Governo Conte: cosa succede adesso e quanto tempo ci vorrà
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito l’incarico di formare il governo – a guida M5s-Lega – al professor Giuseppe Conte, il quale ha accettato con riserva. Una formula che indica una prassi consolidata: il presidente incarico, dopo il conferimento dell’incarico, accetta con riserva per dar vita a un giro di consultazioni (che si terrà oggi) per verificare la tenuta della maggioranza in Parlamento. Conte potrebbe anche tentare di allargare il governo ad altre forze politiche, ma è comunque certo del sostegno di M5s e Lega, sufficiente per far nascere l’esecutivo.
Dopo le consultazioni, Conte tornerà al Quirinale per sciogliere la riserva: sia in negativo (nel caso di fallimento), sia in positivo. In questo secondo caso si presenterà da Mattarella con la lista dei ministri. Conte ieri ha fatto sapere che nei prossimi giorni tornerà al Colle e presumibilmente potrebbe farlo già domani, considerando che le sue consultazioni si concluderanno stasera. Quando Conte scioglierà positivamente la riserva, Mattarella emanerà tre decreti: la nomina del presidente del Consiglio, la nomina dei singoli ministri (che deve essere controfirmata dal nuovo presidente del Consiglio) e l’accettazione delle dimissioni del governo uscente, quello guidato da Paolo Gentiloni.
Si passerà poi al giuramento, che avverrà al Quirinale. Questa la formula che Conte dovrà recitare: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione”. In tempi brevi si passerà poi alla cerimonia della campanella, un passaggio di consegne tra il governo uscente e quello nuovo che si svolge a Palazzo Chigi.
Sbrigate tutte queste formalità, si dovrebbe riunire per la prima volta il Consiglio dei ministri ed entro dieci giorni la nuova squadra di governo si presenterà alle Camere per il voto di fiducia in Parlamento. C’è chi si aspetta che già tra martedì e mercoledì prossimi Conte vada a chiedere la fiducia nei due rami parlamentari: prima al Senato e poi alla Camera, per il principio dell’alternanza per cui la fiducia viene votata una volta prima a Montecitorio e una volta prima a Palazzo Madama. Il voto avverrà per appello nominale. Se il governo otterrà la fiducia, inizierà a svolgere le sue funzioni con pieni poteri. Se non la otterrà Conte tornerà al Quirinale per dimettersi.