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Decreto energia, giù la benzina di 15 centesimi e sostegni alle imprese: cosa decide oggi il governo

Il governo in Consiglio dei ministri approverà oggi un pacchetto di aiuti a famiglie e imprese per affrontare il caro-energia e il caro-bollette, acuite dalla guerra in Ucraina.
A cura di Giacomo Andreoli
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Un decreto energia per abbassare il costo delle bollette, mettere un tetto al costo del gas e tagliare le accise su gasolio e benzina di almeno 15 centesimi. Il governo ci lavora da giorni e ha continuato a farlo anche stanotte. Oggi, quindi, un apposito Consiglio dei ministri varerà il testo, per aiutare famiglie e imprese.

In particolare a occuparsene fino all'ultimo, a Palazzo Chigi, sono stati il ministro dell'Economia, Daniele Franco e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, insieme al sottosegretario Roberto Garofoli. Le richieste sono molte e da diverse parti: si va dalla cassa integrazione ai ristori diretti. La certezza è una: tagliare di 15 centesimi le accise su benzina e gasolio per due, forse tre mesi, grazie ai maggiori incassi dell'Iva. Questo, entro la fine dell'anno, potrebbe portare fino a 2 miliardi in più del previsto nelle casse dello Stato.

Il nodo degli extraprofitti delle società energetiche

Per il resto, dagli aiuti per le bollette per le famiglie a basso reddito a quelli per le imprese, le risorse pubbliche rischiano di essere scarse, soprattutto se non si riuscirà a mettere a punto un prelievo sugli extra-profitti di tutte le società energetiche (finora sono state colpite solo quelle che producono da fonti rinnovabili). La misura è complessa da definire perché non può essere retroattiva, pertanto rischia di essere poco efficace se gli aumenti da qui in poi dovessero rientrare. Si parla però di almeno circa 800 milioni da ricavare tra le pieghe del bilancio per aiutare soprattutto le imprese a calmierare i prezzi di gas e luce. In ogni caso il premier Draghi ha escluso che si ricorrerà a nuovo deficit, visto che il debito pubblico è sempre più alto e che, almeno fino alla riscrittura del Documento di economia e finanza, va preservata la stabilità dei conti.

Intanto non si è ancora definito un quadro di interventi a livello europeo. Sul piano comunitario il primo passo dovrebbe essere il via libera al temporary framework sugli aiuti di Stato, come è stato fatto per il Covid. Ma dal prossimo Consiglio Ue del 24 e 25 marzo ci si aspetta anche altro: forse anche un Energy Recovery Fund, con nuovo debito comune utile per calmierare i prezzi dell'energia e prevedere stoccaggi e acquisti condivisi sul gas al livello comunitario. Il ministro degli Esteri Di Maio ha anche chiesto all'Unione di imporre un tetto massino al prezzo del gas importato.

La mossa sarebbe utile ad evitare che un eventuale tetto solo italiano possa determinare un vantaggio competitivo per Francia, Spagna e Germania, che acquisterebbero più gas a nostro discapito. Comunque fino all'ultimo si sta ragionando se mettere o meno un limite per il nostro Paese: potrebbe essere 100 euro a megawattora. Non si parla invece di prezzi al ribasso, così come non ci saranno interventi dall'alto per ridurre le commissioni di intermediazione delle società di raffinazione o importazione del petrolio per la rivendita al distributore. Su questo il governo non può far nulla.

Il vertice tra i leader del Mediterraneo per far pressing sull'Ue

Per "coordinare" le posizioni, in vista del Consiglio Ue del 24 e 25 marzo, il premier Draghi vedrà a Villa Madama lo spagnolo Pedro Sanchez, il portoghese Antonio Costa e in collegamento il greco Kyriakos Mitsotakis. L'obiettivo dei leader mediterranei è far inserire il tetto europeo al prezzo del gas, oltre alla separazione del prezzo del gas da quello dell'energia elettrica. Nel frattempo l'Italia è impegnata a diversificare non solo le fonti di approvvigionamento dell'energia, ma anche di altre materie prime, compreso il grano.

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