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Espulsa dall’Aeronautica dopo le violenze, Giulia Schiff: “Alle donne consiglio di denunciare”

Il prossimo martedì si svolgerà l’udienza al Consiglio di Stato, che stabilirà se l’allieva pilota Giulia Schiff, espulsa dall’Accademia di Pozzuoli nel 2018, potrà rientrare nell’Aeronautica. La 22enne ha denunciato un episodio di nonnismo avvenuto durante il rito del battesimo del volo. Da quel momento per lei è iniziato il calvario.
A cura di Annalisa Cangemi
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La vicenda di Giulia Schiff, allieva pilota dell'Accademia aeronautica di Pozzuoli, si dipana in diversi rivoli processuali. Non c'è solo il rito del battesimo del volo, durante il quale la ventiduenne di Mira (Venezia), viene picchiata da alcuni commilitoni con dei fustelli, che le lasceranno segni sui glutei per 20 giorni. Quella di Giulia è una storia di mobbing e nonnismo, in cui i confini tra lecito e illecito dovranno essere stabiliti dai giudici, ma della quale ci si può fare un'idea, partendo dai fatti.

Tutto comincia dal tradizionale rito d'iniziazione, che si svolge presso la Scuola di volo di Latina il 4 aprile del 2018, dove la giovane si trova per il periodo di l’addestramento: Giulia, come è documentato in un video, viene raccolta dall'aereo, come prevede la tradizione, e dopo aver ricevuto violente frustate per otto minuti, viene anche sbattuta contro l'ala di un velivolo, prima di essere gettata in piscina.

L'episodio verrà liquidato dall'Aeronautica come semplice goliardia. Eppure, come ci ha raccontato Giulia, sono molte le donne che la contattano per raccontare di molestie o abusi subiti all'interno delle Forze Armate: "Io consiglio di denunciare perché insieme possiamo fare massa critica utile ad attirare l'attenzione su un argomento evidentemente poco in voga, ma che è assolutamente attuale ed è molto esteso a tutte le Forze Armate". Però per lei che quel muro di silenzio ha provato a romperlo le cose non sono state affatto semplici, e in questa battaglia si è trovata praticamente da sola.

Perché Giulia è stata espulsa dall'Aeronautica?

Nonostante Giulia durante il rito implori i colleghi di fermarsi nessuno le dà ascolto, e le sue suppliche vengono ignorate anche dai suoi superiori, che sono presenti e assistono alla scena. Giulia sta frequentando il corso per il quale ha faticato tanto, al concorso per l’ammissione di dieci allievi ufficiali di complemento dell’Aeronautica, per ottenere il brevetto di pilota militare, è arrivata quarta. Ha tutte le carte in regola per farcela e non vuole gettare via il lavoro fatto. Così decide di raccontare quanto ha subito al padre, ex pilota dell'Aeronautica, il quale, sorpreso dell'accaduto, chiede spiegazioni a un ufficiale, suo ex collega e amico, che fa parte tra l'altro della catena gerarchica di comando all'interno della quale è inserita l'Accademia di Pozzuoli. Partono così le prime indagini interne, che però cadono nel vuoto. Ma da quel momento inizia il vero calvario di Giulia, con continue punizioni per futili motivi: richiami per essersi servita alla macchinetta del caffè o rimproveri per essere arrivata in ritardo nonostante avesse rispettato l'orario che le era stato indicato.

In quei mesi è vittima di bullismo da parte dei suoi commilitoni, e viene continuamente presa di mira. In tutto arriverà a totalizzare quasi 60 giorni di consegna, una cifra spropositata, che però consentirà ai suoi superiori di espellerla senza preavviso dall'Accademia, il 6 settembre 2018, per "insufficiente attitudine militare". Una valutazione legata esclusivamente alle sanzioni disciplinari, senza alcun tipo di approfondimento psicologico, e che suscita almeno qualche perplessità: la persona che le ha dato i voti bassi è la stessa che ha negato le violenze al superiore gerarchico che era stato informato del rito.

A quel punto però il padre di Giulia mostra ai suoi ex colleghi dell'Aeronautica anche le foto e i video delle violenze, che fino a quel momento aveva tenuto nascosti, un po' per pudore e un po' per non compromettere la carriera di sua figlia, puntando il dito contro l'amministrazione e contro eventuali responsabilità della linea di comando. Ma è la stessa Aeronautica a far scattare la denuncia, attraverso un'informativa di reato alla Procura militare della Repubblica. Questo è un passaggio fondamentale: non è stata Giulia a presentare la prima denuncia formale, come ritorsione nei confronti dei superiori che l'hanno cacciata.

"Non c'è stato alcun atteggiamento vendicativo da parte della mia assistita – ha detto a Fanpage.it l'avvocato Massimiliano StrampelliSono gli atti processuali che dimostrano che è stata l'Aeronautica militare a fare per prima la denuncia, e a partire da questa si instaura un procedimento, che è procedibile d'ufficio. Nel momento stesso in cui la Procura ipotizza un reato di lesioni, in concorso tra più persone, il procedimento non dipende più dalla volontà della persona offesa".

