Il totonomi per Palazzo Chigi: chi sarà il presidente del Consiglio in caso di governo neutrale
C’è chi scende e c’è chi sale: nel totonomi per la presidenza del Consiglio continuano a emergere nuove ipotesi e a sparirne di vecchie. Dopo le consultazioni al Quirinale di ieri e l’annuncio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha indicato la strada che vorrebbe seguire – ovvero quella di un governo neutrale in carica fino a dicembre – le previsioni su chi potrà essere il prossimo presidente del Consiglio coinvolgono sempre più possibili protagonisti. Si fa sempre più largo l’ipotesi di un presidente del Consiglio donna, ma rimangono alte le quotazioni anche di alcuni economisti e professori universitari. In qualsiasi caso, c’è poi da vedere se questo eventuale presidente del Consiglio riuscirà a farsi sostenere dal Parlamento e a portare avanti il suo mandato almeno per qualche mese, evitando il ritorno alle urne a luglio.
Mattarella ha spiegato chiaramente che la personalità che indicherà alla guida di questo governo non dovrà essere – così come i ministri – intenzionata a ricandidarsi alle prossime elezioni. Una condizione indispensabile e che esclude qualsiasi politico da questo governo. I nomi che si fanno sono gli stessi da giorni, ma nelle ultime ore sono salite le quotazioni di alcune personalità di spicco. Una su tutti: Elisabetta Belloni, 59enne segretario generale del ministero degli Esteri. Il suo nome viene fatto anche per il ministero degli Esteri.
Una donna a Palazzo Chigi
L’ipotesi di una donna a Palazzo Chigi sembra essere ad oggi sempre più probabile. Negli scorsi giorni sono stati fatti soprattutto tre nomi: quello di Lucrezia Reichlin (direttrice alla Ricerca della Bce), quello di Marta Cartabia (giudice costituzionale dal 2011 e vicepresidente della Consulta dal 2014) e quello di Fabiola Giannotti (direttore del Cern di Ginevra). Sembrano in discesa le quotazioni di Paola Severino, rettore della Luiss e ministro nel governo tecnico guidato da Monti, e di Anna Maria Tarantola, ex presidente della Rai.
Economisti e professori: le ipotesi al maschile
Anche i nomi al maschile sono in aumento. Se, da una parte, sembrano accantonati quelli di Sabino Cassese e Alessando Pajno, avanzati già da diversi giorni, crescono invece le possibilità per Salvatore Rossi (direttore generale della Banca d’Italia), Dario Scannapieco (vicepresidente della Banca europea degli investimenti) e altre personalità di cui si discute da giorni come Carlo Cottarelli (ex commissario alla spending review nel governo Letta), Guido Tabellini (ex rettore della Bocconi e anti-austerity), Enrico Giovannini (ex ministro del Lavoro nel governo Letta) e Ignazio Visco (governatore della Banca d’Italia).
Rimangono sul banco, almeno su quello dei bookmaker, anche i nomi di Roberto Perotti (consulente alla spending review nel governo Renzi), di Luigi Zingales (economista gradito ai Cinque Stelle) e di Giorgio Alleva (presidente dell’Istat). E non tramonta mai anche l’ipotesi Raffaele Cantone, il presidente dell’Anticorruzione, che negli scorsi giorni è stato proposto da Walter Veltroni come nome papabile. Nelle ultime ore è stato poi preso in considerazione, da La Stampa, un altro nome: quello di Enzo Moavero Milanesi. Ex vicesegretario della Commissione europea, ex capo di gabinetto di Monti nell'esecutivo Ue e ministro agli Affari europei durante i governi Monti e Letta. Questa ipotesi potrebbe avere un alto gradimento (da parte di Mattarella e di Bruxelles) per il suo profilo decisamente europeista: ma per lo stesso motivo rischia di non avere alcuna chance in Parlamento con M5s e Lega.