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Pd, Conte: “Dimissioni Zingaretti non mi lasciano indifferente, sono dispiaciuto”

L’ex premier Giuseppe Conte si è detto dispiaciuto per le dimissioni del leader dem Nicola Zingaretti: “Non mi lasciano indifferente. Seguo con rispetto e non intendo commentare le dinamiche di vita interna del Pd. Ma rimango dispiaciuto per questa decisione, evidentemente sofferta”. In molti nel Pd gli chiedono di restare.
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A cura di Annalisa Cangemi
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"Le dimissioni di Nicola Zingaretti non mi lasciano indifferente. Seguo con rispetto e non intendo commentare le dinamiche di vita interna del Pd. Ma rimango dispiaciuto per questa decisione, evidentemente sofferta". Così su Facebook l'ex premier Giuseppe Conte ha commentato l'annuncio delle imminenti dimissioni di Nicola Zingaretti da leader del Partito Democratico. "Non avevo avuto occasione, prima della formazione del governo precedente, di conoscerlo. Successivamente, ho avuto la possibilità di confrontarmi con lui molto spesso, in particolare dopo la pandemia. Ho così conosciuto e apprezzato un leader solido e leale, che è riuscito a condividere, anche nei passaggi più critici, la visione del bene superiore della collettività".

Del resto Conte era stato indicato anche da Zingaretti come "punto di equilibrio" della coalizione del governo uscente, meno Italia viva, e cioè l'asse Pd-M5s-Leu. Lo aveva ribadito più volte durante la crisi di governo, anche quando Mattarella aveva affidato al presidente della Camera Roberto Fico il mandato esplorativo: "Il Pd ribadisce di indicare Conte come la sola personalità capace di raccogliere i consensi necessari". E ancora: "Ha lavorato con noi ed è in grado di garantire equilibrio e una immediata ripartenza". Sappiamo come andata: l'avvocato Conte, una volta salutato Palazzo Chigi, ha rinsaldato il suo rapporto con i pentastellati, e viene acclamato addirittura come leader unico dallo stesso Beppe Grillo.

Pressing del Pd su Zingaretti: "Resti"

Zingaretti è pronto a lasciare quindi, anche se ora molti esponenti del partito gli chiedono di ripensarci, e probabilmente lo faranno formalmente all'assemblea il prossimo 13 marzo. Tutte le dichiarazioni stanno spianando la strada a una possibile ricomposizione della frattura da parte del segretario. Su Change.org è stata anche lanciata una petizione dei dem Lazio perché Zingaretti ritiri le dimissioni. Finora sono state raggiunte quasi 500 firme: "Caro Segretario, il Pd Lazio lancia questa petizione perchè tutte le democratiche e i democratici che si riconoscono in quello che hai fatto in questi due anni per il partito ti convincano a ritirare le tue dimissioni. Siamo con te", recita il testo.

"Credo che la scelta di Zingaretti implichi e richieda uno scatto e una risposta unitaria, credo  che unitariamente si debba chiedere a Zingaretti di ripensare la sua decisione", ha detto il vicesegretario Pd Andrea Orlando parlando con i cronisti al Nazareno.

"Serve un Pd forte e coeso insieme a Zingaretti. A sostegno del Governo Draghi e a difesa del Paese. La gravità del momento ci chiede responsabilità e generosità. Non è tempo della divisione, siamo una comunità politica al servizio della comunità nazionale", gli fa eco sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per gli Affari europei, Enzo Amendola.

"La decisione di Nicola Zingaretti mi addolora. Ne comprendo le ragioni. Spero ci sia lo spazio per un ripensamento. Il Partito Democratico ha bisogno della sua onestà, passione e intelligenza politica", ha commentato Goffredo Bettini, membro della direzione nazionale del Pd.

La posizione del ministro Dario Franceschini va nella stessa direzione: "Abbiamo sulle spalle non solo il destino del Pd ma una responsabilità più grande nei confronti di un Paese in piena pandemia. Il gesto di Zingaretti impone a tutti di accantonare ogni conflittualità interna, ricomponendo una unità vera del partito attorno alla sua guida". Lo stesso senatore Luigi Zanda auspica che l'assemblea respinga all'unanimità le dimissioni del segretario.

"Mi auguro davvero che Zingaretti ci ripensi e ritiri subito le sue dimissioni. Abbiamo tra pochi giorni un'assemblea durante la quale, come sempre abbiamo fatto, discuteremo del futuro del nostro partito e anche del suo contributo fondamentale all'azione del governo in un momento delicatissimo per il Paese. In un grande partito come il nostro è normale e legittimo che convivano posizioni diverse. Ciò di cui sono certo è che tutti abbiamo a cuore il Pd e ci sentiamo responsabili verso l'Italia e gli italiani", ha dichiarato il ministro Lorenzo Guerini.

"Nel Pd prevalga il senso di responsabilità e lo spirito unitario necessari per affrontare i problemi dell'Italia e sostenere con le nostre idee il Governo. Spero che Nicola Zingaretti ci ripensi e che con l'Assemblea Nazionale si riparta tutti insieme con la sua guida", ha twittato la Vice Ministra degli Esteri Marina Sereni (Pd).

Ma secondo l'Adnkronos i fedelissimi di Zingaretti sarebbero stati informati, e la decisione del leader dem non sarebbe un mero tatticismo: "Nicola non ne vuole più sapere", assicurano. Si tratterebbe di una mossa dettata da un'esasperazione per gli attacchi continui delle ultime settimane.

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