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Luigi Di Maio a Di Martedì: “Per reddito di cittadinanza e quota 100 non si può aspettare”

Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, intervenendo a Di Martedì, su La 7, parla della manovra e della trattativa con la Commissione europea, affermando che il reddito di cittadinanza e la quota 100 in tema di pensioni devono essere introdotti subito: “Non si può aspettare”, afferma il capo politico del M5s.
A cura di Stefano Rizzuti
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Non si può aspettare”. Il messaggio del vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, è chiaro: il reddito di cittadinanza e l’introduzione di quota 100 per avviare il superamento della legge Fornero in tema di pensioni devono essere fatti subito, nonostante la trattativa con la Commissione europea dopo la bocciatura della manovra presentata dal governo italiano. Intervenendo a Di Martedì, su La 7, Di Maio afferma che “non si può aspettare, dobbiamo farlo subito. Se qualcuno non vuole farci portare a casa quota 100 o il reddito di cittadinanza allora rispondo a tono, scelgo i cittadini”. Per il vicepresidente del Consiglio quella in corso “non è una battaglia contro l’Europa, ma vogliamo portare a casa le promesse che abbiamo fatto sulle emergenze”.

L’obiettivo di Di Maio è di portare avanti la manovra a “misure invariate”, ovvero introducendo il reddito di cittadinanza e la quota 100 già nel primo trimestre (o poco dopo) del 2019. E se “si risparmiano dei soldi”, allora si potrà investirli su altre operazioni.

Di Maio torna anche sul caso del padre e dei lavoratori in nero nella sua azienda. Il vicepresidente del Consiglio assicura che, quando ha lavorato per l’azienda di famiglia, lo ha fatto con regolare contratto, tanto da assicurare che “esibirà tutte le buste paga” per dimostrarlo. Di Maio, comunque, prende nuovamente le distanze dal comportamento del padre, pur non scaricandolo: “Ho prese le distanze dal fatto, non voglio scaricare mio padre e non interferisco”. Il vicepresidente del Consiglio risponde inoltre a Maria Elena Boschi: “La signora Boschi andava in Consob a chiedere aiuto per la banca del padre: è un caso opposto al mio perché c'erano i figli che andavano a chiedere per i padri. Io oggi non sto aiutando mio padre a coprire i fatti: anzi porto le carte a Le Iene”.

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