Nuovi programmi scuola, la replica del ministero alle associazioni: “Polemica politica contro il governo”

Loredana Perla, coordinatrice della Commissione del ministero dell'Istruzione e del Merito per la revisione delle Indicazioni Nazionali, ha inviato a Fanpage.it una replica alle associazioni e ai sindacati che hanno contestato il lavoro della commissione. L'accusa è che queste realtà non siano state coinvolte, se non in modo parziale e frammentato, nelle consultazioni per stilare le nuove Indicazioni. Pubblichiamo integralmente la risposta di Perla.
Leggo con molto stupore l’articolo "Scuola, sui nuovi programmi di Valditara nessun confronto: la protesta di associazioni e sindacati", dove si lamenta una "consultazione parziale e frammentaria" del mondo della scuola e dell’associazionismo in merito ai contenuti della bozza delle Nuove Indicazioni del primo ciclo dell’istruzione scolastica. In qualità di coordinatrice della Commissione ministeriale incaricata della revisione del testo vigente, vorrei fare qualche precisazione.
Prima di avviare la revisione del testo delle Indicazioni del 2012, la Commissione ministeriale ha svolto più di 120 audizioni con associazioni di categoria, consulte degli studenti, società scientifiche, sindacati, associazioni professionali. Ciascuna di esse è stata invitata a fornire un testo dettagliato di 8mila caratteri. Le audizioni hanno prodotto un corposo dossier di materiali scritti che è stato messo a disposizione delle commissioni disciplinari ed ha costituito una prima base di lavoro per la revisione. Preciso che la Cgil non ha consegnato alcun contributo scritto al termine della prima fase di audizioni, a differenza di tutte le altre associazioni sindacali.
Ancora: a distanza di nove mesi (e dopo la pubblicazione della bozza delle Nuove Indicazioni, avvenuta l’11 marzo), si è avviata una seconda fase di audizioni che è ancora in corso con richiesta di consegna di testi scritti con osservazioni e valutazioni mirate, non generiche, con precisazione del numero di pagina e del testo interessato (ad oggi sono stati ricevuti, letti e analizzati più di 100 testi). Preciso che molti testi arrivati presentano una struttura e dei contenuti ‘fotocopia’, dal taglio esclusivamente ideologico che evita di entrare nel merito, tanto da far quasi pensare a una duplicazione organizzata delle medesime formule.
Per fortuna, tuttavia, ci sono state anche molte osservazioni nel merito e costruttive. Le commissioni sono tutte al lavoro in questo momento per recepire le osservazioni migliorative e giungere alla redazione definitiva dei testi.
Un secondo strumento usato per la consultazione è stato la predisposizione di una casella di posta con indirizzo dedicato al quale le scuole (e i singoli insegnanti) hanno potuto inviare (per un mese) osservazioni scritte estese (sono arrivati più di 200 testi).
Un terzo strumento è consistito nella distribuzione di un questionario: non è affatto vero che fosse concepito in modo tale da non offrire alcuna possibilità di esprimere dissenso o di evidenziare criticità. Non solo le domande poste consentivano, così come hanno consentito, di articolare posizioni differenziate, ma lo spazio riservato ai "Suggerimenti e osservazioni" non si è limitato ai 250 caratteri (come era nel questionario somministrato in occasione della consultazione sulle precedenti Indicazioni nel 2012) bensì è stato esteso a 2000 caratteri, un margine più che adeguato per chiunque volesse avanzare proposte o esprimere criticità in modo dettagliato. I dati del questionario sono in fase di tabulazione.
Vorrei chiudere con due ulteriori precisazioni indicative dello spirito con il quale da parte di alcune associazioni sono state mosse critiche sostanzialmente distruttive.
Quando ho ricevuto il mandato dal ministro Valditara di comporre la Commissione ho seguito due criteri molto precisi su espresso mandato del ministro: rispetto del pluralismo culturale e attenzione al merito. Ho quindi invitato colleghe e colleghi di scuola e università di aree disciplinari diverse, di convinzioni diverse, con curricola focalizzati rispetto all’impegno richiesto.
È purtroppo accaduto però – questo il fatto non noto ai più – che alcuni di questi colleghi abbiano cominciato a ricevere pressioni quotidiane dalle rispettive corporazioni accademico- scientifiche di riferimento e in quattro casi, purtroppo, hanno lasciato la commissione. La motivazione fornita è stata quella che non potevano "permettersi" di lavorare con questo governo. Può sembrare un'assurdità quanto accaduto ma è la verità dei fatti: non faccio nomi per ovvie ragioni di discrezione.
Lascio i commenti a chi legge. Io posso solo ribadire che la commissione si è mossa nel rispetto assoluto delle autonomie delle scuole e del dettato normativo, che l’impostazione non è di Programmi ma di Indicazioni, che il testo finale risulterà arricchito e, io spero, utile a fronteggiare una crisi dell’istruzione che è sotto gli occhi di tutti. Basti pensare che attualmente il 35% degli adulti italiani riesce a comprendere solo testi brevi e semplici e che solo il 5% raggiunge livelli avanzati di comprensione, cioè capisce fino in fiondo ciò che legge; che molti studenti non sanno distinguere D'Annunzio da Leopardi, non conoscono Giuseppe Mazzini e non sanno situare il fiume Po.
Sono queste innanzitutto le ragioni che hanno accompagnato il nostro lavoro in tutti questi mesi. Purtroppo vi è chi invece vorrebbe utilizzare il nostro documento per scatenare l'ennesima lotta politica contro il governo usando le Indicazioni nazionali per fini che con l’istruzione degli italiani non hanno niente a che fare.