Dopo le denunce otto sergenti del 70esimo Stormo dell’Accademia di Latina sono accusati di violenze nei confronti della collega e finiscono sotto processo, per il reato continuato di lesione personale, pluriaggravato e in concorso. La prossima udienza è attesa per il 23 settembre 2021 al tribunale militare di Roma, anche se il 12 giugno la Cassazione dovrà decidere se della vicenda è competente il tribunale di Roma o il tribunale di Latina (in questo secondo caso l'udienza sarebbe il 5 novembre). In questo processo il ministero della Difesa è responsabile civile: la citazione del ministero è stata decisa dal tribunale militare della Capitale, a partire da un'istanza della parte civile.

"Noi abbiamo fatto una denuncia molto estesa – ci ha raccontato Giulia – solo poche pagine riguardano il battesimo del volo. Abbiamo parlato di mobbing e vessazioni. È stata la Procura a decidere di indagare sugli otto imputati. Le persone che hanno omesso la sorveglianza non sono state indagate". 

A seguito dell'espulsione Giulia presenta anche ricorso al Tar del Lazio, che le dà torto. A giugno 2019 però è Palazzo Spada ad accogliere il ricorso presentato dai legali della giovane ex allieva, disponendo con un'ordinanza un reintegro temporaneo, che permette a Giulia di completare la sua attività di formazione nel 125esimo corso, cioè quello successivo al suo. Durante questo periodo però la sua attività addestrativa è praticamente inesistente, e la ragazza viene tenuta in un sostanziale ‘standby' in attesa che si definisca la sua posizione. Il prossimo 18 maggio è prevista l'udienza al Consiglio di Stato, che deciderà sulla sospensione degli effetti della sentenza del Tar del Lazio, e stabilirà se Giulia può essere riammessa definitivamente nell'Arma Azzurra.

Le indagini a Napoli

Ci sono altri due procedimenti, ancora in fase di indagine, uno incardinato presso la Procura ordinaria di Napoli e uno presso la Procura militare Napoli. I reati ipotizzati in questo caso sono abuso di autorità con minaccia da parte dei superiori, relativo al periodo successivo al reintegro disposto dal Consiglio di Stato, e il reato di molestie persecutorie, perché la Procura ipotizza che vi siano stati degli atteggiamenti vessatori nei confronti di Giulia, sia nel periodo compreso tra il rito del battesimo e l'espulsione, sia nel periodo successivo al suo reintegro in via cautelare. Il procedimento è stato attribuito alla quarta sezione indagini della Procura di Napoli che è competente per le fasce fragili, "quasi a ipotizzare per Giulia un caso di maltrattamenti in famiglia", ha spiegato l'avvocato Strampelli. Per far luce su questi reati sarebbero essenziali le testimonianze dei colleghi di corso di Giulia, ma alcuni allievi le hanno detto espressamente di non poter esserle d'aiuto, perché consapevoli di poter rischiare il posto.

Il caso di Giulia arriva in Parlamento

Lo scorso settembre il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, durante un question time al Senato, ha dichiarato di seguire "con doverosa attenzione" la vicenda. "Non ci sarà comprensione – ha assicurato – per eventuali comportamenti, che anche alla luce dei pronunciamenti ancora attesi, si rivelassero difformi dagli imprescindibili principi di correttezza, etica professionale e rispetto della dignità individuale".

Nel frattempo il sostegno a Giulia è arrivato da diversi esponenti politici, come la vicepresidente del Senato Paola Taverna (M5s), che nell'aprile 2019 commentava così il video del rito di iniziazione: "Trovo raccapricciante quello che ci rivela questo filmato, ma trovo ancora più scandaloso che questa ragazza sia stata espulsa dall'Accademia per aver denunciato il fatto". Dopo un servizio che ‘Le Iene' hanno mandato in onda il 6 aprile 2021 è stata l'ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta ad intervenire, dicendo che Giulia ha subito "quello che molti chiamano rito goliardico, ma che corrisponde a un atto, che se fosse stato fatto da anziani di corso, sarebbe definito di nonnismo".

"Sono ben cosciente – ha proseguito l'ex ministra – dell'importanza dei riti e della goliardia, tutti noi l'abbiamo apprezzata, al liceo, all'Università, nelle FFAA, ma qual è il limite alla goliardia e dove inizia il nonnismo? Se non c'è il consenso può essere goliardia? Se le frustate sul sedere lasciano segni che diventano lividi, non si chiama violenza?".

"Mi piacerebbe che la grande e onorata Arma Azzurra, per la quale nutro una stima immensa riapra le sue porte a Giulia Schiff, su cui l'Aeronautica e tutto il Paese ha investito, perché formare un pilota costa, offrendole la possibilità di dimostrare le proprie capacità".

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