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Caso Fiorito

I viaggi di Fiorito a Parigi, Positano e in Costa Azzurra (pagati coi soldi pubblici)

Nell’informativa delle Fiamme Gialle consegnata alla Procura di Roma spuntano nuove accuse nei confronti dell’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, ora in carcere a Regina Coeli: “Viaggi istituzionali per il presidente Fiorito” (secondo la causale) in giro per le più belle mete vacanziere d’europa. E c’è anche un lampadario, sempre pagato coi soldi del partito.
A cura di Biagio Chiariello
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Viaggi a Londra, Costa Azzurra e Parigi; soggiorni da sogno a Positano; ma anche lampadari per la casa ai Parioli, tutto rigorosamente pagato con i soldi del partito di cui era capogruppo. Sono queste le nuove "misteriose" spese che la Procura di Roma contesta a Franco Fiorito, già indagato per aver trasferito 1 milione e 380 mila euro sui suoi conti dalle casse del PdL alla Regione Lazio ed ora in carcere a Regina Coeli con l'accusa di peculato. Nell'informativa del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, consegnata dal procuratore aggiunto Alberto Caperna ai giudici, si legge dunque di «trasferte» costosissime prenotate presso un’agenzia di viaggi di Anagni. "Viaggi istituzionali per il presidente Fiorito", questa la causale utilizzata da Er Batman per giustificare le spese. In base a quanto accertato dagli inquirenti, Fiorito soggiornava spesso in alberghi di lusso come nel caso della vacanza a Positano dove ha dormito nell'hotel San Pietro, un cinque stelle da mille euro a notte e tra i più rinomati della costiera amalfitana. Nella informativa delle Fiamme Gialle viene citato pure l’acquisto per 400 euro di alcuni lampadari che avrebbero abbellito l’abitazione di via Micheli ai Parioli. Lampadari acquistati non in un negozio di design ma in una nota rivendita romana nella zona del Grande Raccordo anulare.

Le nuove spese "pazze" contestate dalla magistratura a Fiorito, vanno ad aggiungersi a quelle che la scorsa settimana hanno contraddistinto il decreto di sequestro firmato dal gip Stefano Aprile ed effettuato dalla GdF: dalla Bmw, la Smart e la Jeep, tutte riutilizzate dalla stessa Finanza, alla Villa al Circeo, fino ai conti correnti italiani e spagnoli. C'è da dire che la scorsa settimana, rispondendo al giudice che gli chiedeva il perché di quelle ingenti spese con i soldi del gruppo "azzurro" alla Pisana (cioè denaro pubblico), l'ex capogruppo aveva provato a spiegarsi, adducendo che «quel denaro mi spettava e che sarebbe stato utilizzato in buona parte per finalità politiche e che tutto sarebbe stato rendicontato». Nel frattempo i difensori di Fiorito hanno riprovato a chiedere la rimessione in libertà del loro cliente, dopo che lunedì è stata respinta una prima richiesta di scarcerazione: «Ho insistito sulla qualificazione giuridica delle contestazioni. Non siamo di fronte ad un peculato ma ad una appropriazione indebita» dice l'avvocato Carlo Taormina.

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