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Lega e M5S sempre più divisi in Europa, Salvini: “Gravissimo voto Cinque Stelle su von der Leyen”

“Abbiamo visto una presidente indicata dalla Merkel e sostenuta da Macron, Renzi, Berlusconi e dai Cinque Stelle, sbilanciatissima a sinistra sul alcuni temi, siamo preoccupati. È come se in Italia ci fosse un governo Pd-Fi-M5s, che cambiamento rappresenta?”. Così Matteo Salvini, commenta il sostegno dell’alleato di governo all’elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue.
A cura di Annalisa Girardi
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Per la Lega "il voto europeo è gravissimo". Commentando l'elezione dell'ormai ex ministra delle Difesa tedesca, Ursula von der Leyen, alla presidenza della Commissione europea, la Lega ha pubblicato una nota in cui ha affermato: "Von der Leyen passa grazie all'asse Merkel, Macron, Renzi, Cinque Stelle. Avrebbe potuto essere una svolta storica: la Lega è stata coerente con le posizioni espresse finora, ha tenuto fede al patto con gli elettori e difende l'interesse nazionale". Un attacco diretto all'alleato di governo, che ha deciso di sostenere von der Leyen. Il voto di alcuni eurodeputati appartenenti a gruppi di opposizione sono stati decisivi per l'elezione della politica tedesca, che ha ottenuto appena 9 voti in più della maggioranza di cui aveva bisogno. La decisione del Movimento Cinque Stelle potrebbe avere ripercussioni importanti in Italia e rappresentare l'ennesima ragione di spaccatura della maggioranza.

"Abbiamo visto una presidente della Commissione europea indicata dalla Merkel e sostenuta da Macron, Renzi e Berlusconi e dai 5S, sbilanciatissima a sinistra sul alcuni temi come la crescita economica, il controllo dei confini, siamo preoccupati. È passata per 9 voti, è come se in Italia ci fosse un governo Pd-Fi-M5s, che cambiamento rappresenta? Sono orgoglioso della coerenza e della lealtà dimostrata dagli europarlamentari della Lega", ha rimarcato il leader del Carroccio, Matteo Salvini. Nonostante prima del voto si fosse parlato di una possibile apertura del Carroccio nei confronti di von der Leyen, alla fine gli europarlamentari leghisti si sono allineati con il loro blocco politico. Durante le ultime consultazioni della mattinata, il parlamentare tedesco di AfD, Joerg Meuthen, a nome del gruppo Identità e Democrazia aveva fatto sapere che i sovranisti europei avrebbero votato contro la nomina di von der Leyen alla presidenza della Commissione. "Sono sollevata di sapere che non avrò il vostro sostegno, per me è davvero un premio per tutto quello che ho fatto", aveva replicato la politica della CDU.

Ufficialmente divisi in Europa

Se in Italia rimangono fianco a fianco nell'esecutivo, Lega e Movimento Cinque Stelle si sono ufficialmente divisi a Bruxelles e Strasburgo. Un fatto che potrebbe complicare notevolmente le trattative del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nelle istituzioni europee. In primo luogo per quanto riguarda dai negoziati per i commissari italiani in Europa. "Il Commissario europeo che potrebbe andare alla Lega rischia di saltare? Siamo al mercato? Mi voti e ti do la poltrona? Non funziona così la democrazia", ha aggiunto Salvini. "All'Italia spetta un commissario che dovrà occuparsi di lavoro, economia, commercio, industria, competizione concorrenza. Penso che questo prescinda dallo scambio di voti. Noi abbiamo donne e uomini di valore. Giorgetti? Abbiamo più di una soluzione", ha concluso il ministro dell'Interno rivolgendosi ai giornalisti.

Conte ieri aveva espresso apprezzamento per il discorso di von der Leyen, giudicato troppo pendente a sinistra dalla Lega. Il presidente del Consiglio, aveva affermato: "I temi economici, sociali, ambientali evocati così come la lotta ai traffici illeciti lasciano sperare in una Europa finalmente più capace di avere cura del suo futuro e dei bisogni dei cittadini". Inoltre, Conte ha anche definito l'esito delle votazioni "un inizio incoraggiante". Sugli attacchi da parte della Lega, per il momento il presidente del Consiglio non ha rilasciato commenti. Così, mentre l'elezione dell'ex ministra tedesca segna un ulteriore punto a favore dei partiti europeisti, quelli seduti a palazzo Chigi rimangono prendono sempre più le distanze fra loro.

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