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Daniela Santanché: “Bisogna dirlo chiaro, se qualcuno entra in casa mia io lo posso uccidere”

Durante la trasmissione Agorà, su Rai3, Daniela Santanchè è stata chiamata a dire la sua opinione riguardo al caso dell’imprenditore toscano accusato di eccesso di legittima difesa per aver sparato a un ladro. Secondo Santanché però, quello di morire è il “rischio imprenditoriale” di un ladro, e “bisogna dirlo chiaro, chi entra in casa mia, per fare del male a me, ai miei figli e ai miei cari, io lo posso uccidere”.
A cura di Chiara Caraboni
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La morte è il "rischio imprenditoriale" di un ladro. Durante la trasmissione in diretta su Rai3, Agorà, Daniela Santanché ha espresso così la sua opinione in merito al caso di Fredy Pacini, il titolare di un'azienda di rivendita di gomme a Monte San Savino, in provincia di Arezzo, che durante l'ultimo furto subìto ha aperto il fuoco e sparato al ladro, un ventinovenne moldavo. L'uomo, che ha dichiarato di aver contato trentotto furti o tentativi di furto negli ultimi tempi, denuncia non confermata dai Carabinieri, ora è indagato per eccesso di legittima difesa.

Santanché quindi, chiamata a commentare il fatto, si è dichiarata assolutamente a favore della legittima difesa e contro il suo ipotetico eccesso. Anche perché, ha spiegato, quello di morire è un rischio che il ladro deve sapere di poter correre, visto il ‘lavoro' che svolge. Insomma, il rischio del mestiere, o come preferisce definirlo lei "il rischio imprenditoriale". Durante la trasmissione quindi, la senatrice di Fratelli d'Italia ha espresso il concetto in modo chiaro: "Per prima cosa, un cittadino che per 38 volte ha i ladri in casa e nulla succede, diventa lui prigioniero perché deve dormire sul divano, le inferriate e tutto quello che abbiamo visto", ha detto. E poi ha continuato con la sua teoria del rischio: "La seconda cosa è che ci sono dei morti che fanno parte del rischio imprenditoriale di un ladro: se io sono un imprenditore, il mio rischio imprenditoriale è che possa fallire. Se uno fa il ladro, corre il rischio imprenditoriale di morire. Perché bisogna dirlo chiaro, chi entra in casa mia, o in casa di qualcuno per rubare, per fare del male a me, ai miei figli e ai miei cari, io lo posso uccidere. Questo deve essere detto con chiarezza: chi fa il ladro ha il rischio di essere ammazzato". 

Un pensiero che è perfettamente in linea con quello del vicepresidente del Consiglio leghista, Matteo Salvini, che non ha mai nascosto di voler lottare per un ampliamento della legittima difesa. Infatti, Salvini sul suo profilo Facebook ha scritto: "Dopo il #DecretoSalvini, arriverà in Parlamento la nuova legge sulla Legittima Difesa. Io sto con chi si difende, entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia. La mia solidarietà al commerciante toscano, derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi!"

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