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“La lobby di Potenza governa il Paese”: così abbiamo trollato i No Vax che volevano “distruggere Fanpage”

Nella terza puntata della serie “I superdiffusori”, il team investigativo Backstair di Fanpage.it racconta il mondo della disinformazione online legata al movimento No green pass e No vax. Nel corso di questa inchiesta una nostra giornalista sotto copertura riceve l’invito a partecipare a un’operazione di delegittimazione che includeva calunnie nei confronti dei giornalisti di Fanpage.it.
A cura di Backstair
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Stavano preparando un servizio diffamatorio contro Fanpage.it, un’operazione di delegittimazione che includeva calunnie nei confronti dei giornalisti. A portare avanti questo piano “di vendetta” per le inchieste pubblicate negli ultimi mesi la redazione di ComeDonChisciotte (Cdc), uno dei principali siti di disinformazione in Italia. Sono proprio alcuni responsabili del portale a svelare l’esistenza di questo piano: “Abbiamo avviato un’inchiesta su Fanpage.it e ci divertiremo. Dobbiamo sputtanarli, demolirli, bastonarli, usare contro di loro qualunque piccola cosa troviamo e avvelenare il pozzo”.

Il tutto è raccontato nella terza puntata de “I superdiffusori”, un’inchiesta seriale sul mondo No vax, realizzata da Backstair, il team investigativo di Fanpage.it. Nel video, trasmesso anche da Piazza Pulita su La7, viene svelato come una piattaforma di disinformazione stava preparando qualcosa di molto simile a un’attività di dossieraggio.

Quasi sei mesi fa con una nostra giornalista ci siamo infiltrati nel movimento No vax napoletano e abbiamo iniziato a frequentare i redattori del portale ComeDonChisciotte, uno dei siti più seguiti dal movimento. Durante questa frequentazione, alcuni redattori di Cdc di base a Napoli prima invitano la nostra giornalista sotto copertura a scrivere sul loro sito, poi la coinvolgono nel progetto che stavano architettando proprio contro il nostro giornale. Così, per comprendere il funzionamento della macchina della disinformazione, decidiamo di assecondare il loro invito e fingiamo di voler collaborare con loro. Quando ci chiedono di aiutarli a trovare una talpa che sia in grado di fornire documenti o informazioni utili per screditare il lavoro di Fanpage.it, gli raccontiamo di conoscere qualcuno che può fare al caso loro.

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“Dobbiamo andare là, farlo parlare, capire quanto rancore lui ha – si entusiasma uno dei principali autori del portale quando proponiamo di organizzare un incontro con l’insider – Ci deve dire un po’ di cose, un po’ di merda. A Fanpage.it dobbiamo fargli male, vogliamo rompergli pesantemente i coglioni, a noi interessa sapere cose che ci possano permettere di farlo. Il nostro obiettivo finale è fare in modo che quelli di Fanpage.it passino dei brutti quarti d’ora sia a livello legale che a livello mediatico. Glielo vogliamo mettere in culo, hanno rotto il cazzo.”, continua nel turpiloquio.

La talpa con cui li mettiamo in contatto, però, non è nient’altro che l’infiltrato di Lobby Nera, che dopo l’estrema destra milanese, ha deciso di passare dall’altra parte: “È una guerra per me, lo devono percepire come uno tsunami su di loro – gli anticipano gli autori del sito durante l’incontro ripreso dalle nostre telecamere nascoste – Annunceremo che c’è un servizio bomba che ha unito tutti i canali di controinformazione. Dobbiamo farli neri, come la lobby di cui parlano. Lo facciamo perché glielo vogliamo mettere in culo a questi bastardi.”

All’incontro ci presentiamo con un faldone pieno di documenti scottanti, che in realtà sono solo dei falsi grossolani che confermano le loro convinzioni: Fanpage.it sarebbe al servizio dei poteri forti, e le sue inchieste farebbero parte di un complotto. “Questa è roba allucinante, vi ho detto, è una bomba”, riferisce uno dei redattori al resto del team di disinformatori. Non hanno nessun dubbio su quanto hanno appena appreso e non sentono il dovere di verificare nulla: “L’attacco deve venire da tutti i fronti perché altrimenti ci schiacciano – specifica un altro suo collega – questo deve essere un regalo di Natale che l’informazione indipendente fa a Fanpage.it. Dobbiamo avere la certezza che la grande controinformazione voglia partecipare.”

