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Caso Siri, Lega: “Conte sta diventando il capo dei 5S, non è più garante della maggioranza”

Sul caso Siri, mentre è in corso il Cdm in cui si deciderà il futuro del sottosegretario, arriva l’affondo del capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari: “Sia chiaro che non ci si comporta così. Conte doveva essere il garante della maggioranza, invece sta assumendo un’altra posizione”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi è attesa la svolta sul caso che riguarda Armando Siri, il sottosegretario indagato per corruzione. Il rischio è che si arrivi alla conta in Consiglio dei ministri, dove il M5S ha la maggioranza, nove ministri, contro i sei leghisti. Ma il voto in Cdm, secondo la procedura, non sarà vincolante: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ritiene ormai chiusa la questione, e dà la revoca per scontata. La legge prevede infatti che la proposta di revoca dell'incarico di sottosegretario venga avanzata dal capo del governo, di concerto con il minsitro competente, in questo caso Danilo Toninelli, sentito il parere del Consiglio dei ministri.

La riunione è iniziata questa mattina: i ministri Cinque Stelle, tutti presenti, da Riccardo Fraccaro a Alberto Bonisoli a Barbara Lezzi, sono entrati in blocco nella sala del Consiglio alle 9:45, ad eccezione di Luigi Di Maio. I leghisti, tutti presenti anche loro, da Gian Marco Centinaio a Giulia Bongiorno, sono entrati in sala a partire dalle 10:20, quando è giunto anche il ministro degli Interni Matteo Salvini. Poco dopo è arrivato anche il vicepremier Luigi Di Maio. Ultimo a sedersi al tavolo del Cdm il premier Giuseppe Conte, entrato poco dopo le 10.30. Sono assenti i ministri Giovanni Tria ed Enzo Moavero.

Per la Lega lo strappo è già avvenuto. In un'intervista sul ‘Messaggero', pubblicata questa mattina, Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ha utlizzato parole due contro il premier Conte: "Sta diventando il capo dei 5 Stelle. Basta saperlo, e uno ne prende atto". La Lega non andrà "all'incasso" dopo le elezioni europee di maggio, ha assicurato Molianari, che però ha aggiunto: "Sia chiaro che non ci si comporta così. Conte doveva essere il garante della maggioranza, invece sta assumendo un'altra posizione". Molinari però ha assicurato che il governo non cadrà per le divisioni sulle dimissioni di Siri: "Può cadere l'esecutivo su una vicenda come questa? Ma non se ne parla proprio. Andremo avanti". Secondo Molinari la Lega non sta meditando alcuna "vendetta": "Siamo stanchi di parlare solo di questa vicenda, come se fosse la priorità del Paese".

I penstastellati continuano a far pressione sugli alleati, chiedendo le dimissioni di Siri: "Faccio un ultimo appello, nelle ultime ore prima del Consiglio dei Ministri, alla Lega, di far dimettere Armando Siri e non arrivare alla conta in Consiglio dei Ministri", recita un post sul Blog delle Stelle, che rilancia le dichiarazioni di ieri di Luigi Di Maio. "Io – ha detto Di Maio – non voglio accusare questa o quella forza politica. Voglio fare un appello all'unità: alziamo un muro contro la corruzione, anche nel modo di gestire le nostre forze politiche. Da noi chi sbaglia è fuori in 30 secondi, fate la stessa cosa anche voi! Lo dico al Pd, lo dico a Zingaretti: metta fuori dal suo partito il governatore della Calabria e ne chieda le dimissioni. Lo dico a Forza Italia, di espellere tutti i coinvolti nell'inchiesta di corruzione lombarda. Dico a Fratelli d'Italia di chiarire su questo presunto finanziamento illecito".

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