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Draghi: “Per me non c’è un governo senza 5 stelle, ma questo governo continua finché riesce a lavorare”

Draghi in conferenza stampa ha ribadito che il governo non prosegue senza i Cinque Stelle: “Se si fa fatica a stare in questo governo bisogna essere chiari. Se il governo riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto in conferenza stampa, insieme ai ministri del Lavoro Orlando e dello Sviluppo economico Giorgetti, dopo l'incontro con i sindacati, incontro che il premier ha subito giudicato "positivo". Poco prima il presidente del Consiglio aveva incontrato il segretario del Pd Enrico Letta a Palazzo Chigi.

"Nei mesi scorsi ho auspicato che potesse esserci un nuovo patto sociale, per gestire questa fase. Lo scopo è la continuazione della crescita e la tutela del potere d'acquisto delle famiglie. La nostra economia al momento continua a crescere, ma le previsioni sono piene di rischi, soprattutto per quando riguarda l'aumento del costo della vista. L'inflazione erode il potere d'acquisto e aumenta i costi di produzione, soprattutto nel settore manufatturiero. Dobbiamo intervenire sulla disoccupazione, difendere pensioni e salari. Per far questo occorre essere insieme, governo e parti sociali. Oggi abbiamo stabilito un metodo di lavoro, prevediamo altri incontri su energia, automotive, acciaio, sul Pnrr, e poi la legge di bilancio, e un tavolo sul precariato, alla luce degli ultimi dati Istat emersi", ha detto Draghi.

"Inoltre abbiamo presentato le linee su alcuni temi chiave: contratti collettivi e riduzione del cuneo fiscale. Abbiamo concordato di vederci tra due settimane, quando il governo presenterà un provvedimento corposo, e in quell'occasione avremo un altro incontro con le forze sociali. Il governo non è che non ha fatto nulla, abbiamo stanziato 33 mld di euro, per mitigare l'effetto dell'aumento prezzi dell'energia. Ora dobbiamo mettere in campo misure strutturali per incrementare i salari e ridurre il carico fiscale sui lavoratori. L'altra questione riguarda il rinnovo dei contratti collettivi: è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, non è possibile che alcuni contratti siano scaduti da nove anni. Oggi non tutte le categorie di lavoratori sono coperti dai contratti collettivi, e questi lavoratori vivono in una situazione di vulnerabilità", ha spiegato Draghi.

"Stiamo cercando di costruire un meccanismo che tenga insieme il valore positivo della contrattazione con l'esigenza di definire un minimo salariale per tutti coloro che non beneficiano della contrattazione o che sono soggetti a contratti pirata. L'ipotesi su cui stiamo lavorando, che ha raccolto un preliminare consenso all'approfondimento, riguarda la possibilità di utilizzare come riferimento i contratti più diffusi o firmati dai sindacati più rappresentativi", ha aggiunto il ministro del Lavoro. "Abbiamo fatto i conti", prosegue, privi di contratto sono "quasi tre milioni di persone, una fascia del lavoro importante che quasi sempre coincide con il lavoro povero, che ormai pesa per un quinto del mercato e rischia di aggravarsi".

"Quando ho letto la lettera di Conte ho trovato molti punti di convergenza con l'agenda di governo: i temi trattati oggi vanno in quella direzione. Oggi si nota l'accettazione di una ipotesi di salario minimo, su questa piattaforma il ministro Orlando ha verificato una convergenza delle tre federazioni. I numeri del lavoro povero sono drammatici e questo è destinato a peggiorare a causa dell'inflazione: è un intervento che il governo doveva fare e se coincide con le esigenze di Conte sono contento, sarà contento anche lui", ha detto poi il premier rispondendo a una domanda.

"Ci sarà un primo intervento entro luglio per mitigare gli effetti degli aumenti dei prezzi dell'energia, intervento su bollette e accise. Le misure sono ancora in valutazione. La determinazione del governo c'è".

"Con Enrico Letta abbiamo parlato della situazione del governo, non mi ha dato buone o cattive notizie", ha detto poi a proposito dei rischi per la tenuta dell'esecutivo, in vista anche del voto di fiducia di giovedì in Senato sul decreto Aiuti. Se il M5s deciderà di non partecipare al voto sul decreto, il premier è pronto a tornare in Parlamento a chiedere la fiducia? Draghi ha risposto così al giornalista che poneva la domanda: "Primo: lo chieda al presidente Mattarella. Secondo: ho già detto che per me non c'è un governo senza 5 stelle. Terzo: ho già detto che non c'è un governo Draghi. Questa situazione di fibrillazione il governo l'ha affrontata abbastanza bene. Abbiamo fatto provvedimenti nei giorni scorsi, affronteremo i problemi dell'Ilva e prenderemo misure per tutelare il potere d'acquisto e delle imprese. Queste fibrillazioni sono importanti perché riguardano l'esistenza del governo, ma il governo riesce a lavorare. Se si verificasse una situazione per cui il governo non riesce a lavorare, sento che a settembre qualcuno minaccia sfracelli, a quel punto il governo perde il suo senso di esistere", ha aggiunto il presidente del Consiglio. "Se si fa fatica a stare in questo governo bisogna essere chiari. Se il governo riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua". 

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