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Nel corso dei mesi trascorsi a stretto contatto con responsabili e autori di ComeDonChisciotte comprendiamo la loro linea editoriale: i dati ufficiali sono tutti falsi e la scienza non serve a niente: “Non troverai mai un solo dato ufficiale che sia vero – ci dice uno dei responsabili napoletani – i dati ufficiali sono fatti per essere falsi.” I redattori sono animati da uno scetticismo che spesso sfocia nel complottismo: “Questi (i politici al governo, ndr) stanno facendo una strage, lo vogliamo riconoscere? – si infuria uno di loro mentre ci mostra come lavora – Guarda che non è da tutti ammettere che la tua nazione ti vuole uccidere, puoi mai ammettere che lo Stato ti vuole ammazzare? Io sono proprio fiero di scrivere per ComeDonChisciotte, per le cose che dice”.

ComeDonChisciotte ha una lunga storia nel mondo della disinformazione che gli conferisce autorevolezza. La sua fondazione risale al 2003, ma una versione precedente del sito, con un altro dominio, ospitava già nel 2001 notizie false riguardanti l’attentato alle Torri Gemelle. Ogni giorno Cdc pubblica notizie dall'Italia e dal mondo, analisi, approfondimenti e video. Solo alcuni di questi contenuti sono però prodotti in autonomia dalla redazione del sito, mentre la maggior parte sono ripubblicati da altre fonti o tradotti da portali esteri.

“ComeDonChisciotte è retto soprattutto dai traduttori – ci conferma uno dei principali autori – il 90% degli articoli che vedi uscire sono loro traduzioni e perciò abbiamo tutti questi articoli. ComeDonChisciotte fa 100-200mila visualizzazioni al giorno. Quando per esempio la Gabanelli fece il video contro tutti i canali di controinformazione, parlava di noi prima ancora di Byoblu.” Fra le fonti straniere da cui Cdc prende spunto ci sono anche InfoWars.com, NaturalNews.com e GlobalResearch.ca, note per aver diffuso numerose fake news che hanno avuto grande eco nel sottobosco dell’informazione parallela.

Fra le notizie false più note prodotte dalla redazione di ComeDonChisciotte infatti, c’è quella pubblicata nel marzo 2020 e diffusa in precedenza da NaturalNews.com, secondo cui la vitamina C aveva il potere di curare il Covid-19. Nel 2019, invece, dal sito PaulCraigRoberts.org, Cdc aveva tratto una bufala secondo la quale le Torri Gemelle vennero fatte crollare in un progetto di demolizione programmata.

Stando al report di NewsGuard, il team che si occupa di censire i siti che riportano notizie non verificate, nel mondo sarebbero in tutto oltre 539 i portali che lavorano ogni giorno per produrre e propagare sui propri canali social notizie false. L’Italia è al secondo posto in Europa per numero di siti di disinformazione. ComeDonChisciotte, secondo l’agenzia, occupa un ruolo di rilievo fra le 47 testate italiane che hanno pubblicato disinformazione sul Covid-19. La sua affidabilità è valutata 7,5 su 100, uno dei punteggi assegnati più bassi in assoluto.

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Nonostante non ci sia un chiaro indirizzo politico negli articoli di ComeDonChisciotte, uno dei loro chiodi fissi è la Russia di Putin. Per sfuggire al controllo delle autorità europee, da cui temono di essere censurati, i responsabili pensano di spostare lì la sede legale del giornale: “Noi vogliamo fare un’associazione che diventi editore del sito, ma meglio che sia all’estero – ci spiega uno dei più importanti referenti del sito – Quando siamo stati in Russia era anche per valutare una cosa del genere, i nostri server sono già fuori dall’Unione Europea”. L’interesse per la Russia non è solo dettato dall’utilità, l’autocrazia putiniana è il modello politico da ammirare: “Ora devo andare in Russia con ComeDonChisciotte e intervistiamo pure questo politico-filosofo che si chiama Dugin…”, ci racconta un altro redattore.

