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Dl Recovery, proroga contratto navigator di 4 mesi: restano in Anpal, nessun passaggio alle Regioni

Sui navigator la maggioranza ha raggiunto un accordo ponte: proroga di 4 mesi, fino al 30 aprile 2022, in attesa di trovare una soluzione strutturale che preveda l’assunzione stabile di questi professionisti nei Centri per l’impiego.
A cura di Annalisa Cangemi
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Una soluzione, seppur temporanea, per i contratti in scadenza a fine anno dei navigator è stata trovata ieri sera: saranno in servizio per altri quattro mesi, fino al 30 aprile 2022, e dipenderanno ancora da Anpal. Non ci sarà quindi il passaggio di queste risorse nel personale delle Regioni (si era parlato di un periodo non superiore a 6 mesi)allo scadere del contratto il 31 dicembre 2021, e non saranno dunque le Regioni a occuparsi della loro eventuale stabilizzazione.

Non più un emendamento alla manovra di Bilancio, come era stato detto in principio, ma un emendamento al relatore al dl Recovery, che è stato poi modificato più volte. L'accordo è il risultato raggiunto ieri con un compromesso di maggioranza, che si è tradotto nell'approvazione di una riformulazione di subemendamenti alla proposta che era arrivata sul decreto sul Pnrr in commissione Bilancio alla Camera.

Nel testo coordinato dell'articolo subemendato, al punto 1, si legge che "Nelle more delle procedure di selezione e di assunzione delle unità di personale da destinare ai centri per l’impiego", "al fine di consentire la continuità delle attività di assistenza tecnica per garantire l’avvio e il funzionamento del reddito di cittadinanza nelle fasi iniziali del programma", "Anpal servizi spa è autorizzata a prorogare i contratti stipulati con il personale che opera presso le sedi territoriali delle regioni medesime per svolgere le predette attività di assistenza tecnica fino al 30 aprile 2022"

Al punto 2 si specifica che tale proroga rimane nei limiti e attingendo dalle risorse assegnate a ciascuna Regione (e non ancora utilizzate) per le assunzioni previste per i centri per l'impiego secondo il decreto che ha istituito il Reddito di cittadinanza, cioè il decreto legge numero 4 del 2019.

Questa naturalmente non è una soluzione definitiva, ma permetterà intanto ai Centri per l'impiego di continuare a funzionare senza il rischio di un blocco, che con il venir meno di questi 2400 ‘tutor' del reddito di cittadinanza sarebbe stato inevitabile. Il governo pensa comunque a una soluzione strutturale, che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi, prima della fine di aprile, per inserire stabilmente questi professionisti delle politiche attive del lavoro negli organici dei Centri per l'impiego, nell'ambito del programma GOL.

Le reazioni

"La proroga di 4 mesi dei navigator è una boccata d'ossigeno, non solo per i circa 2.400 professionisti che da oltre due anni supportano i CPI italiani, ma soprattutto per le amministrazioni Regionali. In questi ultimi mesi molti CPI di tutta Italia e alcune Regioni hanno manifestato preoccupazione per la perdita di queste risorse fondamentali ed integrate nelle funzioni quotidiane dei Centri e dei relativi adempimenti. Questo risulta ancor più problematico alla luce della estrema lentezza con la quale le Regioni stanno procedendo ed organizzando i bandi per le assunzioni nei CPI; al 31 dicembre saranno stati assunti circa 4.000 nuovi operatori rispetto agli 11.535 previsti dal Piano di potenziamento del 2019", ha spiegato la sottosegretaria al Lavoro Rossella Accoto.

"Nella trattativa di ieri sulla proroga di questi esperti di politiche del lavoro ci sono state posizioni politiche inaccettabili dato che stiamo parlando di persone e non di pacchi od oggetti. I numeri del resto li potrebbero far assomigliare ad una delle più grandi vertenze aperte ad oggi nel nostro Paese. L'unica differenza è che quando il datore di lavoro è lo Stato i lavoratori diventano oggetto di scontro politico; un atteggiamento inaccettabile che non deve penalizzare migliaia di famiglie. Ora abbiamo 4 mesi per inserire questi professionisti negli organici dei CPI italiani evitando di disperdere investimenti ed esperienze maturate sul campo".

La soluzione temporanea ha convinto anche L'Associazione Nazionale Navigator: "Siamo contenti che si sia trovata una mediazione, ma ci auguriamo che sia solo un punto di partenza. Speriamo che nei prossimi mesi ci sia meno improvvisazione da parte del ministero".

Soddisfatte le Regioni, secondo cui l'accordo di ieri è una "buona notizia": "Ringraziamo il relatore Roberto Pella, il Governo e la maggioranza per aver accolto la richiesta unanime delle Regioni di ritiro dell'emendamento alla conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, con cui si scaricava sulle regioni il peso della stabilizzazione dei navigator. Come è noto le Regioni già dal 2109 avevano espresso forti riserve sulla contrattualizzazione con forme di lavoro precario di questo personale, anche nella prospettiva di possibili richieste di stabilizzazione, che non avrebbero potuto essere garantite dalle amministrazioni regionali. È ora in atto un forte percorso di riforma delle politiche attive e in questo ambito lo Stato e le Regioni stanno lavorando per completare i piani di rafforzamento dei centri per l'impiego, propedeutici anche per l'attuazione degli interventi del PNRR. In tale contesto giova sottolineare che molti navigator hanno partecipato alle procedure concorsuali regionali e, qualora abbiano superato le relative selezioni, sono già stati inseriti nei percorsi di assunzione", ha scritto in una nota la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Fratelli d'Italia rivendica il mancato assorbimento dei navigator nelle amministrazioni regionali, contro cui aveva fatto fronte comune tutto il centrodestra: "La ferma e trasversale opposizione delle Regioni e la denuncia di Fratelli d'Italia hanno permesso di bloccare il tentativo di garantire ai navigator un beneficio non solo immeritato, ma anche elusivo di tutti gli adempimenti richiesti agli italiani. Cittadini che, per trovare un'occupazione pubblica, sono costretti a dure procedure selettive, mentre per i navigator era stata proposta l'assunzione automatica presso le amministrazioni regionali. La sinistra e il M5S hanno tentato una forzatura simile alle peggiori sanatorie della prima Repubblica. Sarebbe stato inaccettabile scaricare su altri le conseguenze del fallimentare reddito di cittadinanza, voluto dal Movimento 5 stelle. La decisa opposizione di FDI e la conseguente presa di posizione di tutto il centrodestra hanno impedito questo scempio, finalizzato alla paradossale evenienza che gli unici da assumere grazie ai navigator sarebbero loro stessi", ha commentato il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.

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