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Di Maio non si ricandiderà: “La regola dei due mandati vale anche per me, ma non lascerò politica”

Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, assicura che non si ricandiderà per nessuna carica elettiva seguendo il principio della regola del doppio mandato: “La regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione”. In ogni caso il ministro degli Esteri spiega che non lascerà la politica.
A cura di Stefano Rizzuti
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La regola del doppio mandato rimane sempre valida e, per questo motivo, il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, assicura che non si ricandiderà più, ma che continuerà comunque a ricoprire incarichi politici, anche se non elettivi. Ospite de L’Aria che tira, su La7, Di Maio ricorda che “la regola dei due mandati non è mai stata messa in discussione”. E anche lui, quindi, la rispetterà. Ma non dirà addio alla politica: “No, perché secondo me si fa politica anche quando non si hanno cariche e io vorrei dare al Movimento la mia esperienza”. Il ministro degli Esteri chiede di arrivare con il governo alla fine del mandato: “Poi saranno gli italiani a decidere se abbiamo fatto bene o se dobbiamo andare a casa. Abbiamo la regola dei due mandati. Questa regola ci dice che dobbiamo lavorare adesso perché torneremo ad essere cittadini”.

Di Maio ammette le difficoltà del Movimento 5 Stelle in questo momento, durante una successiva conferenza stampa: “Sicuramente il Movimento è in un momento di difficoltà e lo ammetto prima di tutto io. Dopo 18 mesi al governo e 10 anni nelle istituzioni, abbiamo bisogno di definire nuovi obiettivi e una nuova organizzazione. C’è bisogno di mettere a posto alcune cose”.

Il voto su Rousseau sulle elezioni regionali

Sul voto sulla piattaforma Rousseau per decidere se il Movimento dovrà partecipare o meno alle prossime elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, Di Maio commenta: “Non ho capito perché da 10 anni a questa parte se il Movimento decide in rete si parla di spaccatura. Ci poteva essere se avessi deciso da solo, ma sono gli iscritti che si stanno esprimendo. Se ci sono 500 persone che dal territorio vogliono presentarsi alle elezioni regionali, voteranno no”. Quello che chiede Di Maio è un momento di pausa per riorganizzare il Movimento. E spiega che al post pubblicato oggi “abbiamo lavorato io, Beppe Grillo, Davide Casaleggio e tutti quelli che hanno sulle spalle le responsabilità del Movimento”.

La polemica sul Mes nel governo

Per quanto riguarda la questione Mes, il ministro degli Esteri spiega: “È stata fatta una campagna di mistificazione sul confronto che c’è all'interno del governo sul Mes. Noi non abbiamo mai avuto nessun dubbio sul presidente del Consiglio su questa questione. Non vedo nessun rischio di scontro con il premier e nel governo perché qui non stiamo parlando dell'interesse di una forza politica ma dell'interesse della nazione”. Poi aggiunge: “Siamo molto preoccupati perché ieri il presidente dell'Abi ha detto ‘con questa riforma compreremo meno titoli di stato'. Vuol dire che c'è un problema”.

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