“Noi siamo tutti un po’ uniti nell’ambito della controinformazione”, ci spiega ancora uno degli autori di ComeDonChisciotte. E infatti i link ai numerosi articoli pubblicati dal sito sono ogni giorno rilanciati da decine di canali Telegram, la piattaforma sulla quale la disinformazione trova più spazio e possibilità di condivisione. I canali tematici su cui queste informazioni possono propagarsi sono centinaia, i più grandi possono superare anche i 100mila iscritti. Migliaia di persone ogni giorno vengono raggiunte da una mole di informazioni non verificate, video creati o modificati ad arte, messaggi audio che preannunciano catastrofi o che svelano il golpe in corso. Lo si capisce bene frequentando le manifestazioni contro il green pass.

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“I vaccini ammazzano – sussurra preoccupata una donna che incontriamo a una manifestazione – gli spagnoli ti dicono: “Guarda che è grafene, la usiamo perché siccome è magnetica noi da remoto diciamo dove andare”, è una tecnologia pazzesca che esiste già da 15 anni. Lì c’è un’antenna 5G, quelli la aprono, fa reazione con il metallo e mia madre si frigge, ci stanno ammazzando!” Ma le fake news diffuse su Telegram e di cui si discute in piazza non riguardano solo i vaccini: “Hanno arrestato un sacco di gente col traffico umano l’altro giorno – ci rivela una signora mentre ci rechiamo nel covo romano dei No vax – hanno dato non so quanti anni a Papa Ratzinger perché ha causato la morte di un bambino con un rito satanico”

Queste notizie e molte altre vengono diffuse con un ritmo incessante che disorienta chi legge: “Non ci sto a capì più niente – ci dice una manifestante affranta che incontriamo – mi arrivano questi messaggi otto ore al giorno, cioè non ce la faccio, poi molti in inglese, sono stremata…”. Nonostante la fatica, denunciata da molti utenti nei gruppi e nelle discussioni sui canali, nessuno smette di seguire il flusso di informazioni, perché ritenuto vitale per non essere ingannati dall’informazione mainstream, insultata e minacciata da molti membri delle chat. Oltre a prendersela con i giornalisti “schiavi del potere”, l’odio degli utenti arriva fino al vertice delle istituzioni, con progetti di aggressione per compiere i quali vengono divulgati dati sensibili e informazioni personali sulle possibili vittime.

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Nel corso dell’estate, infatti, su canali come Basta Dittatura, con oltre 40 mila seguaci nel momento di maggiore celebrità, venivano regolarmente diffusi indirizzi e numeri di telefono di medici e politici, che venivano insultati e perseguitati. Per questa stessa ragione 17 membri di questo canale, nello scorso mese di novembre, sono stati perquisiti dalla Polizia di Stato. I coinvolti, ora indagati per istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e di istigazione a disobbedire le leggi, si auguravano che venissero compiuti veri e propri attentati: “Bisognerebbe andare tutti sotto il palazzo a lanciare bombe, così la smettono con questa dittatura”, scriveva uno di questi utenti, finito ora nell’indagine della Procura.

Altri gruppi ancora, quelli più violenti, promettevano di addestrarsi per colpire senza rischiare di venire identificati. Gli inquirenti di Genova e Firenze hanno indagato per questa ragione 29 persone riconducibili alla setta dei “V_V”, a cui vengono contestati i reati di costituzione e partecipazione ad associazione segreta, istigazione, interruzione di pubblico servizio e associazione per delinquere finalizzata a compiere danneggiamenti. Queste persone minacciavano il governo, politici, medici e giornalisti: “Dobbiamo andare a prenderli a casa”, era l’invito più comune, “alla gogna in piazza” il grido di molti altri.

Secondo gli inquirenti, gli indagati erano “sottoposti a specifici programmi di reclutamento e addestramento”. Al centro di questo tipo di propaganda, ora contrastata anche da Facebook con la rimozione di tutti i loro contenuti, c’era il portare a termine sabotaggi e danneggiamenti senza essere scoperti: “Compio la mia azione con berretto, occhiali da sole, mascherina, vestito di nero – scriveva uno di questi – trovo zona lontana dalle telecamere dove levo berretto, occhiali, mascherina“.

Oltre ai portali di disinformazione, organizzati come delle redazioni vere e proprie, o ai canali telegram che incitano all’odio, a diffondere fake news e incoraggiare le persone a ribellarsi contro vaccini e green pass ci sono influencer di tutti i tipi. Tra le più seguite in Italia spicca Vivien Mariol, pseudonimo di un'ex modella polacca trasferitasi in Italia e che prima della pandemia, oltre a qualche foto che risale alla sua precedente vita, non aveva lasciato tracce sulla rete.

