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Conte: “Passi avanti sulle Autonomie, ma no a un’Italia frammentata. Governatori non avranno tutto”

“Avevo preso un impegno, era sancito dal contratto, e ora ci stiamo avvicinando al punto finale sulle autonomie, ma senza recare danno ad alcune regioni”: così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte commenta il vertice appena conclusosi. Alcune richieste sono state accolte e altre rifiutate, spiega Conte, specificando che “c’era un clima di lavoro disteso ha che consentito di superare lo snodo critico dell’istruzione”
A cura di Annalisa Girardi
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"Sulle Autonomie abbiamo fatto significativi passi avanti: intravediamo la dirittura finale": così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, commenta alla stampa il vertice da poco conclusosi a palazzo Chigi sulle Autonomie. Conte anticipa anche che "ci saranno ulteriori passi avanti la prossima settimana" per cui la questione potrebbe arrivare sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri. "Avevo preso un impegno, era sancito dal contratto, e ora ci stiamo avvicinando al punto finale". Il capo del governo rassicura: "Il disegno sulle Autonomie si sta realizzando con le garanzie che ho sempre richiesto". Un riferimento alla legittima possibilità di realizzare un piano, in quanto previsto dalla Costituzione, ma senza che questo "possa recare danno ad alcune regioni". Poi aggiunge: "Non vogliamo un'Italia frammentata nelle opportunità". Conte spiega che lo Stato deve "conservare la funzionalità nella direzione strategica e nell'efficacia operativa per tutti i grandi temi". Ma apre a concessioni: "Il resto lo possiamo delegare".

Alcune richieste sono state accolte mente per altre non è stato lo stesso. "I governatori delle regioni non avranno tutto quello che hanno chiesto", continua il presidente del Consiglio che conferma comunque un clima di lavoro disteso, il quale ha "consentito di superare lo snodo critico dell'istruzione". Sul tema della scuola si era concretizzato il braccio di ferro tra Lega e Movimento Cinque Stelle: infatti, l'ultimo vertice di governo sulle Autonomie era saltato proprio a causa di una mancata intesa in materia di istruzione. "Per me l'autonomia non è il tema, il tema è che tavolo si è bloccato sulla regionalizzazione della scuola. Un bambino non sceglie in quale regione nascere, non è giusto che in una regione con più soldi i bambini abbiano più diritto all'istruzione", aveva affermato Luigi Di Maio. Ora Conte assicura: "Il modello della scuola è fondamentale, perché qui si radica la formazione dei nostri bambini, la nostra identità culturale. È chiaro che nono possiamo pensare che l'autonomia significhi frammentare questo modello".

Il sottosegretario alla Scuola, Salvatore Giuliano, lasciando il vertice ha poi indicato che "l'Articolo 12 è stato soppresso", sancendo "una vittoria dei Cinque Stelle e una vittoria della scuola italiana". Giuliano spiega che non ci sarà quindi alcun concorso regionale: "Abbiamo garantito, e non era per niente facile, l'unitarietà del mondo dell'istruzione". È arrivato anche il commento della ministra per gli Affari regionali e le Autonomie, Erika Stefani, che ha affermato: "Su sanità, ambiente, sviluppo economico sono state accolte le richieste delle regioni. Una svolta per il territorio, per i cittadini e per le imprese. L’autonomia funziona però se c’è quella finanziaria. Non accetteremo nessun compromesso. Chi riesce a garantire servizi efficienti riuscendo a risparmiare dovrà gestire come meglio crede queste risorse. Un’autonomia che non mira all’efficienza al taglio degli sprechi non è un’autonomia".

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