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Ddl anticorruzione, il nodo fondamentale della riforma della giustizia

Tra ipotesi di modifica ai reati di corruzione e concussione e inasprimento delle pene, continua il dibattito tra il Ministro Severino e i partiti di maggioranza per varare il disegno di legge anti corruzione.
A cura di Antonio Palma
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Tra ipotesi di modifica al reato di corruzione e inasprimento delle pene continua il dibattito tra il Ministro Severino e i partiti di maggioranza per varare il disegno di legge anti corruzione.

I tempi che il Ministro Severino si era dato ad inizio mandato stanno per scadere, ma la riforma della giustizia sembra tutt'altro che in dirittura d'arrivo, con il Governo in evidente crisi nel trovare un punto di unione tra le forze politiche di maggioranza. Nel pacchetto complessivo al centro della trattativa tra Ministro della giustizia e partiti vi è il disegno di legge anticorruzione fortemente voluto dallo stesso Monti e che Severino aveva promesso di preparare entro la metà di questo mese.

Il Governo studia una modifica al ddl in Commissione Giustizia della Camera – L'impegno a presentare il ddl anticorruzione in breve tempo il Governo lo aveva preso anche con l'Europa nel momento del varo del decreto salva Italia così come aveva fatto anche Berlusconi, perché strumento utile alla ripresa del Paese la cui corruzione dilagante è vista come ostacolo fondamentale alla ripresa economica. La ricetta dell'Esecutivo è chiara, mettere mano proprio al vecchio testo del precedente Esecutivo che da anni giace nelle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera rendendolo molto più duro. Il maxiemendamento che il Governo vorrebbe presentare per far ripartire la discussione del provvedimento punterebbe sull'inasprimento delle pene per i reati connessi alla corruzione ma anche sulla reintroduzione di reati come il falso in bilancio aboliti da Berlusconi. Non solo, nelle proposte del Ministro Severino anche l'introduzione di alcuni vincoli per i politici condannati per corruzione e il capitolo dell'accorpamento dei reati di concussione e corruzione nel reato più generico di "traffico di influenze".

Il Pdl mette i paletti – L'importanza della materia lo testimonia l'attenzione che i partiti riservano alla vicenda e la scelta del Ministro di proseguire con colloqui bilaterali dopo gli infruttuosi incontri collettivi. Il Pdl che aveva più volte rigettato ogni modifica al testo originario al tempo del Governo Berlusconi, continua a fare muro sull'inasprimento delle pene per i reati di corruzione. Piccole modifiche al ddl anticorruzione sarebbero accettate solo in un più ampio contesto di riforma della giustizia al cui interno come contraltare dovrebbero entrare la legge sulle intercettazioni e la responsabilità civile dei giudici su cui, però, il Pd promette battaglia.

Il problema delle pene e dei tempi di prescrizione – L'altro nodo del ddl anticorruzione è la durata dei processi e i tempi di prescrizione dei reati che in un sistema così lungo come il nostro finirebbero per rendere impuniti molti colpevoli. Anche su questo punto il Pdl è il partito che appare meno convinto  delle soluzioni del Governo e non gradisce le modifiche ai tempi della prescrizione. Più possibilità di intesa sulle norme per la trasparenza nella pubblica amministrazione, mentre sembra sia stato accantonata l'ipotesi di  introdurre norme per la trasparenza dei partiti nello stesso ddl anticorruzione.

Il Governo è intenzionato a proseguire le trattative – Il Ministro Severino ha ribadito che non c'è nessuna volontà dilatatoria da parte del Governo e che l'Esecutivo si impegnerà nel comporre un piano che metta d'accordo il più possibile i partiti. Resta il fatto che le opposizioni a modificare la legislazione sui reati dei colletti bianchi sono tante e ogni cambiamento dovrà essere misurato e comprendere misure di compensazione. "La lotta alla corruzione rimane una priorità del governo" ha detto il Ministro della giustizia resta da vedere se lo sarà anche per i partiti.

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