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Caso Siri, Conte ha deciso la revoca del sottosegretario della Lega

Al termine del Consiglio dei ministri, dopo un pacato confronto tra le parti, il presidente del Consiglio ha stabilito la revoca del sottosegretario ai Trasporti Armando Siri.
A cura di Annalisa Cangemi
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In foto: Armando Siri.
In foto: Armando Siri.

Il Cdm è finito da pochi minuti, e sul caso Siri è arrivata la svolta attesa. Il presidente del Consiglio Conte, come aveva già annunciato, ha deciso di revocare l'incarico al sottosegretario ai Trasporti. A quanto si apprende il ministro degli Interni ha lasciato palazzo Chigi. Fonti della Lega hanno parlato di "Discussione civile e pacata" nel Cdm, che è durato due ore. E aggiungono che sono intervenuti i ministri Bongiorno e Salvini per ribadire "fiducia nel premier ma anche difesa del sottosegretario Armando Siri, innocente fino a prova contraria". Durante la riunione il premier Conte si è soffermato a lungo sulle motivazioni che sono alla base di questa scelta. Non si sarebbe però arrivati alla conta: sulla proposta di revoca non c'è stato alcun voto.

Tutti i ministri, tranne Tria e Moavero, erano presenti questa mattina, e hanno espresso fiducia nel capo del governo. "Dopo una discussione franca e non banale, c'è stata piena fiducia sul mio operato e il governo ha preso la decisione più giusta", ha commentato Conte. Il sottosegretario leghista Siri è indagato dalla procura di Roma per corruzione. Il decreto di revoca, a quanto si apprende, è stato adottato dal premier, sentito il Cdm, come prevede la procedura"Basta coi litigi e con le polemiche, ci sono tantissime cose da fare: flat tax per famiglie, imprese e lavoratori dipendenti, autonomia, riforma della giustizia, apertura dei cantieri, sviluppo e infrastrutture: basta chiacchiere, basta coi no e i rinvii", hanno aggiunto le fonti del Carroccio.

Le reazioni politiche

Luigi Di Maio, intervenuto in diretta Facebook, ha ribadito la posizione del M5S sulla "questione morale" in conferenza stampa: "Non è una vittoria del M5s, non sono qui per esultare, è una vittoria degli italiani onesti", in un Paese che ha "la corruzione più alta d'Europa. La legge sulla corruzione sta dando i suoi risultati ma la responsabilità politica è delle singole forze. Il caso Siri è un caso chiuso. Le condotte portate avanti da lui sono politicamente inaccettabili. Se una forza politica reagisce sbattendo fuori chi sbaglia, sicuramente chi mette in atto comportamenti opachi sarà meno incentivato a farlo. Mi fa piacere che non si sia andati alla conta in Cdm. Non perché vogliamo affermare una superiorità morale, ma perché non vogliamo perdere la fiducia dei cittadini".

"In una giornata come quella di oggi in cui l'Italia è scossa da inchieste su temi che riguardano la cosa pubblica, per me è altrettanto importante che il governo oggi abbia dato un segnale di discontinuità rispetto al passato", ha detto soddisfatto. "Se dalle carte di un'inchiesta viene fuori una condotta che noi possiamo riscontrare sulle carte, è il caso dell'emendamento che avrebbe introdotto una sanatoria sull'eolico, è chiaro che si sta approfittando del proprio ruolo da sottosegretario – ha proseguito – A questo si aggiunge la questione di San Marino. È giusto quindi che Siri sia stato messo in panchina. Noi valuteremo sempre caso per caso, non abbiamo creato alcun ‘pericoloso precedente'". 

"Nella Costituzione non c'è scritto che la presunzione di innocenza vale solo per gli esponenti della Lega e dei 5 stelle. Salvini oggi si dice indignato per l'attacco al governatore Fontana ma era sotto il balcone della presidente dell'Umbria Marini a chiederne le immediate dimissioni. Il Di Maio giustizialista è lo stesso che difende a spada tratta i suoi amministratori indagati, a partire da Virginia Raggi. Mentre il Consiglio dei ministri finisce nel modo più scontato possibile, senza crisi e con la revoca delle deleghe a Siri, lo spread ha raggiunto quota 270", ha commentato sulla sua pagina Facebook il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci.

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