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Legge elettorale, accordo di maggioranza senza Leu: come cambia il sistema di voto

Sulla legge elettorale non c’è l’accordo di maggioranza: protesta, in particolare, Leu contrario alla soglia di sbarramento al 5%. Soddisfatte le altre forze politiche che sostengono il governo: Pd, M5s e Italia Viva. Non ci sarà quindi un testo comune, ma la proposta verrà avanzata dal presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’accordo ancora non c’è. Almeno non tra tutte le forze di maggioranza. Ma intanto un primo progetto della nuova legge elettorale verrà presentato domani dal presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia. Una legge elettorale che eliminerebbe i collegi uninominali, introducendo un sistema proporzionale con soglia di sbarramento nazionale al 5% e un diritto di tribuna. Proprio Brescia spiega: “Al termine degli incontri svolti nelle ultime settimane dai gruppi di maggioranza, anche con i gruppi di opposizione, ritengo di essere nelle condizioni, dato il mio ruolo istituzionale, di offrire alla discussione parlamentare una proposta di riforma elettorale che preveda l'eliminazione dei collegi uninominali, un sistema proporzionale con soglia di sbarramento nazionale al 5% e un diritto di tribuna. Il testo sarà depositato domani stesso per renderne possibile l'incardinamento già lunedì prossimo”.

Non ci sarà una legge elettorale sul modello spagnolo, quindi. Le perplessità però rimangono e vengono espresse da Leu, contrario alla soglia di sbarramento al 5%. Per le forze più piccole ci sarà però un diritto di tribuna. Questo modello sembra piacere a Pd, M5s, Italia Viva e alle Autonomie. Meno a Leu, appunto, che preferiva un sistema simile a quello spagnolo. Per questo non ci sarà una proposta di legge a firma di tutte le forze di maggioranza. “Non c’è nessuna spaccatura e non è saltato alcun tavolo”, assicurano comunque fonti della maggioranza.

Legge elettorale: favorevoli Pd, M5s e Italia Viva

I capigruppo di maggioranza in commissione Affari costituzionali al Senato, Dario Parrini (Pd), Anna Macina (M5s), Marco Di Maio (Italia Viva), e Gianclaudio Bressa (Autonomie), considerano “l’iniziativa annunciata dal presidente Brescia un fatto positivo. La soluzione di agire sulla legge elettorale vigente adottando un sistema proporzionale con soglia di sbarramento nazionale al 5% è una base su cui avviare il confronto in Parlamento per arrivare a un consenso ampio su regole di voto utili a ridurre la frammentazione e a favorire la formazione di maggioranze di governo”.

La contrarietà di Leu alla soglia di sbarramento al 5%

Dal Pd il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, parla di un “fatto importante” in merito alla nuova legge elettorale su cui sta lavorando la maggioranza rispettando l’accordo di governo. Italia Viva critica, però, il diritto di tribuna: “Rischia di non essere altro se non un modo di bypassare la stessa soglia del 5% e, dunque, di riportare a una frammentazione del quadro politico”. Per Leu, invece, parla il capogruppo alla Camera, Federico Fornaro: “Io giudico positivamente l'iniziativa del presidente Brescia. Abbiamo sempre detto che le regole del gioco devono essere condivise e questa proposta istituzionale viene offerta sia alla maggioranza che alle opposizioni. È positivo che si parta da un sistema a base proporzionale. C'è un tema controverso sulla definizione di cosa significhi soglia alta. Noi non abbiamo condiviso sin dall'inizio l'idea del modello tedesco, con una soglia al 5%. È auspicabile che si possa ragionare e trovare un corretto equilibrio tra rappresentanza e funzionalità delle istituzioni democratiche”. Sulla soglia del 5% promette “battaglia” Loredana De Petris, senatrice di Leu.

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