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Patuanelli a Fanpage: “La passerella di Meloni da Trump è stata desolante e ci è costata 10 miliardi”

Il vertice tra Giorgia Meloni e Donald Trump ha portato a un “quadro desolante”, per cui “acquisteremo più armi da loro e più gas naturale liquido” senza “avere praticamente nulla in cambio”. Insomma, una “passerella” che ci è costata “almeno dieci miliardi subito” e “chissà quanti altri in prospettiva”. Lo ha detto Stefano Patuanelli, capogruppo M5s al Senato, a Fanpage.it.
A cura di Luca Pons
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Dopo il viaggio di Giorgia Meloni a Washington per incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in Italia si è acceso il dibattito su quali siano stati, davvero, i risultati del vertice. Stefano Patuanelli, ex ministro dello Sviluppo economico e capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, ha parlato a Fanpage.it commentando l'incontro: una "passerella" ci è costata molto cara, almeno dieci miliardi subito" e "chissà quanti altri in prospettiva".

Guardando ai risultati sostanziali, c'è stato ben poco di nuovo nello scambio tra i due leader. Le loro parole davanti ai giornalisti hanno confermato che c'è una forte vicinanza politica su alcuni temi, dall'immigrazione alla "ideologia woke". Sull'Ucraina non si sono visti nuovi passi avanti, e nemmeno sui dazi. Il principale successo della presidente del Consiglio è stato invitare Trump a un viaggio in Italia, dove ci sarebbe la possibilità (ma non la certezza) di un incontro con i vertici dell'Ue.

Dall'altra parte, le ‘concessioni' fatte da Meloni sono sembrate più concrete. In particolare, la leader di Fratelli d'Italia ha detto che "le imprese italiane investiranno dieci miliardi di euro negli Stati Uniti", e che "l'Italia dovrà aumentare le importazioni energetiche". Anche se non ha fornito dettagli, si può ipotizzare che la presidente del Consiglio si riferisse al gas naturale liquido esportato dagli Usa. E in più ha garantito l'impegno a portare la spesa militare al 2% del Pil.

Per questo Patuanelli è critico: "L’incontro Trump-Meloni ha confermato quello che già sapevamo e che era scritto nero su bianco nel report sull’export redatto dalla Farnesina. L’Italia è andata in Usa sostanzialmente a dire che acquisteremo più armi da loro e più gas naturale liquido. Tenteremo di riequilibrare la bilancia commerciale a loro favore, senza avere praticamente nulla in cambio".

"Il quadro è desolante", secondo l'ex ministro. "Specialmente perché qualche ora prima dell’incontro l'Ufficio parlamentare di bilancio e Bankitalia hanno chiaramente detto in audizione che la spesa in armi ha un moltiplicatore bassissimo (lo 0,5) e che il Rearm Eu è inefficiente". Insomma, i progetti europei per il riarmo porterebbero una perdita all'economia italiana, e qui "parliamo di arrivare al 2% del Pil in modo repentino, una spesa da circa 10 miliardi l’anno strutturale e regressiva, tagliando ancora". Anche se, come è emerso negli ultimi giorni, il governo starebbe cercando anche degli escamotage contabili per ‘gonfiare' la spesa militare senza spendere troppo.

Patuanelli ha sottolineato anche che "la componente gas naturale liquido su cui dovremmo aumentare le importazioni è costosissima". Tra i motivi per cui oggi l'Italia non importa più Gnl dagli Usa, infatti, c'è il costo più alto. "Potrebbe diventare l’ennesima mazzata per le imprese già falcidiate da oltre due anni di calo della produzione, e per il caro bollette delle famiglie italiane". Insomma, il bilancio non può che essere negativo: "Questa passerella di Giorgia Meloni ci è costata molto cara, almeno 10 miliardi subito. E chissà quanti altri in prospettiva".

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