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Fiorito: “Quei soldi erano miei, ho preso ciò che mi spettava”

Si è concluso l’interrogatorio di garanzia per l’ex capogruppo Pdl, in carcere a Regina Coeli con l’accusa di peculato. Fiorito ha affermato che tutti le spese sono state rendicontate e che le tre indennità che percepiva erano soldi dovuti.
A cura di Biagio Chiariello
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Quel denaro che ha preso gli «spettava» ed era destinato «all'attività politica». Così, Franco Fiorito sentito oggi nel carcere romano di Regina Coeli per l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Stefano Aprile e alla presenza del pm Alberto Pioletti. «Tutto rendicontato», insomma. Nel corso dell'atto istruttorio, durato circa due e ore e mezza, l'ex sindaco di Anagni ha confermato la sua versione dei fatti, esposta ai pubblici ministeri il 19 settembre, spiegando che le indennità gli erano dovute in relazione alle tre cariche che rivestiva (oltre ad essere capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Fiorito era presidente della commissione bilanci e consigliere), budget che gli era poi stato aumentato dopo l'incremento dei fondi per i gruppi stabilito con delibere regionali. Nell'ordinanza di custodia cautelare, però, il gip gli ha contestato, tra l'altro, proprio il cumulo delle indennità, cumulo al quale «non aveva diritto».
I difensori di Fiorito,  Carlo Taormina ed Enrico Pavia, hanno poi chiesto la revoca della misura cautelare in carcere, presentando un'istanza di scarcerazione. Il gip dovrà pronunciarsi entro cinque giorni.

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