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M5s verso uscita dall’Aula per decreto Aiuti, Malpezzi: “Incomprensibile”, Marcucci: “Scelta folle”

Il Pd ai microfoni di Fanpage.it attacca il M5s per la linea emersa dal Consiglio Nazionale, cioè quella di una possibile uscita dall’Aula per il voto di fiducia al Senato: “Incomprensibile non votare la fiducia su un provvedimento che parla alle famiglie e alle imprese”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Mentre è ancora in corso il Consiglio Nazionale del M5s, che a breve renderà nota la posizione ufficiale sul comportamento che terranno domani a Palazzo Madama i parlamentari grillini in occasione del voto sulla fiducia al decreto Aiuti, si fa sempre più largo l'ipotesi dell'uscita dall'Aula.Il M5s non dovrebbe comunque uscire dal governo per il momento. L'intento è quello di prendere le distanze dal testo, come già accaduto in Consiglio dei ministri, così da non votare la contestata norma sul termovalorizzatore a Roma, e nel frattempo concedere ulteriore tempo a Mario Draghi per rispondere ai 9 quesiti proposti nella lettera presentata da Conte la scorsa settimana.

"È incomprensibile non votare la fiducia su un provvedimento che parla alle famiglie e alle imprese", ha detto ai microfoni di Fanpage.it la capogruppo dem al Senato Simona Malpezzi. Il mancato voto sarebbe una scelta "scellerata, folle e pericolosa per il Paese. Ma non bisogna perdere la calma, la politica è l'arte del possibile, bisogna continuare a ragionare. L'interesse dell'Italia è che questo governo continui la sua azione. Le elezioni sono comunque vicine, un'accelerazione in una fase così delicata, tra la pandemia che ritorna e la guerra che purtroppo non si conclude, la crisi economica legata ai costi dell'energia, sembra una follia e un danno enorme per il nostro Paese", ha detto il senatore del Pd Andrea Marcucci.

Il M5s discuterà per tutta la giornata di oggi sulla postura più opportuna da assumere domani in Aula: questa sera, intorno alle 20, è prevista assemblea congiunta dei parlamentari M5S. Ma anche se il Movimento non dovesse aprire la crisi l'esecutivo è comunque in bilico. Lo ha fatto capire chiaramente anche Matteo Salvini, che ha lanciato un avvertimento: il mancato voto dei 5 Stelle alla fiducia significherebbe per il leader della Lega la fine del governo e il ritorno al voto. Una posizione in parte condivisa da Silvio Berlusconi, secondo cui il governo avrebbe i numeri per sopravvivere anche senza i pentastellati, ma non esclude le elezioni anticipate: "Se accadesse noi siamo pronti. I sondaggi sono in continua crescita e ci danno ormai stabilmente in doppia cifra".

Un altro governo in questa legislatura senza 5 Stelle sarebbe ipotizzabile? "L'altro atteggiamento sciagurato", oltre a quello del M5s, è per Marcucci "quello di Salvini, che probabilmente intravede nella possibile campagna elettorale una via d'uscita di una crisi profondissima in cui lui e la Lega sono oggi. Io credo che si debba recuperare il filo del dialogo e provare a tenere questa maggioranza, che ci accompagni almeno all'approvazione della legge di bilancio, meglio se a fine legislatura".

Per il Pd in caso di strappo da parte dei Cinque Stelle il rischio di andare a elezioni c'è: "Noi abbiamo sempre detto qual è la nostra posizione, però lo ha detto anche il presidente Draghi, ci sono delle parole molto certe. Questo è un governo che nasce per mantenere un'unità nazionale e per rispondere a delle emergenze. Ma le emergenze non sono terminate, ci sono ancora delle scadenze del Pnrr da rispettare e ci sono altre emergenze che si sono aggiunte. Vorrei che tutta la politica si concentrasse su queste".

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