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Referendum costituzionale 20 e 21 settembre 2020

Guida al referendum sul taglio del numero dei parlamentari

Fino alle ore 15 di oggi si vota per il referendum costituzionale in Italia sul taglio del numero dei parlamentari: si vota Sì o No sulla scheda referendaria e non è previsto il quorum. Il dato parziale sull’affluenza alle urne è del 40,17%, i seggi chiuderanno alle 15 di lunedì 21 settembre e inizierà lo spoglio delle schede, con l’arrivo dei primi exit poll e dei risultati ufficiali.La riforma è stata proposta dal Movimento 5 Stelle, principale sostenitore del Sì al referendum. Voterà Sì anche il Pd, seppure con molti esponenti che hanno annunciato il loro No. Dubbi anche nel centrodestra, nonostante Lega, Fdi e Fi abbiano votato a favore della riforma in Parlamento.
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A cura di Stefano Rizzuti
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Referendum costituzionale 20 e 21 settembre 2020

Mancano poche ore alla chiusura dei seggi per votare al referendum sul taglio del numero dei parlamentari: le urne chiuderanno alle 15 di oggi, lunedì 21 settembre, dopodichè comincerà lo spoglio delle schede e arriveranno i risultati ufficiali. Stando agli ultimi dati diffusi dal Ministero dell'Interno, il 40,17% degli aventi diritto si è recato ieri alle urne. Il prossimo dato sull'affluenza verrà comunicato nella mattinata di oggi.
Trattandosi di un referendum confermativo, non è previsto il quorum; si vota Sì o No per ridurre il numero dei parlamentari da 945 a 600, ovvero 400 deputati e 200 senatori. Il taglio dei parlamentari è previsto dalla riforma approvata in Parlamento a ottobre e dovrà ora essere confermato (o meno) dal voto popolare. Oggi si vota anche per le elezioni regionali, amministrative e suppletive. Vediamo come si vota al referendum e come si schierano i partiti.

Referendum, fino a che ora si può votare oggi

Lunedì 21 settembre le urne sono aperte dalle 7 alle 15, quindi si potrà votare fino alle tre di questo pomeriggio. Una volta concluse le operazioni di voto si procederà immediatamente con lo spoglio delle schede del referendum alla chiusura dei seggi, quindi a partire dalle ore 15 di lunedì 21.

Dove si vota per il referendum sul taglio dei parlamentari

Per il referendum confermativo saranno chiamati alle urne tutti gli italiani. Si voterà, quindi, in tutte le città. In alcune Regioni, inoltre, si voterà contestualmente anche per eleggere i nuovi consigli e i nuovi presidenti di Regione. Allo stesso modo, si vota anche per le elezioni amministrative e per le suppletive in alcuni collegi.

Il testo del quesito per il referendum 2020 in Italia

Sulla scheda che verrà consegnata agli elettori per il referendum confermativo ci sarà la seguente domanda: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?”.

Il fac simile della scheda referendaria

Sulla scheda ci saranno solo due riquadri con le due possibili risposte: Sì o No. Sul sito del Viminale è stato pubblicato il fac simile della scheda che verrà consegnata agli elettori in occasione del referendum costituzionale del 20 e 21 settembre.

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Nessun quorum per il referendum costituzionale confermativo

Non è previsto il quorum per questo referendum costituzionale. Il che vuol dire che per essere valida la votazione non è necessario che venga raggiunto un numero minimo di votanti. Indipendentemente da quanti elettori voteranno, la riforma costituzionale verrà approvata semplicemente se i Sì saranno più dei No.

Come si vota al referendum: Sì o No al taglio dei parlamentari

Per votare bisogna recarsi al seggio il 20 o il 21 settembre. Bisogna portare con sé la tessera elettorale e un documento di riconoscimento valido. Per questa occasione, inoltre, è necessario indossare la mascherina a causa dell’emergenza Covid. Agli elettori verrà consegnata una scheda, su cui dovrà semplicemente barrare la casella del Sì se si è a favore della riforma o quella del No se si è contrari. Per l’elettore che si trova ricoverato in una struttura sanitaria c’è la possibilità di votare nelle sezioni ospedaliere se la struttura ospita almeno 100 posti letto. Altrimenti, per strutture con meno di 100 posti letto, il voto viene raccolto da apposito seggi speciali, previa domanda.

