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Crisi di Governo 2022

M5s verso l’uscita dall’Aula domani in Senato: non voterà la fiducia ma non lascerà il governo

Domani il decreto Aiuti dovrà essere votato in Senato con la fiducia al governo Draghi: si decide il destino dell’esecutivo, con il Movimento 5 Stelle che sarebbe pronto all’astensione o all’uscita dall’Aula.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Draghi e il suo governo corrono sul filo del rasoio, in attesa del voto di domani in Senato. È una giornata che può cambiare tutto o non cambiare nulla, e tutto dipende dai dettagli e dalle singole decisioni, che possono causare un effetto domino e la caduta dello stesso esecutivo. Intanto bisogna capire cosa deciderà di fare il Movimento 5 Stelle: secondo quanto emerge dal Consiglio nazionale del partito, che è riunito no-stop da questa mattina, la linea sarebbe quella di abbandonare l'Aula al momento del voto o comunque di rimanere dentro e astenersi; tutto questo, però, senza nessuna conseguenza sull'appoggio del Movimento al governo, dicono i 5 Stelle. Insomma, dal punto di vista di Conte e dei suoi un eventuale astensione non pregiudicherebbe nulla. Non è così, però, per tutti gli altri partiti della maggioranza.

Il leader grillino ha detto ieri a Fanpage.it di aspettarsi risposte da Draghi, che non sono ancora arrivate dopo il documento in nove punti che Conte gli ha presentato la scorsa settimana. Anche se la conferenza stampa di ieri, dopo l'incontro con i sindacati, ha confermato che il governo ha intenzione di affrontare il tema lavoro sollevato dai 5 Stelle (e non solo). Per capirci: Draghi ha parlato di salario minimo.

Se i pentastellati dovessero davvero decidere per lo strappo – e quindi di uscire dall'Aula o di astenersi, poiché il voto contrario al momento non è concepito – Draghi dovrà ripassare probabilmente per le Camere per capire se ha ancora la fiducia del Parlamento. In questo scenario la strada più probabile è un Draghi bis senza i grillini: i numeri ci sarebbero, l'intenzione del presidente del Consiglio – almeno a parole – no. In caso contrario, invece, il Movimento 5 Stelle continuerebbe a fare parte del governo e si andrebbe avanti con questo clima di tensione massima che accompagnerà – in ogni caso – questo esecutivo fino alla fine.

Il voto di domani, infatti, è solo la prima curva. C'è un fitto calendario a cui stare molto attenti, che vedrà – nei prossimi mesi – tutta una serie di eventi, prevedibili o meno, potenzialmente pericolosi per la tenuta del governo. Manca meno di un anno alla scadenza naturale della legislatura e le forze politiche hanno bisogno di marcare le distanze in vista delle elezioni. Insomma, mancano poco più di ventiquattro ore al voto in Senato. Poi sapremo se il governo Draghi sarà sopravvissuto o se sarà crisi, ancora una volta.

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