Meloni e la proposta di Salvini su apertura chiese: “Non l’ho capita, non vanificare sforzi fatti”
L’idea di Matteo Salvini di riaprire le chiese per Pasqua non convince quasi nessuno. E a dimostrarlo sono anche le parole di Giorgia Meloni: la leader di Fratelli d’Italia sembra essere perplessa rispetto all’appello del leader della Lega. “Abbiamo depositato emendamenti” sul tema, dice parlando ai microfoni di Radio24, con cui abbiamo chiesto “la possibilità di implementare la celebrazione delle messe da remoto. Non penso si possa fare molto di più”. Sull’appello di Salvini, quindi, Meloni commenta: “Non ho capito esattamente di cosa parlasse. Tenere le chiese aperte in che senso? Fare le messe, non fare le messe?”. Ma la posizione della leader di Fratelli d’Italia è chiara: “Non dobbiamo assolutamente vanificare gli sforzi fatti finora”.
Meloni parla anche dei decreti del governo e dei provvedimenti messi in campo per aiutare l’economia italiana durante l’emergenza Coronavirus. Si parte dal decreto per la liquidità delle imprese: “Il tema della liquidità è una priorità assoluta: il provvedimento è interessante ma devo vedere i testi”. Quindi, precisa, “valuteremo il decreto nel merito e speriamo che qualche proposta sia accettata”. In generale Meloni non esprime un giudizio positivo sull’interlocuzione con il governo durante questa emergenza: “Per ora è insufficiente, nel senso che ci vediamo ma di quello che proponiamo poca roba ‘va a dama'. Incontrarsi è bello ma nessuno in questo momento ha bisogno di perdere tempo”.
La presidente di Fdi prosegue: “La nostra disponibilità nei confronti dell'Italia è estrema, faremo di tutto per dare una mano ma purtroppo questa disponibilità non viene accolta, speriamo che questa situazione cambi. A fronte di questa disponibilità se poi Conte va in tv e dice che le nostre proposte sono pretestuose, è normale che io mi interroghi”. Per quanto riguarda il decreto Cura Italia, infine, Meloni ritiene che ci sia stata poca disponibilità: “Tutte le nostre proposte sono state respinte. Abbiamo lasciato solo 20 emendamenti al Cura Italia”.