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Con la manovra dal governo Meloni tornano i voucher per il lavoro occasionale: come funzionano

Con la manovra tornano i voucher. I buoni lavoro potranno essere usati in agricoltura, settore alberghi e ristorazione, e anche per i lavori domestici. Il loro scopo è “regolarizzare” il lavoro occasionale, ha spiegato Giorgia Meloni.
A cura di Luca Pons
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Con la prima manovra del governo Meloni, tornano i voucher. I buoni lavoro sono tra le misure previste dalla legge di bilancio presentata da Giorgia Meloni. "Introduciamo i buoni lavoro nei settori dell'agricoltura, del comparto horeca", cioè del settore alberghiero e di ristorazione "e della cura alla persona, in particolare per quanto riguarda i lavori domestici", ha spiegato la presidente del Consiglio.

Il tetto per l'utilizzo dei voucher è fissato a 10mila euro. "È una misura volta a regolarizzare il lavoro stagionale e il lavoro occasionale, ovviamente si deve accompagnare a controlli molto rigidi per evitare storture", ha concluso Meloni.

A cosa servono i buoni lavoro

I buoni lavoro, o voucher, sono un sistema di pagamento che i datori di lavoro possono usare i casi di lavoro accessorio, cioè svolto in modo discontinuo, al di fuori di un contratto di lavoro normale. A meno che il governo non decida di intervenire per modificare le regole già esistenti, i voucher sono esenti da tasse per chi li riceve come pagamento e li può avere anche chi è già in pensione.

Il vantaggio per il datore di lavoro è che, nei rapporti di lavoro regolati con i voucher, c'è la copertura Inail per infortuni, ma non danno diritto a malattia, maternità, disoccupazione o altre forme di welfare lavorativo, quindi il pagamento di contributi da parte dell'azienda è ridotto.

I buoni lavoro hanno subito diverse modifiche negli anni, ma il principio del loro funzionamento è sempre lo stesso. Il datore di lavoro li acquista dall'Inps (in alcuni casi anche in tabaccheria, in banca o alle Poste) pagando un certo prezzo, ad esempio 10 euro. Poi, ha un margine di tempo prestabilito per usare i voucher che ha acquistato per pagare un lavoratore.

Questo lavoratore (non dipendente, ma autonomo occasionale, altrimenti ci dovrebbe essere un contratto) può poi riscuotere i voucher dall'Inps. La cifra che gli viene pagata non è pari a 10 euro, ma di meno, ad esempio 7,50 euro. La differenza, che di solito è circa il 25% del totale, viene trattenuta per pagare principalmente le prestazioni contributive all'Inps, l'assicurazione Inail.

Quando sono nati e come funzionano oggi i voucher o buoni lavoro

I buoni lavoro sono stati introdotti nel 2003 con la legge Biagi. Allora, si potevano usare per rapporti di lavoro occasionali che duravano al massimo 30 giorni all'anno, e per pagare al massimo 3mila euro all'anno. Negli anni il loro utilizzo è cresciuto molto, dai 2,7 milioni di voucher impiegati nel 2009 ai 134 milioni nel 2016, secondo dati Inps. Questo perché gradualmente si sono ampliati gli ambiti professionali in cui si potevano utilizzare.

Nel 2012, il governo Monti ha alzato la soglia a 5mila euro all'anno e ne ha allargato l'utilizzo a tutti i settori. L'idea era di agevolare le assunzioni regolari in specifici settori. Nel 2013, il governo Letta ha previsto che nel lavoro non dovesse essere per forza "di natura occasionale" per usare i buoni.

Una delle norme inserite nel Jobs act, la riforma del lavoro fatta dal governo Renzi, nel 2015 ha alzato la soglia annuale a 7mila euro all'anno e ha creato due tipi di voucher: uno per i lavori domestici, uno per le aziende. I buoni lavoro sono stati poi aboliti nel 2017 dal governo Gentiloni, che ha utilizzato altri strumenti per regolare il lavoro occasionale.

Nel 2018, il decreto Dignità del primo governo Conte ha infine previsto una forma ridotta di voucher, utilizzabili nei settori agricolo e turistico solo dalle piccole aziende (non più di 8 dipendenti). Il governo Meloni ha cambiato nuovamente le regole: i dettagli non sono ancora stati comunicati, ma la presidente del Consiglio ha parlato, come detto, di un massimo di 10mila euro in tre settori: agricoltura, horeca e lavori domestici.

La soddisfazione di esercenti e settore agricolo

"Con la legge di bilancio il governo reintroduce i buoni lavoro, i cosiddetti voucher, per alcuni settori particolari. Questa è sicuramente una buona notizia per le piccole e medie imprese che avranno così a disposizione uno strumento semplice per gestire il lavoro occasionale". Così ha commentato la misura Confesercenti.

"In attesa di maggiori dettagli, chiediamo che siano estesi a tutto il comparto del turismo, non solo alle strutture ricettive e alla ristorazione", hanno chiesto gli esercenti. "Siamo d’accordo, inoltre, con la decisione del governo di porre un tetto, così da evitare eventuali abusi e, al contempo, mantenere quella flessibilità necessaria per intercettare e gestire i picchi di lavoro inattesi che caratterizzano settori come, appunto, il turismo".

Anche Coldiretti è intervenuta, dicendo che l'introduzione dei buoni lavoro è "importante nelle campagne dove occorre lavorare con la semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per il Paese".

Per questo, l'associazione si è detta pronta a confrontarsi "con le istituzioni e i sindacati per individuare le formule più adeguate che garantiscano maggiore semplificazione per le imprese e le necessarie tutele per i lavoratori agricoli".

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