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Lotti, braccio destro di Renzi, indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto

A rivelare la notizia, ancora non confermata dalla Procura, è Marco Lillo del Fatto Quotidiano. A far partire gli accertamenti che hanno portato all’indagine sarebbe stata “una bonifica contro le microspie”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il neo-ministro dello Sport Luca Lotti, nominato poche settimane fa dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in seguito alle dimissioni del'ex capo del Governo Matteo Renzi, sarebbe indagato per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento nell'ambito di un'indagine condotta dalla Procura di Napoli sulla corruzione al Consip, la centrale acquisti della Pubblica amministrazione italiana. A rivelare la notizia è Marco Lillo del Fatto quotidiano, il quale sostiene che il fascicolo a carico di Lotti sarebbe stato stralciato dal filone principale d'indagine, che vede invece indagati Alfredo Romeo e il dirigente della Consip Marco Gasparri, e sarebbe al momento giunto alla Procura di Roma per competenza territoriale. Lotti, secondo il Fatto Quotidiano, sarebbe stato messo sotto indagine a seguito di alcune dichiarazioni fatte da Luigi Marroni: "L'ex assessore alla sanità della Regione Toscana, promosso da Renzi a capo della Consip, nel suo esame come persona informata dei fatti, ha tirato in ballo anche il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia, comandante della Legione Toscana, indagato per le stesse ipotesi di reato", scrive Lillo.

A far partire l'inchiesta che ha in seguito portato a indagare Luca Lotti ed Emanuele Saltalamacchia sarebbe stata "una bonifica contro le microspie": "Luigi Marroni, poche settimane fa incarica una società di rimuovere eventuali cimici dai suoi uffici. La caccia va a segno. Le microspie vengono rimosse, Marroni e compagni azionano mentalmente il rewind, cercano di pensare a discorsi, incontri e parole dette", scrive il giornalista del Fatto.

La procura al momento non conferma le indiscrezioni, mentre il ministro Lotti su Facebook ha pubblicato un breve messaggio in cui chiarisce la propria posizione: "Oggi un giornale scrive che sarei indagato per rivelazioni di segreto d'ufficio in una inchiesta che vedrebbe indagato persino il Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. È una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche. Sto comunque tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso. È una cosa che non esiste e non ho voglia di lasciarla sospesa", precisa Lotti, aggiungendo: "Noi non scappiamo dalle indagini: siamo a totale disposizione di ogni chiarimento da parte dell'autorità giudiziaria. La verità – del resto – è più forte di qualsiasi polemica mediatica e non vedo l'ora di dimostrarlo", conclude il ministro.

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