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Grasso: “Non sono uscito io dal Pd, ma è il Pd che non c’è più”

Grasso a Pescara attacca il Pd di Renzi, in cui non riconosceva più il partito delle origini, il partito di Bersani specifica. E spiega che per questo ha deciso di abbandonarlo. Ma lascia aperto uno spiraglio alla proposta che pochi giorni fa gli ha fatto lo stesso Bersani: guidare una lista a sinistra.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Senato Piero Grasso al festival della letteratura di Pescara spiega perché ha lasciato il Pd. In un'intervista a Luca Sofri spiega che per lui è il Partito democratico che si è snaturato: "Il Pd era quello del bene comune. Quello di Bersani insieme a Sel, quelli erano i principi e i valori che incarnavano il ragazzo di sinistra che aveva avuto per tutta la vita compressa questa sua natura dei valori di uguaglianza dei diritti, di libertà". Una sentenza lapidaria. Una attacco, nemmeno tanto velato al segretario Matteo Renzi. Perché il vero partito, quello in cui Grasso credeva è scomparso: "Non so se sono uscito io dal Pd oppure è il Pd che non c'è più", si domanda.

Ma la voglia di fare politica attiva, se ci sono le condizioni spiega, c'è. Così come la voglia di poter esprimere se stesso: "Sono passato da una funzione di magistrato ad una funzione ugualmente istituzionale – dice – Non ho potuto fare la politica di scontro, ma nemmeno la politica di suggerimento". E questo forse lascerebbe intendere che ci sarebbe una possibilità per raccogliere la proposta di Bersani, che vedrebbe proprio lui, Grasso, come possibile leader di una coalizione a sinistra, e non il segretario Matteo Renzi: "Noi non tiriamo per la giacchetta nessuno, ma per il nostro profilo civico e di sinistra Grasso ci sta da dio", aveva detto il leader di Mdp dopo il voto siciliano. Anche Sinistra italiana e Possibile convergerebbero sull'idea di affidargli la premiership.

Ieri il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni  insieme a Speranza e a Civati hanno avuto un incontro con Grasso per provare a convincerlo a scendere in campo, e a correre per Palazzo Chigi, per tentare di arrestare l'avanzata delle destre, dopo il flop in Sicilia.

Grasso durante l'intervista a Pescara ha parlato poi di futuro, e della necessità di ricercare la verità per costruirlo. Un atteggiamento questo che il presidente del Senato mette in atto anche in politica: "La ricerca della verità è sempre stato l'obiettivo principale della mia vita, la priorità, come magistrato. Nel momento in cui mi sono spostato in politica non ho perso di vista i miei obiettivi di legalità e giustizia. Nel mio primo discorso da presidente del Senato dissi che avrei voluto che si facesse una Commissione su tutte le stragi e le mafie che potesse collegare tutto. Il mio appello non fu accolto, si fece la solita Commissione antimafia. È una cosa che farei ancora oggi".

L'edorsement su un suo possibile ruolo in prima linea nel centrosinistra era arrivato anche da Di Pietro questa mattina, che in un'intervista su Radio Cusano Campus ha detto: "Come vedrei Grasso leader del centrosinistra? Bene! E' una figura istituzionale, sempre riservato, è sempre stato un punto di riferimento, non si è candidato perché era presidente del Senato e voleva rispettare il proprio ruolo, ha affrontato criminali di ogni specie, non credo che avrebbe paura di affrontare le elezioni. Grasso è una personalità su cui nessuno avrebbe da ridire. Potrebbe essere il federatore del Nuovo Ulivo. Per questo non glielo faranno fare". 

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