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Perché l’Italia è così indietro nella vaccinazione agli over 70

L’Italia è tra gli ultimi Paesi europei per percentuale di popolazione tra i 70 e i 79 anni a cui è stata somministrata almeno la prima dose del vaccino anti-Covid. Se nelle ultime settimane sono stati recuperati i ritardi sugli over 80, il nostro Paese rimane comunque indietro con l’immunizzazione degli over 70, comunque più a rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19 se contraggono il virus. E alla loro protezione sono strettamente legate le riaperture e l’allentamento delle misure restrittive.
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A cura di Annalisa Girardi
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Sono passati circa tre mesi dall'inizio della campagna vaccinale contro il coronavirus e dal Nord al Sud del Paese le Regioni vanno ognuna alla propria velocità: anche dopo l'ordinanza del commissario straordinario Figliuolo, che ha stabilito come su tutto il territorio nazione si debba procedere per fasce d'età e non per categorie distinte da territorio a territorio, le Regioni non procedono tutte allo stesso ritmo. Se il 31,44% delle persone tra i 70 e i 79 anni in Toscana e il 29,42% di quelle in Lazio hanno già ricevuto la prima dose di vaccino (secondo i dati del governo aggiornati al 10 aprile), in altre Regioni si procede a percentuali nettamente più ridotte. In Basilicata siamo solo al 2,66% e in Puglia al 3,96%. E a livello nazionale, in media, siamo indietro rispetto agli altri Paesi europei.

L'Italia tra gli ultimi in Europa per le vaccinazioni agli over 70

Osservando i dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e del ministero della Salute, elaborati dall'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), l'Italia è tra gli ultimi in classifica per percentuale di popolazione tra i 70 e i 79 anni a cui è stata somministrata almeno la prima dose. Al primo posto troviamo la Finlandia con l'82%, seguita da Malta (78%), Lussemburgo (76%) e Ungheria (73%): in Italia la percentuale è del 26% e il nostro Paese è seguito solo da Lettonia (23%) e Bulgaria (12%).

Questa la situazione, al netto del fatto che quasi tutti i Paesi hanno ricevuto lo stesso numero di dosi pro-capite e che comunque i ritardi e i tagli alle forniture hanno interessato tutti i Paesi Ue dal momento che i vaccini vengono comprati direttamente da Bruxelles.

Le riaperture sono legate ai vaccini

Bisogna poi considerare che questo dato è strettamente legato alle riaperture. Dal momento che gli over 70 hanno una probabilità comunque molto elevata di sviluppare una forma grave di Covid-19 una volta contratto il virus, l'allentamento delle misure restrittive è direttamente legato alla velocità con cui i Paesi riescono a proteggere le fasce più fragili della popolazione. Per le riaperture, anche contando l'intenzione degli Stati membri a tornare a viaggiare quest'estate grazie al passaporto sanitario, si dovrà arrivare a un momento in cui si prenderà una decisione comune per quanto riguarda la libertà di spostamenti.

Ma sulle riaperture delle diverse attività è invece probabile che ognuno proceda secondo la propria velocità. Nel Regno Unito, ad esempio, abbiamo visto come da questa settimana siano stati riaperti pub e ristoranti insieme a molte altre attività: questo perché il governo britannico ha dato, fin dall'inizio della campagna vaccinale, l'assoluta priorità agli anziani e ora che ha protetto le fasce più vulnerabili può procedere con l'allentamento del lockdown mentre vanno avanti le vaccinazioni delle altre categorie.

In Italia sappiamo che questo non è accaduto e solo nelle ultime settimane si è recuperato il ritardo sugli over 80. Ora il governo punta ad accelerare sugli over 70, dal momento che questi sono stati circa l'86% degli oltre 100 mila morti e le riaperture sono direttamente legate alla protezione di questi cittadini, quelli più a rischio.

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