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La Lega vuole togliere il reddito di cittadinanza a chi può lavorare per “spronarlo” a darsi da fare

Matteo Salvini propone di sospendere il rdc per 6 mesi per chi è “in condizioni di lavorare”, e il sottosegretario al Lavoro Durigon dice che è un’opzione da valutare. Questo, come la riduzione del tempo in cui si può percepire il reddito, servirebbe a “spronare a formarsi” e a cercare lavoro.
A cura di Luca Pons
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Il reddito di cittadinanza è una delle misure messe nel mirino dal governo Meloni. In campagna elettorale, come anche nel discorso programmatico per la fiducia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e gli altri partiti della maggioranza hanno sempre parlato di riformare il rdc, quando non direttamente di cancellarlo.

Tra le anticipazioni del nuovo libro di Bruno Vespa ci sono anche le parole di Salvini sul tema: la proposta del leader della Lega è "sospendere per sei mesi il reddito di cittadinanza a quei 900mila percettori del reddito che sono in condizioni di lavorare", per poter ricavare un miliardo di euro da spostare sulle pensioni a quota 102.

Come emerso negli scorsi giorni, il numero di persone teoricamente occupabili che ricevono il reddito di cittadinanza è in realtà di 660mila. Si tratta di persone che, in gran parte dei casi, hanno delle condizioni di svantaggio nella ricerca di lavoro: il 70% ha al massimo la licenza media, il 73% non ha avuto un lavoro negli ultimi tre anni e il 75% vive al Sud o nelle Isole.

Oggi il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, della Lega, in un'intervista a Radio24 afferma che "sicuramente una sospensione potrebbe essere uno degli elementi che si possono valutare". Un altro tema su cui si vorrebbe lavorare è "il tempo in cui si percepisce il reddito di cittadinanza". L'importante, per la Lega, è che ci siano "elementi per spronare a indirizzarsi sul mondo del lavoro".

Da una parte, Durigon prende atto che servono interventi a lungo termine. Bisogna "costruire un percorso per queste persone", perché "pensare che la bassa scolarità sia un limite è sbagliato, servono corsi di formazione, preparazione e inserimento".

Dall'altra, però, la priorità per il governo sembra essere non tanto migliorare i percorsi di formazione, ma piuttosto aumentare i controlli – per i quali "bisogna dare più potere ai Comuni, come avviene con la Rei, così da evitare truffe"  – e limitare l'accesso al reddito di cittadinanza. Su questo "abbiamo delle idee ben precise: limitazione della tempistica del reddito per queste persone che possono lavorare, obbligo di un contratto con i centri dell'impiego, e obbligo di accettare la prima offerta congrua di lavoro che arriva".

Sono, per Durigon, tutte cose "che possono spronare questo bacino di abili al lavoro. Non vorrei che entrassero nella mentalità ‘ah vabè tanto ho il reddito, non provo a trovare soluzioni'. Dobbiamo far capire che il reddito non è a vita". Questa può essere anche "una soluzione per spingere a formarsi e inserirsi nel mondo del lavoro". Per incentivare le persone a entrare nel mondo del lavoro, quindi, si userebbe la minaccia di un rdc ‘a scadenza'.

Le tempistiche per le riforme non sono ancora definite: "Non vogliamo che a queste persone finisca il reddito il 31 dicembre, ma alcuni paletti e novità troveranno spazio nel corso dell'anno". Nella coalizione di governo, specifica Durigon, "c'è chi è più drastico, noi pensiamo che la povertà purtroppo ora sia un tema importante".

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