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Il Ddl contro l’omotransfobia ancora fermo, Zan a Fanpage.it: “La politica è più indietro del Paese”

La discussione al Senato sul Ddl Zan era stata rimandata ad ottobre, in attesa che si concludessero le elezioni amministrative. Ad oggi però il provvedimento non è stato ancora calendarizzato tra i lavori dell’Aula di Palazzo Madama. Intervistato da Fanpage.it, Alessandro Zan ha ribadito l’urgenza di approvare la legge contro l’omotransfobia e si è detto fiducioso che “entro poche settimane si arrivi ad una conclusione”. E ha aggiunto: “Alcuni partiti della destra sovranista non hanno ancora risolto del tutto le loro ambiguità rispetto alle discriminazioni e all’omofobia”.
A cura di Giuseppe Pastore
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Prima il voto per le amministrative e solo dopo il Ddl Zan sarebbe tornato nell'agenda del governo. Il disegno di legge che porta il nome del suo relatore, l'onorevole Alessandro Zan, attende di essere inserito nel calendario dei lavori del Senato per essere discusso ed eventualmente modificato. In questo caso, si tornerebbe alla Camera, dove il testo era già stato approvato a novembre 2020. Il piano che avrebbe condotto all'approvazione della legge contro l'omotransfobia era chiaro e ad inizio settembre aveva trovato d'accordo tutte le forze politiche: prima le elezioni e poi la discussione sul Ddl perché, in questo momento, la priorità del governo è occuparsi dei decreti e in particolare di quelli del Pnrr. Una tabella di marcia che andava bene tanto a chi ha nutrito perplessità o fatto ostruzionismo sull'intervento normativo, quanto a tutte le forze politiche che, sin dalla prima ora, hanno ritenuto urgente la sua approvazione.

Eppure ad oggi, con il primo turno delle elezioni alle spalle e con i ballottaggi all'orizzonte, non c'è traccia del disegno di legge nel calendario dei lavori del Senato. "Credo alla buona fede di chi ha sempre sostenuto la necessità di calendarizzare la legge", dice a Fanpage.it il deputato Alessandro Zan: "Dipenderà dal Senato, ma io penso che la stessa mobilitazione dell'opinione pubblica abbia dimostrato che gli italiani vogliono questa legge e che la ritengono necessaria". Molto probabilmente, bisognerà attendere la metà di ottobre, a ridosso dei ballottaggi, prima che la capigruppo inserisca il provvedimento tra i lavori dell'Aula di Palazzo Madama. "Le elezioni destabilizzano un po' il quadro – aggiunge il padre della legge contro l'omotransfobia – perciò passate quelle si ha una maggiore serenità per affrontare una partita importante come il Ddl Zan".

Alessandro Zan: La classe politica è più indietro del Paese reale

Servirebbe un certo grado di distensione, dunque, per approvare una legge che punta a garantire i diritti delle persone lgbt, senza che questi diventino ostaggio di posizioni ideologiche. "Penso che la classe politica italiana sia molto più arretrata del Paese reale", ci dice Alessandro Zan quando gli chiediamo perché l'approvazione della legge debba essere subordinata alla campagna elettorale. "Nella maggior parte dei paesi europei il tema dei diritti civili non è oggetto di scontro politico – aggiunge – Qui, invece, alcuni partiti della destra sovranista non hanno ancora risolto del tutto le loro ambiguità rispetto alle discriminazioni e all'omofobia". E questo si riverserebbe sull'approvazione del Ddl Zan che già alla Camera "ha subìto un ostruzionismo pesantissimo". Il deputato lo ha messo nero su bianco anche nel suo libro: "È stato un ostruzionismo fatto prevalentemente da Lega e Fratelli d'ItaliaL'avete denunciato voi con quell'inchiesta molto lucida e inquietante, dove è evidente che Fratelli d'Italia non ha risolto i suoi legami con il fascismo e questo si ripercuote sui provvedimenti che vogliono estendere diritti civili a tutti i cittadini. Se però si continua a discriminare, allora questa società sarà più iniqua e più ingiusta. E l'obiettivo di Fratelli d'Italia e della Lega è un po' questo: non fare avanzare l'Italia sul fronte dei diritti, creando una società in cui ci sono delle persone con meno diritti rispetto ad altre".

I prossimi ostacoli del Ddl Zan

C'era stato persino un tentativo da parte del partito di Giorgia Meloni di anticiparne la discussione a settembre: “Il Senato si esprima rispetto al fatto che il disegno di legge Zan è importante o non lo è più, se mai lo è stato”, aveva detto in Aula il senatore di Fratelli d'Italia, Luca Ciriani. Per Alessandro Zan, però, si trattava solo di una tattica studiata per affossare definitivamente il disegno di legge: "Quello è stato solo un altro tentativo di affossarlo – ha ribadito il deputato ai nostri microfoni – Fratelli d'Italia aveva anche presentato il non passaggio agli articoli, una sorta di pregiudiziale che porterebbe la legge direttamente in Commissione". Non si tratta certo dell'unico scoglio che la legge ha incontrato durante il suo iter. E adesso, il Senato potrebbe modificare il testo del disegno di legge e rimandarlo così alla Camera, allungandone il processo di approvazione: "Il Ddl Zan è già frutto di molte mediazioni – ricorda il deputato dem – Alla Camera ha ottenuto una larga maggioranza, anche con pezzi del centrodestra che lo hanno votato". È una "legge da maneggiare con cura", aggiunge Zan: "Ora, intervenire al Senato con ulteriori emendamenti rischia di rendere una legge nata come antidiscriminatoria, discriminatoria perché se, ad esempio, togliamo dalla legge i riferimenti all'identità di genere è come se andassimo a togliere una tutela alle persone transgender che sono quelle più discriminate". Con il Pnrr e tutti gli adempimenti ad esso connesso, "il Senato dovrebbe assumersi un certo senso di responsabilità", osserva Zan: "Se si approvasse la legge così com'è, finalmente si approverebbe una legge di civiltà che il Paese attende da tanti anni".

Le legge contro i crimini d'odio resta un'urgenza

"Mentre il palazzo discute, si consumano quotidianamente fenomeni di discriminazione, violenza e bullismo". Alessandro Zan rivendica l'urgenza di approvare la legge con cui si propone di modificare l'articolo 604 bis del codice penale che punisce con la reclusione fino a un anno e sei mesi o con una multa fino a 6mila euro i reati di discriminazione razziale, etnica e religiosa, mentre per i casi di violenza o di istigazione alla violenza per gli stessi motivi prevede la reclusione da 6 mesi a 4 anni. Il Ddl Zan punta ad allargare le maglie della previsione normativa, estendendola anche ai casi di discriminazione fondata sul sesso, sul genere e sull'identità di genere, sull'orientamento sessuale e sulla disabilità. Ma la norma da sola non basta: "Serve anche un'azione culturale – evidenzia Zan – perché se qualcuno picchia o esercita violenza verso chi si tiene per mano o si dà un bacio in pubblico, questo dimostra che queste persone sentono che in qualche modo lo Stato li autorizza a farlo. Invece, dobbiamo dire con forza che lo Stato ha approvato una legge contro i crimini d'odio e che non transige sul fatto che ci possano essere discriminazioni verso delle persone per la loro identità".

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