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Opinioni

Qualcuno spieghi a Salvini e Meloni che i porti aperti non c’entrano nulla col Natale degli italiani

Matteo Salvini e Giorgia Meloni attaccano il governo puntando il dito contro le ultime nome anti-contagio e accusando Giuseppe Conte di “chiudere gli italiani nei Comuni e aprire i porti per i clandestini”. Ancora una volta la destra sovranista strumentalizza la pandemia di coronavirus (e il Natale) per fare politica sulla pelle dei migranti. Che però non hanno nulla a che vedere con le regole necessarie per scongiurare una terza ondata a gennaio.
A cura di Annalisa Girardi
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Quale occasione migliore del Natale per cavalcare le polemiche e, con una mossa degna dei più abili prestigiatori, fare un po' di propaganda sovranista sulla pelle dei migranti? Ieri sera, mentre Giuseppe Conte presentava in conferenza stampa le misure anti-coronavirus contenute nel nuovo Dpcm che saranno in vigore per tutto il periodo delle feste, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani erano sotto Palazzo Chigi a chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio. Con dei cartelli in cui si leggeva: "Imprese chiuse. Porti aperti". I leader dell'opposizione, parlando ai microfoni dei giornalisti, non hanno contestato le regole di contenimento del virus di per sé, ma il fatto che oltre a queste in questi giorni il Parlamento si sia occupato anche dei decreti immigrazione, varati per sostituire quelli Sicurezza voluti dal segretario del Carroccio quando era ministro dell'Interno. "In un giorno in cui ci sono quasi mille morti di Covid, la maggioranza parla di cancellare i decreti Salvini e riaprire i porti ai clandestini", ha detto il senatore leghista. Ma se vogliamo parlare di vittime, forse dovremmo anche ricordare quante persone hanno perso la vita nel Mediterraneo mentre l'Italia confiscava le navi umanitarie. E forse dovremmo anche dire come i migranti e la gestione dell'accoglienza non abbiano proprio nulla a che fare con le norme anti-contagio necessarie per affrontare il Natale senza innescare una terza ondata a gennaio.

È passata appena una settimana da quando il centrodestra, dopo aver votato a favore dello scostamento di bilancio, si batteva pacche sulle spalle facendo complimenti al proprio senso di responsabilità, con cui in un momento di tale difficoltà per il Paese l'opposizione aveva deciso di mettere prima gli interessi degli italiani alle controversie politiche. Esattamente sette giorni più tardi, mentre entrava in vigore il Dpcm di dicembre, ecco che Salvini, Meloni e Tajani hanno deciso di organizzare un flashmob sotto la finestra di Palazzo Chigi per chiedere le dimissioni di Conte. La loro lamentela? Il governo chiude gli italiani nei Comuni, mentre apre i porti ai clandestini.

Perché le cose non stanno come dicono Salvini e Meloni

La colpa del governo sarebbe stata quella di aver portato in Parlamento i decreti immigrazione mentre questo si sarebbe dovuto occupare dell'emergenza coronavirus. Inutile ricordare che mercoledì, prima in Senato e poi alla Camera, il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva presentato le nuove misure di contenimento della curva approvate poi ieri sera, votando a favore non solo della risoluzione di maggioranza, ma dando il via libera anche a due dell'opposizione in tema vaccino. Ieri il centrodestra ha deciso di scendere in piazza e strumentalizzare frustrazioni e ansie dei cittadini riguardo al Natale per fare propaganda sovranista contro gli immigrati.

Un vecchio vizio, quello di usare il Covid-19 per fare politica sulla pelle di chi è in fuga da conflitti, violenze e povertà estrema, che anche per Natale Salvini e Meloni hanno deciso di rispolverare. Come se i migranti che salpano dalla Libia o dalla Tunisia (che per senatore e deputata sono tutti clandestini ancora prima di essere identificati), affrontando le acque del Mediterraneo alla ricerca di una vita migliore, avessero qualcosa a che vedere con la pandemia e le conseguenti restrizioni di Natale e Capodanno.

I migranti continuano ad essere il capro espiatorio perfetto. Ma prendersela con chi sta peggio non risolverà il Natale degli italiani

Quella di individuare e un capro espiatorio e dare alla popolazione un nemico concreto contro cui rivolgere le proprie angosce e insoddisfazioni rappresenta la tipica via d'uscita per ogni problema sulla strada del populismo. Ma alla fine i flussi migratori continueranno a essere un fenomeno globale, i cittadini continueranno a dover convivere con le regole anti-Covid finché non arriverà il vaccino, e la propaganda sovranista avrà solamente portato acqua al mulino di una classe politica, senza risolvere alcunché.

Ma i migranti non erano la "vera emergenza"?

"Noi che siamo al Parlamento non vogliamo discutere di immigrazione, noi vogliamo discutere dei problemi degli italiani. È intollerabile", ha detto Giorgia Meloni stringendo il cartello "Conte dimettiti". Il tutto dopo aver passato l'estate a contestare la linea di precauzione e cautela del governo, affermando che la vera emergenza fossero i migranti che portavano il Covid nei barconi. Dichiarazioni infondate, il cui scopo ancora una volta era quello di fare leva sul disagio e le preoccupazioni della popolazione per aumentare i consensi ai propri partiti. Ma mettiamo che le cose stessero effettivamente così, come sosteneva tra luglio e agosto l'opposizione: il Parlamento, allora, farebbe bene ad occuparsi di immigrazione nel mezzo della gestione della pandemia. E il centrodestra non avrebbe ragioni per contestarlo.

Certo, si potrebbe sottolineare che la protesta dell'opposizione ha più a che vedere con la cancellazione dei decreti Sicurezza. Che il governo vuole sostituire con i nuovi decreti immigrazione in cui, tra le altre cose, vengono abbassate le multe alle Ong e viene reintrodotto il sistema di accoglienza diffusa. Ma proprio con questo passaggio l'emergenza sanitaria sarà più sotto controllo anche nei centri di accoglienza, che quest'estate venivano additati da Salvini e Meloni come maxi-focolai Covid, per colpa dei quali anche gli italiani ligi al rispetto delle regole venivano imposte dure restrizioni.

Se vogliamo dirla tutta, proprio la gestione dei flussi migratori da parte di Salvini che, cancellando la protezione umanitaria e il sistema Sprar sui territori, ha finito per favorire lo scoppio di questi focolai durante l'estate. Con solo caserme e grandi centri rimasti a poter ospitare i migranti sbarcati, centinaia o addirittura migliaia di persone sono state stipate in strutture al tracollo, rendendo impossibile il rispetto delle norme anti-contagio. Di qui i cluster negli hotspot su cui i leader dell'opposizione hanno fatto la loro campagna contro il governo. Mescolando come al solito coronavirus, migranti, sovranismo e propaganda. 

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A Fanpage.it sono vice capoarea della sezione Politica. Mi appassiona scrivere di battaglie di genere e lotta alle diseguaglianze. Dalla redazione romana, provo a raccontare la quotidianità politica di sempre con parole nuove.
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