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Manifestazione 2 giugno, chi era in piazza con Salvini e Meloni rischia di essere multato

I video della manifestazione del 2 giugno organizzata dalle opposizioni di centrodestra vengono visionati in queste ore dalla Digos per verificare se ci sono state violazioni (soprattutto rispetto al divieto di assembramenti) che possono portare a delle multe per chi ha partecipato e chi ha organizzato la protesta contro il governo. Protesta Giorgia Meloni: “Siamo scomodi al regime”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La manifestazione di Piazza del Popolo del 2 giugno organizzata dalle opposizioni di centrodestra ha fatto nascere polemiche per il mancato rispetto delle regole sul distanziamento sociale e sull’uso delle mascherine. Sul caso è intervenuto anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sottolineando l’importanza di rispettare tutte le prescrizioni. Oggi, intanto, emerge la possibilità che i manifestanti del 2 giugno possano essere multati. Nella manifestazione contro il governo, infatti, non sono state rispettate alcune delle indicazioni previste dalla legge e sia i cittadini in piazza che i promotori dell’iniziativa rischiano di essere multati per aver violato il divieto di assembramento. D’altronde la manifestazione doveva essere solo simbolica, con pochi partecipanti. Ma le persone sono accorse comunque in piazza e la manifestazione statica è diventata un vero e proprio corteo, peraltro vietato dalle disposizioni vigenti.

Meloni: multe per noi perché scomodi al regime

Il timore di una multa per i manifestanti viene sottolineato anche dalla presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, tra gli organizzatori della manifestazione: “Leggo che la Digos starebbe visionando tutti i video della manifestazione che abbiamo fatto ieri a Roma, per mandare multe e sanzioni a chi ha partecipato. Quando tutti eravamo in casa e non si poteva neanche partecipare ai funerali dei propri cari, ci sono state centinaia di persone che sono scese in piazza per manifestare il 25 aprile. Nessuna multa per loro. Nessuna multa quando hanno sfilato i centri sociali, nessuna multa quando decine di persone si assembravano da Conte per inaugurare l'ultima campata del ponte di Genova. Le multe sono arrivate ai commercianti, rei di protestare contro il governo. E probabilmente arriveranno a noi, perché siamo scomodi al regime. E come tutti i regimi, anche questo pensa di poter utilizzare la polizia per intimorirci. Lo chiedo a quelli che non la pensano come noi, ma mantengono un briciolo di onestà intellettuale: veramente è tutto normale?”.

All’attacco anche la senatrice di Fratelli d’Italia, Daniela Santanchè: “Siamo alla follia, addirittura la Digos sta visionando tutti i video della nostra manifestazione del 2 giugno a Roma, per cercare il ‘pelo nell'uovo' ed eventualmente mandare multe e sanzioni ai partecipanti. Non capisco questo accanimento, durante la quarantena centinaia di persone sono scese in piazza per il 25 Aprile, hanno sfilato i centri sociali, assembramento durante l'inaugurazione del ponte di Genova, nessuna multa nessun disdegno, però le multe ai commercianti che protestavano a Milano quelle sì, tutto ciò è surreale, due pesi e due misure. Evidentemente stanno provando a fermarci in tutti i modi, ma non ci riusciranno, perché la posta in palio è il benessere e la ripartenza del Paese”.

Le multe e i video della manifestazione visionati

Se si decidesse di applicare realmente le multe ai manifestanti, la sanzione da infliggere – stando alla legislazione vigente – sarebbe quella per il divieto di assembramento, con una cifra da pagare che va dai 400 ai 3.000 euro. In ogni caso, la prassi di visionare i video delle manifestazioni è consolidata e normale, al di là del caso specifico del 2 giugno. Anche perché, in questo caso, potrebbero essere passati al setaccio alcuni momenti delle manifestazioni di quel giorno a Roma, in particolare quelli durante i quali alcuni manifestanti hanno rivolto insulti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dicendo, per esempio, che hanno “ucciso il fratello sbagliato”, in riferimento all’assassinio da parte della mafia del fratello del capo dello Stato. In questo caso, infatti, si configurerebbero anche altri reati da verificare.

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