbero state destinate all'Australia. Ora la partita dovrebbe invece essere ridistribuita all'interno dell'Ue.

La richiesta è stata inoltrata da parte di Roma ai sensi del Regolamento di esecuzione Ue 2021/111 della Commissione europea, che era stato approvato lo scorso 30 gennaio: secondo il documento l'esportazione di alcuni specifici prodotti deve essere subordinata a un'autorizzazione. L'Italia ha quindi mandato alla Commissione la proposta di non autorizzare l'export. E l'esecutivo Ue, a cui spetta l'ultima parola in materia, non si è opposto. Di conseguenza, alla Farnesina è stato formulato il provvedimento che nega l'esportazione.

"Sui vaccini bisogna fare chiarezza. Sono ancora troppi i ritardi nelle forniture in Ue e in Italia da parte di alcune case farmaceutiche. E chi è inadempiente non può avanzare scuse. Se sono stati firmati degli accordi, questi vanno rispettati. Ecco perché come Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale abbiamo chiesto di fermare l’export di circa 250 mila dosi di vaccino anti-Covid dal nostro Paese verso l'Australia", ha scritto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un lungo post su Facebook in cui ha commentato la decisione. Ecco quindi i motivi elencati dall'ex capo politico del Movimento Cinque Stelle: per prima cosa l'Australia non sarebbe considerato un Paese vulnerabile. Inoltre, ci sono ancora pochi vaccini nell'Ue e "in Italia e i ritardi nelle forniture da parte di AstraZeneca sono inaccettabili". Per Di Maio, inoltre, un conto sarebbe esportare delle piccole quantità di dosi, un altro è quando si tratta di 250 mila.

"Per questi motivi, quando abbiamo ricevuto lo scorso 24 febbraio la richiesta di autorizzazione all’esportazione dei vaccini anti COVID-19 da parte di AstraZeneca all’Australia, abbiamo posto un freno", ha spiegato ancora il ministro, confermando di aver ricevuto lo stesso parere negativo anche dalle altre amministrazioni nazionali competenti. "Il tutto non è un atto ostile dell’Italia verso l’Australia, ma rientra nel regolamento approvato il 30 gennaio scorso in Europa, il Meccanismo sull'export che serve a evitare che le dosi di vaccino destinate all'Unione vengano spedite e commercializzate fuori dalla Ue. Siamo il primo Paese europeo a mettere uno stop all'export fuori dall'Unione di un vaccino prodotto all'interno dei nostri confini. Come detto, i ritardi nella distribuzione sono inaccettabili e ci aspettiamo che questa nostra presa di posizione incida positivamente sulla campagna vaccinale europea", ha concluso.

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