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La biologa Poli a Fanpage: “Gli open day per i giovani con AstraZeneca sono stati un grave errore”

La professoressa Valeria Poli è tornata sul tema della vaccinazione dei giovani contro il Covid con AstraZeneca, dopo aver lanciato più volte l’allarme: “Non c’è stata una comunicazione molto limpida sulla questione, né linee decisionali dirette, e si è un po’ pagato nella fiducia dei cittadini che speriamo venga ritrovata presto”, ha spiegato durante la diretta Youtube di Fanpage.it. “Diverse Regioni sono partite con questi open day, ma noi abbiamo guardato con orrore a tutto questo”, ha raccontato la biologa.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il vaccino AstraZeneca non verrà somministrato agli under 60, né come prima dose né come richiamo, che verrà effettuato con un altro vaccino. La decisione del Comitato tecnico scientifico è arrivata dopo giorni di polemica, innescata dai rari casi di reazioni avverse, ma anche dalla lettera firmata, tra gli altri, dalla professoressa Valeria Poli. La biologa, presidente della Sibbm, è tornata sull'argomento durante la diretta Youtube di Fanpage.it: "Non c’è stata una comunicazione molto limpida sulla questione, né linee decisionali dirette, e si è un po’ pagato nella fiducia dei cittadini che speriamo venga ritrovata presto". La professoressa di biologia dell'Università di Torino ricorda che "Già a metà aprile c’erano due studi pubblicati su questa patologia rara dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, sulla base di questi dati Ema e Aifa avevano raccomandato questi vaccini solo per gli over 60". Ma il problema è stata la circolare del Cts del 12 maggio che dava il nulla osta "alla vaccinazione con AstraZeneca dai 18 anni".

Con il via libera degli esperti "diverse Regioni sono partite con questi open day, che hanno avuto un grande successo tra i giovani, perché per fortuna i giovani vogliono essere vaccinati, ma noi abbiamo guardato con orrore a tutto questo". A quel punto, spiega la scienziata, "abbiamo provato a intervenire ma non siamo state ascoltate", e allora "io e alcune colleghe, mentre si erano verificati i primi casi, abbiamo firmato la lettera dell'Associazione Coscioni, perché sapere e non dire nulla è connivenza". Secondo Poli sarebbe stato molto meglio "se si fosse potuto gestire il tutto in modo diverso, ci sarebbero stati meno problemi".

La scienziata ripercorre anche tutti i cambi di direzione sul vaccino AstraZeneca: "Inizialmente dalla sperimentazione clinica che non ci fosse un grande effetto immunizzante per gli over 60, poi si è visto che gli effetti erano ottimi anche sopra quella fascia di età, poi sono venuti fuori questi effetti rari che non potevano venire fuori nella sperimentazione". Ma attenzione, mette in chiaro la professoressa Poli: "La scienza va avanti facendo ipotesi sui dati in quel momento, e se i dati cambiano la scienza deve essere pronta a dire che sono cambiati e farlo presente alla politica".

Ora c'è timore anche sul vaccino monodose di Johnson&Johnson, perché, come quello di AstraZeneca, è a vettore adenovirale e non a mRna: "Per quello che possiamo dire fino ad adesso c'è stato qualche episodio di trombosi trombocitopenica, ma sono mento frequenti di quelli che capitano con AstraZeneca". Secondo la biologa "è possibile che siano i vettori adenovirali a indurre questo tipo di trombosi", ma è anche vero che quelli dei due vaccini sono diversi. Il punto, però, per la scienziata è uno: "Visto che ci sono gli altri vaccini, quelli a mRna, perché dobbiamo rischiare una vita?". Sarebbe diverso, però, "se fossimo nel pieno dell’epidemia e avessimo solo AstraZeneca, a quel punto il rischio e beneficio cambia". In questa situazione "non ci sono verità assolute".

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