Perché il governo potrebbe impugnare la legge sui tre mandati in Trentino e cosa cambia per le Regionali

Secondo alcune fonti, il governo Meloni si starebbe preparando a impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge approvata dalla Provincia autonoma di Trento, che consentirebbe al presidente uscente Maurizio Fugatti di presentarsi per un terzo mandato consecutivo. La norma provinciale, approvata di recente, sembra rappresentare una rottura rispetto alla prassi consolidata nelle Regioni italiane, dove è previsto un limite massimo di due mandati consecutivi per la carica di presidente. L'eventuale ricorso sembrerebbe motivato dalla necessità di tutelare il principio del ricambio politico e di evitare concentrazioni prolungate di potere nelle mani di un singolo politico. La decisione potrebbe arrivare già nella mattina di domani, 19 maggio.
La sentenza della Corte costituzionale sulla Campania potrebbe fare da precedente
La decisione del governo potrebbe rifarsi alla recente sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge regionale della Campania, varata per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre per un terzo mandato. La Corte avrebbe ribadito che il limite di due mandati serve a preservare l'equilibrio democratico e non può essere aggirato da normative regionali. Ma quel pronunciamento riguardava una regione a statuto ordinario, lasciando un margine di interpretazione aperto per le Regioni e Province autonome, come Trento, che godono, invece, di uno statuto speciale con ampie competenze legislative.
La partita si giocherebbe sui confini dell'autonomia speciale
La questione centrale che si starebbe ponendo è fin dove può spingersi l'autonomia speciale nel derogare a principi costituzionali fondamentali, come il limite ai mandati elettivi. Le Province autonome di Trento e Bolzano, così come le Regioni a statuto speciale, hanno tradizionalmente goduto di una maggiore libertà legislativa, giustificata dalla tutela di minoranze e particolarità territoriali. Ma il governo sembra intenzionato a far valere la priorità dei principi costituzionali, e per questo potrebbe sollevare la questione di legittimità costituzionale, chiedendo alla Corte di pronunciarsi su una materia così delicata. Un’eventuale bocciatura della legge trentina rischierebbe di ristabilire un limite uniforme anche nelle autonomie speciali.
Potenziali ripercussioni sul Friuli Venezia Giulia e tensioni interne al centrodestra
La questione potrebbe riverberarsi anche sul Friuli Venezia Giulia, dove il presidente Massimiliano Fedriga starebbe anch'egli puntando a un terzo mandato, contando proprio sulle prerogative derivanti dallo statuto speciale. Fedriga si basa sullo statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia, che gli consente più margini rispetto alle regioni ordinarie sul numero di mandati consecutivi. Se però il governo decidesse di impugnare la legge trentina che consente il terzo mandato a Fugatti e la Corte Costituzionale estendesse il principio del limite di due mandati anche alle regioni a statuto speciale, la candidatura di Fedriga per un terzo mandato potrebbe venire bloccata. Tutto comunque dipenderà dalle decisioni politiche e giuridiche che arriveranno nelle prossime settimane.
Del resto, Fratelli d'Italia, con il capogruppo Galeazzo Bignami, avrebbe già sottolineato la necessità di rispettare il limite di due mandati, evidenziando una linea rigorista che potrebbe entrare in conflitto con le ambizioni degli alleati. Il caso di Trento si sarebbe complicato anche all'interno della stessa coalizione: Fugatti avrebbe infatti ottenuto il via libera alla legge sul terzo mandato grazie ai voti di due consiglieri di Fratelli d'Italia, in contrasto con le indicazioni ufficiali del partito, creando ulteriori frizioni.
Un quadro politico in evoluzione verso le elezioni regionali 2025
Qualora il governo decidesse di procedere con il ricorso e la Corte Costituzionale confermasse l'illegittimità della norma trentina, Fugatti non potrebbe correre per un terzo mandato e la coalizione di centrodestra dovrebbe individuare un nuovo candidato. Una simile decisione potrebbe riguardare anche Fedriga in Friuli Venezia Giulia.
Le elezioni regionali del 2025 si preannuncerebbero dunque segnate da un dibattito acceso sul ricambio alla guida delle autonomie speciali e sulle tensioni interne al centrodestra, con possibili effetti sulle alleanze e sulle strategie elettorali.