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L’impegno di Conte: “Eviteremo l’aumento dell’Iva e vareremo la manovra in anticipo”

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, risponde al question time alla Camera dei deputati, parlando di manovra, aumento dell’Iva, Tav e autonomie. In particolare, Conte assicura che non ci sarà un aumento dell’Iva e che il governo sta lavorando già da ora per evitarlo e per fare in modo di varare la prossima manovra in anticipo.
A cura di Stefano Rizzuti
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Quasi un’ora di question time. Con risposte sui temi sollevati dai parlamentari di maggioranza a opposizione: dalla Tav alla manovra, dall’aumento dell’Iva alle autonomie. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è tornato su alcuni degli argomenti caldi degli ultimi giorni come l’alta velocità e ha anticipato il suo piano in vista della prossima legge di Bilancio rispondendo al question time alla Camera. La prima rassicurazione di Conte arriva in tema economico: “Il governo è già impegnato per dare seguito alle indicazioni del Parlamento, volte a riformare la tassazione sulle persone fisiche ed evitare l'aumento delle imposte indirette, individuando misure alternative nel rispetto di riduzione disavanzo”. Il presidente del Consiglio, dunque, assicura che non ci sarà l’aumento dell’Iva e che si stanno studiando le misure necessarie per evitarlo, disinnescando le clausole di salvaguardia.

Il governo sta studiando interventi di revisioneorganica della spesa: le voci che possono essere oggetto di tale operazione sono valutate in 320 miliardi di euro”. Conte risponde nello specifico a una interrogazione sulle clausole di salvaguardia e su come verranno disinnescate: il presidente del Consiglio sostiene che i soldi necessari per evitare l’aumento dell’Iva arrivano dalle tax expenditures, dalle maggiori entrate rispetto a quanto previsto e da altri elementi che emergeranno solo nelle prossime settimane. L’obiettivo è quello di “evitare che l’aumento dell’Iva contribuisca ad aggravare la congiuntura economica proprio ora che l’Italia sta uscendo dalla fase di rallentamento”.

Riferendosi alle tax expenditures, il presidente del Consiglio spiega che la revisione si sta facendo all’interno di “un perimetro già predefinito di 50 miliardi di euro annui. L’azione di revisione sarà condotta individuando le voci volte a ridurre, eliminare o riformare le spese fiscali, in tutto o in parte, ingiustificate alla luce delle mutate esigenze sociali ed economiche o che si sovrappongono a programmi di spesa con le stesse finalità”. Per quanto riguarda la manovra, Conte spiega che già da domani il governo incontrerà le parti sociali con l’obiettivo di “varare in anticipo” la legge di Bilancio. In vista della manovra il governo lavorerà “attivamente su cinque tavoli: riforma del sistema fiscale, previsione della spesa pubblica, privatizzazioni, sud, investimenti ed export”.

Il sì alla Tav

Sulla Tav e sul sì del governo Conte interviene per ufficializzare, anche alla Camera, la nuova posizione dell’esecutivo. E afferma che “in attesa del pronunciamento del Parlamento il governo non potrà sottrarsi agli adempimenti necessari per proseguire nell’iter”. Il presidente del Consiglio ritorna su quanto affermato ieri e ricostruisce gli ultimi mesi, partendo da quando lui si diceva contrario alla realizzazione dell’alta velocità: “Ho espresso le mie personali perplessità e la convinzione che il Tav andasse ridiscusso. In ogni occasione di interlocuzione con Francia e Ue abbiamo sempre sostenuto la volontà dell’Italia di ridiscutere l’opera nell’interesse del Paese. Aver tenuto il punto ha consentito di ottenere un oggettivo passo avanti dal punto di vista economico. Ciò che invece non siamo riusciti a ottenere è la ridiscussione dell’opera e questo a causa della ferma decisione della Francia di proseguire. Questo è stato l’elemento decisivo che ha pesato nella posizione che ho riassunto ieri. Fermare l’opera sarebbe più svantaggioso che realizzarla”.

L’autonomia differenziata

Altra questione affrontata durante il question time è quella delle autonomie. Il governo – spiega Conte – “si impegna a tenere nella massima considerazione i rilievi formulati dalle Camere, ritenendo centrali le prerogative parlamentari. Avvieremo l'interlocuzione istituzionale con il Parlamento al più presto, non appena avremo ultimata la complessa e intensa attività istruttoria che è competenza del Governo”. L’esecutivo trasmetterà gli schemi di pre-intesa al parlamento “per un parere delle commissioni competenti” che potranno avanzare “proposte di modifica al testo”. “Siamo consapevoli della centralità del Parlamento che non può essere coinvolto solo al termine” dell’iter “e messo di fronte a un prendere o lasciare”, spiega ancora il presidente del Consiglio.

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