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Dl Cutro, al Senato la destra si divide sulla protezione speciale per migranti e fa slittare il voto

Nella lunga seduta in cui il Senato ha discusso il decreto Cutro, la maggioranza di centrodestra ha chiesto di modificare l’emendamento sulla protezione speciale, eliminando l’obbligo di rispettare i trattati internazionali. È stato un intervento del governo Meloni a fermare la proposta.
A cura di Luca Pons
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Dopo quasi undici ore di dibattito, ieri notte il Senato ha chiuso la discussione sul decreto Cutro senza arrivare al voto finale, che è stato spostato a questa mattina. Al centro delle polemiche che hanno causato i ritardi – in una seduta comunque lunga, dato che il provvedimento è arrivato senza che la commissione competente avesse terminato i suoi lavori e con oltre trecento emendamenti da discutere – c'è stato un emendamento in particolare, quello sulla protezione speciale: proposto dal governo, modificato dalla maggioranza di centrodestra e poi ritrattato in extremis dalla stessa maggioranza.

La proposta di Gasparri: eliminare il riferimento ai trattati internazionali

Nel testo originale dell'emendamento, il governo aveva introdotto forti limitazioni al rilascio della protezione speciale, restringendo moltissimo la possibilità di vederla convertita in un permesso di soggiorno per lavoro. Durante il dibattito al Senato, però, Maurizio Gasparri è intervenuto chiedendo di modificare questa proposta.

A nome della maggioranza, ha chiesto di inserire nella legge anche l'eliminazione di un passaggio specifico del testo unico sull'immigrazione, quello che all'articolo 19, comma 1.1, prevede che l'Italia non possa respingere o espellere una persona straniera se questo va contro i suoi "obblighi costituzionali o internazionali". Insomma, per decidere se riconoscere un permesso di soggiorno – tra cui anche quello per protezione speciale – non si sarebbe più dovuto tenere conto dei trattati internazionali, inclusi quelli sulla tutela dei diritti umani. Una proposta arrivata dalla Lega, secondo quanto riportato da Ansa, con il partito di Salvini che avrebbe convinto anche Fratelli d'Italia e Forza Italia ad accettare la modifica.

Contromossa del governo: "La formulazione dell'emendamento non è chiara"

Tuttavia, è stato proprio il governo di Giorgia Meloni a chiedere di fare marcia indietro alla sua maggioranza. Il sottosegretario del ministero dell'interno, Nicola Molteni, nel dibattito in Aula è intervenuto per dichiarare: "Il governo chiede di accantonare l'emendamento della maggioranza (cioè quello chiesto da Gasparri, ndr). Non si è capita bene la formulazione".

Sempre secondo quanto ricostruito da Ansa, si sarebbe mosso anche il presidente della Repubblica su questo tema. Sarebbero state le interlocuzioni nei giorni scorsi tra gli uffici di Palazzo Chigi e quelli del Quirinale, infatti, a convincere il governo che era necessario non eliminare i riferimenti ai trattati internazionali. In caso contrario ci sarebbe stato rischio di incostituzionalità, e il presidente Mattarella avrebbe anche potuto rifiutare di firmare la legge di conversione del decreto Cutro.

Boccia (Pd): "Ecco il caos del centrodestra"

Così, dopo la richiesta di Molteni, la maggioranza in Parlamento è stata costretta a una marcia indietro e il rispetto dei trattati internazionali è rimasto intoccato. "Si riscrive una riga, la sostanza resta", ha poi dichiarato Maurizio Gasparri. Al contrario, l'opposizione ha sottolineato gli errori della maggioranza, dalla proposta di Gasparri arrivata poco prima che l'emendamento dovesse andare al voto, alla contromossa del governo e alla successiva mediazione, mentre i lavori dell'Aula erano sospesi. "Quanto accaduto dà il senso del caos nel centrodestra", ha commentato il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia.

"Forse la maggioranza e il governo hanno capito che agli obblighi internazionali di rispetto dei diritti umani non possiamo sottrarci, come è stato specificato in passato dal Quirinale. Voglio sperare si siano resi conto che l’unica eventuale conseguenza di una soppressione della protezione speciale sarebbe un contenzioso infinito, perché gli obblighi internazionali permangono", ha dichiarato il deputato Pd e giurista Andrea Giorgis.

Alla fine, non c'è stato tempo per finire di votare tutti gli emendamenti, tra cui proprio quello sulla protezione speciale. La seduta si è chiusa con la lettura dei nomi di tutte le vittime della strage di Cutro. Tutti i senatori si sono uniti in un lungo applauso, tranne quelli di Fratelli d'Italia.

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