343 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Dpcm novembre, perché la Calabria è zona rossa con 200 contagi al giorno

La Regione Calabria da domani sarà zona rossa. Eppure il numero di contagi qui è molto più basso rispetto alle altre Regioni nella stessa fascia di rischio: i casi attivi ieri ammontavano a 3.894. L’intenzione della giunta è ora quella di impugnare l’ordinanza del ministro Speranza: “Il governo se la deve prendere con se stesso che in tanti mesi di commissariamento della Calabria non ha fatto una mazza”, attacca Spirlì.
A cura di Annalisa Cangemi
343 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Tra le Regioni rosse, che in base all'ultimo dpcm dovranno chiudere da domani, ci sono la Lombardia, il Piemonte, la Valle d'Aosta e la Calabria. Per i cittadini di questi territori per i prossimi 15 giorni sarà vietato entrare e uscire dalla propria Regione. Chiuderanno bar e ristoranti, ci sarà la didattica a distanza per gli studenti di seconda e terza media e per quelli delle superiori, le università chiuderanno, chiuderanno i centri sportivi, e si potrà uscire di casa solo per motivi di necessità, lavoro e urgenza.

In questa Calabria da settimane si registrano più di 200 contagi quotidiani. Ieri sono stati 262, (266 il giorno precedente), con l'aggiunta di due decessi che portano il totale delle vittime dall'inizio della pandemia a 124. Qui i numeri sono molto più bassi rispetto ai casi che si contano in Lombardia (ieri  7.758 positivi al coronavirus e 96 morti) o Piemonte (ieri 3.577 nuovi contagi e 37 morti). Ma la fragilità del sistema sanitario regionale basta da solo a collocare la Calabria tra le zone a rischio massimo. Al momento sono undici i pazienti ricoverati nei reparti di rianimazione, ieri uno in più rispetto al giorno precedente.

Polemiche sono state sollevate dopo che la Regione Calabria ha stabilito un nuovo metodo, del tutto autonomo, di conteggio dei ricoveri in terapia intensiva: solo due giorni fa erano stati comunicati 26 posti, che poi nel giro di poche ore sono diventati 10. Questo ritocco al ribasso è stato possibile solo perché dal 3 novembre solo chi è intubato sarà considerato in terapia intensiva. Chi è in ventilazione assistita, anche se si trova nel medesimo reparto, non viene conteggiato come posto in terapia intensiva. Non è chiaro se questo cambio di strategia risponda all'esigenza di fornire al Governo numeri più bassi, nel tentativo di evitare l'istituzione in Calabria della zona rossa.

I casi attivi ieri ammontavano a 3.894, quelli da inizio pandemia 6.092. Questi numeri sono apparentemente bassi se rapportati con quelli delle altre Regioni. Basti pensare che in Calabria l'indice Rt medio è all'1,66 (il Cts indica fissa all'1,5 la soglia oltre la quale scatta il livello d'allarme) mentre Piemonte e Lombardia avevano superato nei giorni scorsi quota 2, con un Rt rispettavamente a 2,16 e 2,09. Eppure i dieci anni di commissariamento – la sanità calabrese è commissariata ininterrottamente dallo Stato dal mese di agosto 2010 – che hanno prodotto tagli a reparti e personale, hanno costretto il governo ad adottare misure più stringenti, perché il sistema sanitario è già in tilt.

A preoccupare poi sono anche il tracciamento e il numero dei tamponi, che rientrano tra i 21 parametri indicati dal Cts che determinano la collocazione di una Regione in una delle tre fasce di rischio. In Calabria quotidianamente vengono effettuati circa 2800-2900 tamponi. Individuare la rete di contatti stretti dei positivi poi è quasi impossibile, anche perché la Regione è ultima in classifica per numero di utenti che hanno scaricato la app Immuni.

Regione vuole impugnare l'ordinanza del ministero della Salute

L'intenzione della giunta è ora quella di impugnare l'ordinanza del ministro Speranza che istituisce la zona rossa in Calabria per i prossimi 15 giorni. "Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale", dice Nino Spirlì,  presidente attuale della giunta della Calabria Sprilì, che ha temporaneamente sostituito Jole Santelli, deceduta da poche settimane. "Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti, non hanno prodotto alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di ‘chiudere' una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d'Aosta".

"Alle 19.59 sono stato informato dal ministro Speranza che la Calabria era zona rossa" ma con questa decisione "qui la gente creperà di fame", dice ancora Sprilì Coffee break su La7 il."Il governo se la deve prendere con se stesso che in tanti mesi di commissariamento della Calabria non ha fatto una mazza, il governo ricomissaria la sanità in Calabria lasciando al posto di comando il commissario che il governo stesso ha detto non ha fatto bene il suo lavoro", attacca Spirlì. "Il governo invece di fare le decisioni semaforiche avrebbe dovuto fare una decisione con i contro maroni decidendo che tutta Italia deve comportarsi in un certo modo".

In Calabria Sanità commissariata

Il riferimento è alla proroga di ieri del decreto Sanità Calabria, che era stato varato nell'aprile dello scorso anno e poi ratificato in Parlamento, che contiene il prolungamento del commissariamento per il prossimo triennio, con lo scopo di fare uscire la Regione dall'emergenza e rimettere a posto i conti. Nel comunicato del Cdm di ieri sera si legge infatti: "In ragione della situazione emergenziale in corso e verificato il reiterato mancato raggiungimento, nella Regione Calabria, del punteggio minimo previsto dalla griglia dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in ambito sanitario e degli obiettivi economico-finanziari previsti nei programmi operativi, il testo dispone, per la stessa regione, misure eccezionali per assicurare il fondamentale diritto alla salute". E questo significa che per i prossimi 2 anni, prorogabili di ulteriori dodici mesi, la Regione non potrà agire direttamente sulla Sanità.

Sarà infatti il commissario, che avrà a disposizione 60 milioni l'anno, "subordinatamente alla sottoscrizione dello specifico Accordo tra lo Stato e le regioni concernente l'intervento straordinario per l'emergenza economico-finanziaria del servizio sanitario della regione Calabria e per il riassetto della gestione del servizio sanitario regionale", si legge nella bozza. 40 milioni dovrebbero invece arrivare subito, per il contrasto dell'emergenza Covid. Il commissario si occuperà anche fare le nomine di tutti i manager ospedalieri, e di vigilare sull’attuazione del piano Covid. Dovrà inoltre definire un piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, ospedaliera e territoriale della Regione.

L'attenzione del governo è anche sulla scuola. Proprio per favorire la didattica a distanza il ministero dell'Istruzione ha reso noto lo stanziamento di 3,5 milioni di euro da ripartire a beneficio di 360 istituti scolastici calabresi.

343 CONDIVISIONI
32804 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views