Contromanovra del Terzo polo, Calenda: “Tornare al Rei, con Pd e 5 Stelle dialogo su salario minimo”
Il Terzo polo presenta la sua contromanovra in Senato. Carlo Calenda prende posto, affiancato da esponenti di Azione e Italia Viva, e illustra le proposte dei due partiti, in contrapposizione alla legge di Bilancio del governo Meloni. "Idee concrete per impegnare le risorse a parità di fondi – chiarisce subito il leader di Azione – Il giudizio complessivo sulla manovra è che è una grande presa in giro per gli elettori della destra. Tutte le promesse elettorali sono state disattese". Il senatore ci va giù duro: "Le pensioni di Berlusconi si concretizzeranno in sei euro al mese, la promessa di abolire la Fornero si è trasformata in un intervento idiota". Insomma: "Non c'è niente". E non si sa neanche "dei 35 miliardi della manovra, 15 dove li trovano".
È il solito Calenda, che colpisce duro: "Avevano detto ‘aboliamo il reddito di cittadinanza' e poi non sanno come farlo – continua il senatore – Allora io chiedo a Meloni, se è così, che hai fatto all'opposizione?". E sul tema spinge per un ritorno al reddito di inclusione, gestito dai comuni: "Bisogna togliere il sussidio agli under 40 senza figli e prevedere un'imposta negativa temporanea per i percettori che trovano lavoro".
"Chiediamo un incontro a Meloni – si lancia Calenda – Noi abbiamo una contromanovra con più investimenti, più welfare e meno mance". Ancora: "Lei è nuova e credo vada aiutata, non solo contestata". Poi attacca le altre opposizioni: "Voglio sapere quali sono le controproposte del Movimento 5 Stelle e del Pd – dice – Delle manifestazioni sulla finanziaria non me ne può fregar di meno, perché è una manovra talmente demenziale che è smontabile su ogni cosa con delle proposte. Dico al Pd sediamoci e discutiamo. Se non ne hanno una, partiamo dalla nostra contromanovra e se poi vogliono andare in piazza il 17 andassero in piazza. I 5 Stelle? A loro la nostra contromanovra non la mando, non serve".
Sul dialogo con Pd e 5 Stelle, poi però, apre una porta: "Se siamo d'accordo su una cosa facciamola insieme – sottolinea Calenda – introdurre un salario minimo a 9 euro l'ora per garantire a tutti i lavoratori una retribuzione dignitosa".