"Variante Delta su dieci immigrati arrivati a Lampedusa: è gravissimo, soprattutto se pensiamo che in meno di una settimana sono sbarcati in 2.500": lo afferma Matteo Salvini, che ancora una volta mette sullo stesso piano migranti e coronavirus. Sbarchi e Covid sono un binomio immotivato, gratuito e totalmente arbitrario. Ciò nonostante, Salvini aggiunge: "Dall’inizio dell’anno contiamo 17.698 arrivi di immigrati contro i 5.637 di un anno fa e i 2.154 del 2019. Conto di avere presto un incontro sul tema col presidente Draghi, questa estate l’Italia ha bisogno di turisti che pagano, non di barchini e barconi".
Tracciando un parallelismo ingiustificato tra i migranti e la pandemia di coronavirus, Salvini torna a cavalcare una retorica già utilizzata un anno e mezzo fa, allo scoppio dei primi casi di Covid-19 nel nostro Paese. Non era finita lì: anche a Natale Salvini era tornato all'attacco parlando di "italiani chiusi in casa durante le feste" mentre c'erano i "porti aperti". Dopo un anno e mezzo in cui l'infezione si è diffusa letteralmente in tutto il mondo, questi discorsi dovrebbero apparire in tutta la loro infondatezza.Eppure la destra continua a utilizzarli.
Già perché Salvini non è il solo a scaricare angoscia, frustrazione e rabbia sui migranti. "Italiani costretti all’idiozia della mascherina all’aperto e clandestini liberi di sbarcare e diffondere le varianti del Covid. Ecco a voi il ‘governo dei migliori' (amici degli scafisti)", scrive su Twitter il senatore di Fratelli d'Italia, Giovanbattista Fazzolari, commentando la notizia dei dieci bengalesi positivi alla variante Delta sbarcati sulle coste italiane nelle ultime ore.
Un Paese che ha vissuto oltre quattro milioni di contagi dovrebbe saperlo ormai che il virus si diffonde sia che ci siano gli sbarchi, sia che non ci siano. Che la circolazione si blocca con le misure anti-contagio e soprattutto con i vaccini, non con i porti chiusi. Perché i migranti e gli arrivi via mare non hanno assolutamente nulla a che vedere con la lotta alla pandemia e farlo credere ai cittadini significa prenderli in giro. Significa rifiutare la responsabilità di affrontare la sfida della ripartenza. Così come non si è voluto far fronte alla pandemia in modo serio, ma si è preferito cercare un capro espiatorio su cui riversare la paura e il disagio dei cittadini.