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Mozione di sfiducia del Pd: “Governo Conte asservito al crimine, Italia sempre più isolata”

La mozione di sfiducia del Pd al governo Conte, per il caso di Armando Siri, è stata depositata oggi a Palazzo Madama. I Dem denunciano che gli “Italiani sono più indebitati e isolati nel mondo”, e chiedono al premier Conte di riferire in Aula sulla vicenda giudiziaria dell’esponente del Carroccio.
A cura di Annalisa Cangemi
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"La delicata situazione internazionale, la persistenza della crisi economica e finanziaria e lo stato di sfiducia delle imprese e il crescente malessere sociale richiederebbero un governo solido, politicamente coeso, libero da condizionamenti privati e immune anche solo dal sospetto dell'asservimento a interessi criminali". È questo uno dei passaggi del testo della mozione di sfiducia depositata dal Partito democratico al Senato. I Dem denunciano che gli "Italiani sono più indebitati e isolati nel mondo".

L'intenzione di presentare una mozione di sfiducia al governo Conte per il caso Siri, il sottosegretario ai Trasporti ed esponente della Lega indagato per corruzione, i dem l'avevano già preannunciata nei giorni scorsi, chiedendo al presidente del Consiglio di fornire spiegazioni: "Conte venga in aula a spiegare lo stato della situazione relativa al sottosegretario Siri. Il braccio di ferro tra Lega e M5S impone al presidente del Consiglio immediati chiarimenti anche sulla reale salute della coalizione. A questo proposito, il Pd deposita una mozione di sfiducia al Governo Conte, perché questo continuo braccio di ferro fra Lega e M5S fa ulteriori danni al Paese", aveva detto il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci.

Ma nella mozione di sfiducia ai sensi dell'articolo 49 della costituzione, il Pd non cita espressamente la vicenda giudiziaria che coinvolge Siri, né cita il nome del dirigente leghista, ma sottolinea la presenza nel governo di un sottosegretario (lo stesso Siri, ndr) "condannato per bancarotta fraudolenta": il premier Giuseppe Conte al suo insediamento aveva promesso invece, sottolineano i Dem, di battersi contro corruzione, mafie e conflitto d'interessi.

Nel testo vengono poi ricordati il decreto crescita e il decreto sblocca cantieri, come spia dello stallo del governo. "Tensioni politiche e continue fibrillazioni – si legge – che investono con frequenza e intensità crescenti la maggioranza di governo, unite al conclamato fallimento delle politiche per la crescita e al progressivo isolamento internazionale dell'Italia, stanno conducendo il Paese verso una condizione irreversibile di stallo politico-istituzionale e di declino economico e sociale, che l'Esecutivo in carica non appare più in grado di fronteggiare". Serve invece "un governo capace di operare in condizioni di piena legittimazione democratica a tutela dell'interesse nazionale".

"Il ‘governo del cambiamento' ha prodotto fino ad oggi un unico e accertato cambiamento: da quando si è insediato, gli Italiani sono più indebitati e isolati nel mondo, il prestigio e la credibilità dell'Italia si sono appannati, l'occupazione è diminuita, la crescita si è fermata, l'insicurezza e l'illegalità si sono accresciute, assieme alla percezione di impunità dei governanti", scrivono i Dem che sottolineano i dati dell'ultimo Def, ricordando che scatteranno due miliardi di tagli, tra cui 300 milioni in meno al trasporto locale. Si citano inoltre i dati dello spread è più in generale "il fallimento della politica economica del Governo". In particolare, i Dem rimarcano che il governo non ha, "ad oggi, fornito alcun elemento idoneo a sostenere credibilmente gli obiettivi della manovra di bilancio per il 2020" e ad evitare l'aumento dell'iva. Per farlo secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio, vanno trovati 25 miliardi nel 2020 (36 miliardi nel 2021 e 45 "a fine periodo").

"Il caso Siri pone un problema enorme: il rischio che interessi opachi, vicini alla mafia possano essersi avvicinati ai palazzi del potere, addirittura a palazzo Chigi. È per questo motivo che abbiamo chiesto al presidente Conte di venire a riferire in Aula", ha detto oggi Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, al Giornale radio Rai (Radio1). Sulla mozione ha spiegato: "La sfiducia va al di là dei singoli episodi. Li mette tutti insieme e alla fine valuta semplicemente un fatto: la crisi è già in atto, questa maggioranza non esiste più, se non per condannare l'Italia a un immobilismo sempre più evidente con la possibilità, ormai certezza, di un aumento delle tasse nei prossimi mesi".

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