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Milleproroghe, previsti 19 milioni all’ex Ilva e misure tampone per i call-center

Lo hanno stabilito le commissioni di Affari costituzionali e Bilancio approvando un emendamento al decreto Milleproroghe. Oltre a inserire 19 milioni di euro per il 2020 all’ex Ilva di Taranto si prevedono anche misure di sostegno ai call center, un settore in profonda crisi viste le frequenti delocalizzazioni e l’instabilità dei posti di lavoro.
A cura di Annalisa Girardi
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Nel Milleproroghe sarà previsto un pacchetto di misure di sostegno per i lavoratori delle aziende in crisi. Lo hanno stabilito le commissioni di Affari costituzionali e Bilancio approvando un emendamento al decreto. Sono inseriti anche 19 milioni per il 2020 all'ex Ilva di Taranto e altri 20 milioni per i call center. Sull'acciaieria è intervenuto il ministro allo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: "Non vorrei parlare di trattativa con Mittal. Noi abbiamo l'idea di riportare lo stabilimento ad essere il piú grande e competitivo". Il ministro, da Milano, quindi ha aggiunto: "C'è una filiera che puó avere dei vantaggi. Il Governo ha un piano e siamo disposti ad entrare come soci di Mittal e incentivare il processo anche per controllare ció che accade. Questo é il piano del Governo se a Mittal va bene altrimenti lo faremo con qualcun altro".

I sindacati si sono detti soddisfatti e hanno confermato che "l'iter del decreto si concluderà entro e non oltre il 28 febbraio": le rassicurazioni ricevute che hanno portato le parti sociali  revocare il presidio che era stato previsto per oggi. È stata inoltre prevista la cassa integrazione straordinaria per 12 mesi per le imprese delle zone di crisi industriale in Campania e Veneto: allo stesso tempo è stata stabilita la modalità in deroga per le aree di Venezia – Porto Marghera e altre della Regione Campania.

Inoltre, attraverso il Milleproroghe, il governo interviene nella crisi dei call center, un settore messo in ginocchio dalle frequenti delocalizzazioni e sempre più posti di lavoro in discussione: il provvedimento si propone come "tampone" per i lavoratori delle aziende in crisi, come Almaviva, che opera nella tecnologia dell'informazione e nei servizi di outsourcing a livello globale. I giorni scorsi aveva chiesto la proroga della cassa integrazione fino a settembre. "Era nostro dovere dare un segnale di attenzione, in attesa di soluzioni strutturali, ai lavoratori del comparto, come quelli di Almaviva, che da mesi vivono un futuro incerto. Al tavolo ministeriale, insieme alle parti interessate, la contrattazione prosegue per definire il futuro del settore. Il M5S segue con la massima attenzione la crisi di Almaviva con l’obiettivo di tutelare i lavoratori, in sinergia con il Ministero del lavoro", hanno affermato in una nota i parlamentari del Movimento Cinque Stelle che hanno presentato l'emendamento.

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