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Licenziamenti, verso via libera a quelli individuali: si pensa a una tassa per l’impresa che taglia

Il governo si confronta con sindacati e Confindustria sulla proroga della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti. Mentre potrebbe rimanere in vigore il divieto per quelli collettivi (ancorato alla cassa Covid), si pensa a un graduale via libera per i licenziamenti individuali. Su questo terreno di scontro tra parti sociali e imprese, il governo ipotizza una contributo aggiuntivo per il datore di lavoro che taglia per motivi economici. Una tassa sui licenziamenti che andrà ad alimentare un fondo per le politiche attive di sostegno proprio a chi perde il lavoro.
A cura di Annalisa Girardi
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Il blocco dei licenziamenti, una delle misure messe in campo dal governo durante l'emergenza coronavirus per proteggere i posti di lavoro, sarà prorogata fino alla fine del 2020. I sindacati potrebbero anche riuscire anche ad ottenere l'estensione del provvedimento nelle prime settimane del prossimo anno. Ma dopodiché bisognerà iniziare a programmare l'uscita graduale dal blocco. Già nel decreto di agosto, in realtà, si prevedeva che la misura (almeno per quanto riguarda i licenziamenti individuali) fosse collegata agli ammortizzatori sociali. In particolare alla cassa integrazione: finché l'impresa usufruisce della cassa Covid, i licenziamenti sono vietati. Ma le settimane di Cig si avviano all'esaurimento entro l'anno: il che significa che presto i datori di lavoro potrebbero cominciare a licenziare. Ci sarebbe però una novità: il datore di lavoro che decide di licenziare per motivi economici potrebbe dover pagare una specie di tassa sul licenziamento. Questa ipotesi dovrà però passare il confronto sia con i sindacati che con Confindustria.

Da un lato, le parti sociali chiedono la proroga del blocco dei licenziamenti fino alla termine dell'emergenza coronavirus. Dall'altra, Confindustria sottolinea come il blocco, che va avanti ormai da diversi mesi, stia diventando insostenibile. Una possibilità è che venga mantenuto il blocco per i licenziamenti collettivi, ma che si vada oltre a quello per i licenziamenti individuali. Presupponendo in questo caso il contributo aggiuntivo per il datore di lavoro, che dovrebbe alimentare un fondo di politiche attive. Il quale servirà a sostenere proprio quei lavoratori che perdono il posto di lavoro e cercano di reinserirsi nel mercato, il quale risente necessariamente dello shock dell'emergenza coronavirus.

Resterebbero però vietati i licenziamenti collettivi, almeno fino a quando saranno prorogate le settimane di cassa integrazione. Questi riguardano le aziende con più di 15 dipendenti che decidono di licenziarne almeno cinque nell'arco di 120 giorni. Il governo in questi giorni si troverà a discutere con le parti sociali e con gli industriali. Si dovrà discutere del rinnovo della cassa integrazione, che con il decreto agosto è stata resa gratuita solo per quelle aziende che durante l'emergenza Covid-19 e il lockdown hanno subito una perdita di fatturato superiore al 20%.

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