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Crisi di governo, perché il taglio dei parlamentari può rendere difficile un ritorno al voto ora

Difficilmente la crisi di governo che si sta aprendo in queste ore porterà a un voto anticipato. L’ipotesi di elezioni politiche anticipate sembra poter essere scongiurata anche dalla mancata applicazione di alcuni passaggi fondamentali per recepire a pieno la riforma costituzionale che prevede il taglio del numero dei parlamentari.
A cura di Stefano Rizzuti
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La crisi di governo potrebbe non esserci. O, comunque, potrebbe essere solo parziale. Al momento l’ipotesi più probabile sembra quella di un rimpasto, ma la possibilità di un ritorno al voto non è del tutto da escludere. Anche se viene scongiurato da tutti e anche la stessa Italia Viva sembra voler allontanare l’ipotesi di elezioni politiche anticipate. Il voto in questo momento sembra da escludere per più motivi. Da una parte c’è la situazione epidemiologica del Paese: le elezioni oggi vengono sconsigliate da tutti gli esperti, come dimostra la richiesta e il conseguente rinvio del voto per le regionali in Calabria. In più c’è la necessità di chiudere con urgenza due partite fondamentali: quella del Recovery plan e quella delle vaccinazioni anti-Covid. Un ritorno alle urne, quindi, sembrerebbe possibile non prima dell’estate. Anche perché c’è un ulteriore ostacolo, rappresentato dall’entrata in vigore della riforma costituzionale che prevede il taglio del numero dei parlamentari.

Taglio dei parlamentari, ridisegnati i collegi

Il taglio dei parlamentari, approvato attraverso il referendum costituzionale di settembre, prevede una riduzione da 945 a 600 parlamentari: la Camera scende da 630 a 400 deputati e il Senato da 315 a 200 rappresentati. La riforma è in realtà effettiva da poco, considerando che solamente dopo la metà di novembre è stato approvato in Consiglio dei ministri il decreto che ridisegna i collegi elettorali, cambiati con il taglio dei parlamentari. Il decreto doveva essere approvato entro due mesi dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale della legge. La divisione è stata redatta da una commissione tecnica, basandosi però sulla legge elettorale in vigore, cioè il Rosatellum.

La legge elettorale e i regolamenti parlamentari

Ma oggi è all’esame delle Camere una nuova legge elettorale. Il cui iter, però, sembra ancora in fase di stallo. Dopo la suddivisione dei nuovi collegi, comunque, tornare al voto è tecnicamente possibile. Ma da un punto di vista politico è improbabile. Per la completa attuazione del taglio dei parlamentari, infatti, mancano due passaggi. Il primo è proprio la riforma della legge elettorale, ritenuta non più adeguata da quasi tutti i partiti dopo il taglio del numero di deputati e senatori. L’altra riforma è quella dei regolamenti parlamentari. Sono entrambi richieste fatte a gran voce dal Pd prima del referendum, tanto da essere poste come condizioni necessarie per votare favorevolmente. Difficile quindi pensare che si possa tornare subito alle urne senza prima aver completato questi due passaggi.

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