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Chi sarà il prossimo presidente del Consiglio: il totonomi in caso di premier ‘terzo’

Luigi Di Maio e Matteo Salvini si dicono d’accordo sull’ipotesi di un premier ‘terzo’. Tanti i nomi circolati nelle ultime ore, soprattutto tra economisti e giuristi. In pole position anche molte donne, soprattutto Marta Cartabia e Fabiola Giannotti.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le consultazioni per il nuovo governo

In vista delle nuove consultazioni al Quirinale convocate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha mostrato segni di evidente apertura nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini. Così, dopo il passo indietro di quest’ultimo sulla sua candidatura a presidente del Consiglio, lo stesso sembra voler fare Di Maio. L’ipotesi è quella di un premier terzo, che non sia il leader di nessuno dei due partiti. Ed è subito partito il totonomi: valido sia nel caso in cui il presidente del Consiglio venga indicato da M5s e Lega, sia nel caso in cui sia il capo dello Stato a proporre un governo istituzionale per uscire dallo stallo.

I nomi in circolazione sono tanti e negli ultimi giorni si è fatta sempre più strada l’ipotesi di una presidente del Consiglio donna. In caso di premier terzo deciso da M5s e Lega cadrebbero così i nomi dei due leader: quasi impossibile, in questo caso, pensare a Di Maio o a Salvini o a Palazzo Chigi. Qualche chance in più per il fedelissimo del segretario leghista, Giancarlo Giorgetti. Ma è molto più probabile che il nome che (eventualmente) uscirà fuori sarà esterno ai due partiti.

Il totonomi

Tra i nomi circolati negli ultimi giorni, molti sono quelli di economisti e professori universitari. Si parla, per esempio, di Guido Tabellini, ex rettore della Bocconi e apprezzato dalla Lega in quanto non favorevole all’austerità. Un nome gradito a entrambi sarebbe quello di Roberto Perotti, consulente per la spending review durante il governo Renzi. Ci sono poi altri economisti come Luigi Zingales (di lui in passato si è parlato come possibile ministro dell’Economia in un eventuale governo pentastellato), Enrico Giovannini (ex ministro del Lavoro nel governo Letta) e Giorgio Alleva (presidente dell’Istat).

Tra i nomi circolati con più insistenza c’è quello di Sabino Cassese, ex giudice della Corte costituzionale. Già da prima del voto, invece, si parla di Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review, come possibile premier: ma lui stesso ha più volte smentito questa ipotesi. C’è, tra i papabili, anche Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato. E qualcuno torna a ipotizzare, in caso di mancato accordo tra M5s e Lega ed eventuale governo istituzionale, che il traghettatore potrebbe essere l’attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. E non manca mai, come ha ricordato negli scorsi giorni Walter Veltroni, anche il nome del presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone.

Tutte le donne che potrebbero andare a Palazzo Chigi

Negli ultimi giorni si è sempre più discusso della possibilità che sia una donna a guidare il prossimo governo. In pole position, soprattutto in caso di governo ‘di tutti’, potrebbe esserci Marta Cartabia, giudice costituzionale dal 2011 e dal 2014 vicepresidente della Consulta. Altro nome gradito a molti è quello di Fabiola Giannotti, direttore del Cern di Ginevra. Le ipotesi al femminile riguardano anche Lucrezia Reichlin, economista a Londra e direttrice generale alla Ricerca della Bce.

Altro nome circolato con insistenza è quello di Paola Severino, rettore della Luiss di Roma. Una ipotesi che sembra però difficilmente realizzabile per due motivi: in primis in quanto ex ministro di un governo tecnico (con Monti) e quindi invisa a Salvini, poi anche perché malvista da Berlusconi, essendo l’autrice della legge che ha causato la sua decadenza. Infine, un altro dei nomi al femminile che si fa avanti negli ultimi giorni è quello di Anna Maria Tarantola, ex presidente della Rai. Senza escludere – ipotesi al momento più complicata, come lasciato intuire anche da Di Maio – che la scelta ricada sulla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

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