Chi può votare in Italia e all’estero

Al referendum sul taglio dei parlamentari possono votare tutti i cittadini italiani maggiorenni, quindi che hanno compiuto 18 anni, sempre che non sia stato interdetto per loro il diritto di voto. Gli aventi diritto sono 51.559.898 cittadini.

Come votare fuori sede

Potranno votare – per corrispondenza – anche gli italiani residenti all’estero. Devono esprimere il loro voto su schede che vengono recapitate al loro indirizzo di residenza all’estero. Può votare chi vive temporaneamente all’estero per motivi di lavoro, studio, cure mediche, e chi svolge servizio civile all’estero. L’elettore italiano all’estero riceverà la scheda su cui esprimere il voto: dovrà poi riporla in una busta, inserendo anche il tagliando ricevuto, e spedirla al consolato competente (che deve riceverla entro martedì 15 settembre alle ore 16). Tutte le altre informazioni specifiche sono state pubblicate sul sito del ministero dell'Interno.

Referendum, Sì o No? Le posizioni dei partiti

Le argomentazioni a favore del Sì al taglio dei parlamentari si basano soprattutto sulla questione del risparmio da circa 100 milioni di euro l’anno, ma anche sulla possibilità di una maggiore efficacia dell’azione parlamentare. Chi invece si schiera a favore del No critica il rischio di una mancanza di rappresentatività a causa del taglio dei parlamentari, che potrebbe comportare un ulteriore distacco tra i cittadini e gli eletti, che dovrebbero rappresentare sempre più elettori. Tra i partiti il più impegnato in questa campagna elettorale è sicuramente il Movimento 5 Stelle, che ha proposto la riforma: il suo sostegno al Sì viene motivato soprattutto da una questione di riduzione dei costi della politica.

Lega e Fratelli d’Italia hanno votato a favore della riforma in Parlamento, ma non si sono impegnati più di tanto in campagna elettorale. Il Pd, invece, è diviso: la maggioranza senza protendere a un Sì definito “anti-populista, ma non mancano i tanti contrari. In Parlamento i dem hanno votato tre volte contro la riforma e una a favore, dopo l’accordo coi 5 Stelle. Forza Italia non si schiera apertamente, ma molti esponenti sono per il No e proprio il partito di Berlusconi è quello con più promotori del referendum. Italia Viva, con il suo leader Matteo Renzi, parla di referendum “inutile e non si schiera. Contrari al taglio dei parlamentari +Europa, Azione e Sinistra italiana.

Cosa sceglie chi vota Sì: riduzione del numero dei parlamentari

In caso di vittoria del Sì la prima conseguenza è che il numero dei parlamentari scende, in totale, da 945 a 600. I deputati ora sono 630: diventerebbero 400. Alla Camera gli eletti nella circoscrizione Estero passerebbero da 12 a 8. Il Senato passerebbe da 315 a 200 rappresentanti. I senatori eletti all’estero scenderebbero da 6 a 4. Cambierebbe anche il fatto che nessuna Regione potrà avere meno di 3 senatori (finora era non meno di 7), fatta eccezione per il Molise (2) e la Valle d’Aosta (1). In caso di vittoria del Sì, inoltre, servirebbe una nuova legge elettorale o un nuovo disegno dei collegi elettorali sulla base del nuovo numero di parlamentari.

Cosa sceglie chi vota No: mantenimento dello status quo

In caso di vittoria del No la riforma approvata in Parlamento in due letture per ogni Camera verrebbe cancellata. Non ci sarebbe, quindi, più alcuna modifica agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione. Di fatto non cambierebbe nulla rispetto a oggi e il Parlamento continuerebbe a essere composto da 945 membri, cioè 630 deputati e 315 senatori.

Come si è arrivati al referendum costituzionale 2020: l'iter parlamentare

L’iter che ha portato al referendum è nato con la proposta di legge del Movimento 5 Stelle: quella dei pentastellati è una battaglia che viene portata avanti da tempo sulla riduzione del numero dei parlamentari e sui costi della politica. La prima bozza della riforma è arrivata a inizio legislatura. La proposta è stata votata da entrambe le Camere una prima volta a maggioranza semplice e poi, dopo tre mesi, a maggioranza assoluta. L’iter si è concluso il 7 ottobre, con la nuova maggioranza e l’accordo tra M5s e Pd. Ma al Senato non è stata raggiunta la maggioranza dei due terzi all’ultima votazione e per questo è stato possibile richiedere un referendum confermativo. Richiesta avanzata da 71 senatori (ne sarebbero bastati 64, ovvero un quinto dei membri dell’Aula).

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