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Elezioni comunali, a Torino è ballottaggio tra Stefano Lo Russo e Paolo Damilano

Il primo turno delle elezioni comunali di Torino si è concluso senza un nuovo sindaco. Andranno al ballottaggio, fissato per domenica 17 e lunedì 18 ottobre, Stefano Lo Russo e Paolo Damilano. Il primo, candidato a guida di una coalizione di centrosinistra si è piazzato davanti al secondo. Cruciali saranno eventuali appelli al voto o apparentamenti in vista del secondo turno.
A cura di Giuseppe Pastore
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A Torino la sfida si giocherà tutta al ballottaggio tra Stefano Lo Russo e Paolo Damilano. Il primo, candidato per il centrosinistra, si è piazzato davanti all'avversario. Secondo i dati del Viminale, infatti, Lo Russo è in vantaggio, con il 43,68% dei voti, mentre Damilano, sostenuto da una coalizione di centrodestra capeggiata da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, è dato al 38,85%. Come da previsioni, dunque, nulla da fare al primo turno nella competizione torinese dove il prossimo sindaco sarà eletto alla seconda tornata del 17 e 18 ottobre. Sotto la Mole si respirava da tempo un'aria da testa a testa, poi confermata dai sondaggi che prospettavano un ballottaggio tra le due coalizioni. Adesso, a Lo Russo toccherà mantenere il vantaggio ottenuto dalle urne e al centrodestra recuperare la distanza dallo sfidante. La partita è ancora tutta da giocare e sono molti gli indecisi da convincere. Già ieri, infatti, si è registrato un forte calo di affluenza (alle 23, ha votato il 36,5% degli aventi diritto) rispetto alle comunali del 2016 dove però i seggi erano aperti per un solo giorno. Oggi, invece, alla chiusura delle urne il 48% degli elettori si è recato in cabina contro il 57% del 2016. Per decretare il prossimo sindaco di Torino saranno cruciali eventuali appelli al voto o apparentamenti dell'ultima ora, soprattutto nel centrosinistra che, come altrove, si è presentato alle elezioni amministrative frammentato tra più candidati e liste appartenenti alla stessa area.

Un dato che potrebbe aver penalizzato Lo Russo al primo turno, ma che potrebbe essere molto prezioso al ballottaggio, dove l'incognita più grande resta comunque la posizione che assumerà il Movimento 5 Stelle con la sua candidata Valentina Sganga che secondo le proiezioni ha raccolto il 9,4%. Il leader Giuseppe Conte aveva già escluso ogni possibilità di apparentamento con la coalizione di centrosinistra in caso di ballottaggio, perché "i cittadini non sono dei pacchi postali che spostiamo da una parte all'altra", aveva detto. A Torino, il vero ostacolo per un accordo è rappresentato dagli attriti tra M5S e PD che hanno attraversato i 5 anni di amministrazione Appendino e durante i quali proprio Lo Russo ha condotto una forte opposizione alla sindaca uscente. Se non ci sarà un apparentamento, non è da escludere però che arrivi comunque un'indicazione di voto agli elettori pentastellati. Un voto utile ad ostacolare una vittoria del centrodestra che con il candidato di estrazione civica Damilano ha già ottenuto un risultato storico per il capoluogo piemontese.

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