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Il suo primo video su YouTube risale al 13 marzo 2020, due giorni dopo il primo lockdown nazionale dal titolo "Report sul Coronavirus in Italia". Da quel momento la presenza di Mariol su tutte le piattaforme social inizia a intensificarsi, fino a diventare una vera e propria influencer del movimento No vax e No green pass, con 18mila follower su Instagram, 16mila su TikTok, e centinaia di video pubblicati a ritmo costante. Il suo obiettivo principale è incitare le persone a scendere in piazza contro il Governo, durante le manifestazioni No green pass.

Prima dell’arresto del leader romano di Forza Nuova Giuliano Castellino per i fatti del 9 ottobre alla Cgil, Mariol era diventata anche una sua accanita sostenitrice. Dopo averlo seguito in più di un’occasione è la prima a intervistarlo dopo il suo rilascio dalla Questura di Roma: "Uniti si vince", dicono all’unisono l’intervistatrice e l’estremista di destra. L'unione a cui fa riferimento è anche quella dei movimenti ultra cattolici polacchi con i camerati italiani, di cui si fa sponsor sui social.

Grazie a Forza Nuova e a tutti i camerati d’Italia per la vostra presenza l'11 novembre a Varsavia – scrive sul suo account Facebook e su alcuni gruppi da lei gestiti – Possa Dio proteggere i nostri eroi che sono adesso in carcere. Viva la Polonia, Viva l’Italia, Viva NAZIONALISMO, DIO, ONORE, LA PATRIA” E poi ancora: “Ecco i soldati di Cristo, uomini dalla Polonia (ce ne sono già 5.000) che combattono per la patria con i rosari. Spero che creeremo un esercito del genere anche in Italia. Presto proverò a visitarli e chiederò loro di combattere anche per l'Italia.”

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Un altro influencer molto seguito è Nicola Franzoni, che solo sul suo canale Telegram ha circa 10mila iscritti, senza contare quelli del suo movimento "Onda popolare". Franzoni compare anche nella prima puntata de "I superdiffusori" mentre sul palco di Piazza del Popolo annuncia insieme a Castellino l'imminente assedio alla Cgil. Per quell'azione aveva ricevuto un foglio di via, che non l'ha dissuaso dal tornare a Roma il 20 novembre scorso durante il raduno di circa 4000 manifestanti No green pass, che gli è costato una denuncia.

Attraverso i suoi canali social Franzoni ha minacciato i politici dell'attuale Governo, dal primo ministro Mario Draghi fino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oltre a paragonare il piano di vaccinazione a una macchinazione "per uccidere i bambini" e "attuare uno sterminio di massa". Del suo gruppo fa parte anche un militante di estrema destra molto vicino a Forza Nuova. È lui, come raccontato dalla terza puntata della serie "I superdiffusori" che Adriana Perugini, la titolare del ristorante che è diventato il covo dei No vax romani, presenta a Raffaele Varvara come "un rivoluzionario". “Dobbiamo parlare di azioni, di cose importanti, ci siamo rotti le palle di stare così, gli ho detto: “Ti devo presentare Raffaele”…”, racconta Perugini mentre introduce l’uno all’altro.

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Varvara, l’ex infermiere e ora leader di uno dei gruppi del movimento No vax romano, confidandosi con un nostro insider, si dichiara stanco di manifestazioni che portano a niente. Per questo vuole "innalzare il livello dello scontro". L’uomo che gli viene presentato si dichiara "pronto anche stasera" a fare un'azione eclatante. Quest’uomo, che è facile individuare sul palco delle manifestazioni accanto a Fiore e Castellino, o insieme a Paolo Quaglieri, un altro forzanovista che in passato ha aggredito un giornalista di Fanpage.it, sembra risoluto.

Quello a cui si riferisce è un progetto in grado di attirare l'attenzione di tutti, soprattutto della politica. Suggerisce, infatti, di sequestrare un politico e portarlo in una località segreta: “Quello che volevo fare – afferma deciso a Varvara – già c’ho gli indirizzi e tutto, lo prendi uno (un politico, ndr), qualsiasi, quello che vuoi, te lo porto giù, non ti dico dove, e quello sta mesi e mesi là sotto, senza manco mangiare, vigile attesa, vaffanculo! A loro li devi far cacare sotto, perché a loro non gliene frega un cazzo di noi”.

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