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Crisi di governo 2019

Crisi di governo, cosa vuole fare adesso Luigi Di Maio

Dopo le aperture di Matteo Renzi e di Beppe Grillo a soluzioni alternative per risolvere la crisi di governo scatenata da Matteo Salvini, Luigi Di Maio mette nero su bianco la strategia del Movimento 5 Stelle: prima il voto sul taglio dei parlamentari, poi la mozione di sfiducia a Conte e infine palla al Presidente della Repubblica.
A cura di Redazione
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Come vi stiamo raccontando, nella giornata di domani 12 agosto è convocata la conferenza dei capigruppo del Senato per fare il punto sui prossimi appuntamenti da calendarizzare, in seguito alla presentazione da parte della Lega di una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dell'intero governo. Qualche ora prima si riuniranno i gruppi parlamentari del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, che dovranno valutare la linea da tenere in relazione alla crisi di governo che potrebbe aprirsi nel caso in cui in Parlamento fosse accertata l'assenza di maggioranza a sostegno del Presidente del Consiglio.

L'intervista al Corriere di Matteo Renzi e le parole di Beppe Grillo, in tal senso, rappresentano delle novità rilevanti, perché lasciano aperta la possibilità di un accordo fra i due partiti per sostenere un governo di transizione, che porti il Paese alle urne solo dopo aver messo a punto una serie di provvedimenti, tra cui il disinnesco delle clausole di salvaguardia in modo da impedire l'aumento dell'IVA.

In casa 5 Stelle era molto attesa la posizione di Luigi Di Maio, che ha scelto il suo profilo Facebook per mettere nero su bianco il percorso che molto probabilmente proporrà ai parlamentari nelle prossime ore. La linea tracciata dal vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico parte da uno dei cavalli di battagli di questi ultimi mesi del Movimento 5 Stelle: la riforma costituzionale Fraccaro che riduce il numero dei parlamentari.

Come noto, il Parlamento ha approvato per tre volte la proposta, che ora necessita solo dell'ultimo passaggio, cui eventualmente potrebbe seguire un referendum confermativo. Scrive Di Maio sui social: "Per la prima volta nella storia italiana c'è stata una forza politica che ha avuto il coraggio e la determinazione di eliminare le proprie poltrone. È un atto concreto, che vi farà risparmiare parecchi soldi e vi restituirà un Parlamento più efficiente. […] Ci aspettiamo adesso che nessun partito trovi scuse su questo, dopo che questa riforma ha già passato 3 voti di 4 necessari. Ne manca solo uno. Ci vogliono solo due ore ed è fatta". Questo appello è rivolto non solo al Partito Democratico, ma a tutte le forze politiche presenti in Parlamento: un modo per allontanare le accuse di "inciucio", che piovono dalla Lega in relazione all'apertura di Renzi proprio sul voto della riforma costituzionale.

Nell'idea di Di Maio, però, l'approvazione in quarta lettura della riforma dovrebbe avvenire prima della discussione della mozione di sfiducia nei confronti di Giuseppe Conte. Solo dopo questi passaggi, e ammesso che la Lega sia ancora dell'idea di far cadere il governo, la palla dovrebbe passare nelle mani di Sergio Mattarella, che avrebbe il compito di valutare la situazione e decidere qual è il percorso migliore per uscire da una eventuale crisi di governo. Di Maio, che pure esclude categoricamente "inciuci o giochetti", non spiega quale potrebbe essere l'orientamento dei 5 stelle dopo una eventuale sfiducia a Conte, lasciando aperta ogni possibilità. Del resto, come noto, se la riforma Fraccaro dovesse entrare in vigore non sarebbe possibile andare al voto con l'attuale legge elettorale e occorrerebbe attendere l'esito del referendum confermativo: i tempi, insomma, si dilaterebbero in modo molto consistente e nel frattempo servirebbe comunque un governo che faccia la legge di bilancio e, possibilmente, scongiuri l'aumento dell'IVA.

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